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Redazione
pubblicato il 27-03-2023

Pazienti oncologici e allergie ai pollini: come gestirle?



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Fra clima e inquinamento le allergie ai pollini sono anticipate e spesso più intense. Le domande di una paziente allergica e in cura per tumore

Pazienti oncologici e allergie ai pollini: come gestirle?

Negli ultimi anni l’allergia di cui soffro stagionalmente si presenta in maniera anticipata e più invasiva. La colpa è del cambiamento climatico? In più sono una paziente oncologica: devo adottare cautele particolari?

Serena (domanda pervenuta via mail)

 

Risponde il dottor Jan Schroeder, direttore Allergologia e immunologia dell’Ospedale Niguarda.

 

Gentile signora,

quest'anno, ma già in parte l'anno scorso, abbiamo notato un'anticipazione della stagione allergica. Per via dell’aumentata temperatura, infatti, l'impollinazione si verifica in maniera precoce. Molti alberi, specialmente il nocciolo, hanno già cominciato a fiorire verso gennaio, determinando l’inizio delle manifestazioni allergiche già verso la fine di febbraio. Normalmente invece i primi sintomi iniziano ad essere osservati verso la metà di marzo. Inoltre, vi è una sovrapposizione di diversi allergeni che in passato si trovavano in zone differenti. I cipressi, ad esempio, che presentano un livello pollinico molto elevato, sono presenti in grandi quantità in Lombardia dove in passato non se ne trovavano.

 

IL RUOLO DELL’INQUINAMENTO

All’aumento e all’anticipazione dei pollini si aggiunge anche l'inquinamento. Sono proprio le polveri di piccole dimensioni che, associandosi ai pollini, creano una miscela ancora più forte e dannosa non solo a livello della mucosa nasale, ma soprattutto a livello dei bronchi. Queste piccole molecole, infatti, possono provocare rinite, ma anche l'asma a causa della reazione amplificata tra l'inquinante atmosferico e il polline.

 

COME INTERVENIRE?

Generalmente si consiglia un antistaminico alla sera da iniziare quando si manifestano starnuti e rinorrea. Se questo non basta conviene fare anche dei lavaggi nasali con la soluzione fisiologica, fino a due o tre volte al giorno, in relazione all'intensità, per togliere le secrezioni e i pollini e per idratare la mucosa. Quando l’infiammazione è molto forte e l’antistaminico da solo non è sufficiente si può usare uno spray nasale al cortisone, generalmente uno spruzzo al mattino per togliere questa irritazione.

 

COSA FARE IN CASO DI TUMORE?

Nel caso in cui l’allergia si verifichi in un paziente oncologico, è importante sapere che le terapie possono rimanere esattamente le stesse: dagli antistaminici ai lavaggi nasali. Anche lo spray al cortisone può essere usato senza problemi: il basso dosaggio non determina un assorbimento sistemico e non interferisce con i tumori o con altre patologie. L'unica avvertenza che devono seguire i pazienti oncologici, a meno che il tumore non sia in remissione, è legata al divieto di fare immuno-terapie preventive specifiche nei confronti dei pollini delle graminacee o degli acari (i cosiddetti "vaccini" per le allergie), per non stimolare il sistema immunitario. Anche per i pazienti oncologici che soffrono di allergia è assolutamente preferibile utilizzare antistaminici e spray nasali, senza rinunciare a una bella passeggiata all’aria aperta.


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