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L'esperto risponde
Fabio Di Todaro
pubblicato il 27-01-2020

Osteopatia: le manipolazioni al collo possono provocare l'ictus cerebrale?



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Manipolazioni troppo «energiche», al pari dei colpi di frusta, possono (seppur di rado) causare una dissezione carotidea, come quella da cui ha avuto origine l'ictus che ha colpito Andrea Vianello

Osteopatia: le manipolazioni al collo possono provocare l'ictus cerebrale?

Presentando il suo ultimo libro, il giornalista Andrea Vianello ha affermato che, stando a quanto riferitogli dagli specialisti che lo hanno avuto in cura, l'ictus che lo ha colpito potrebbe essere stato provocato da una manipolazione al collo condotta da un osteopata. È possibile che sia realmente andata così?

Marianna L. (Lecce)


Risponde Mauro Silvestrini, direttore della clinica neurologica e della stroke unit dell'azienda ospedaliero-universitaria Ospedali Riuniti di Ancona e presidente eletto dell'Italian Stroke Organization 

Il giornalista Andrea Vianello è stato vittima di un ictus cerebrale provocato da una dissecazione della carotide sinistra, una delle arterie che porta il sangue al cervello. Le pareti carotidee sono formate da più strati elastici che permettono il corretto scorrimento del sangue. Se uno di quelli più interni si rompe, il sangue può infiltrarsi all’interno della parete del vaso. Il risultato che ne consegue è un progressivo restringimento del lume della carotide interessata, con la conseguente riduzione del flusso sanguigno verso il cervello. Da qui il rischio di avere un'ischemia cerebrale.


La dissezione è una delle cause dell'ictus ed è più frequente nei casi che si registrano in persone con meno di 55-60 anni che non presentano particolari fattori di rischio relativamente ai valori della pressione arteriosa, alla colesterolemia, al sovrappeso o all'obesità, alla familiarità e al diabete. I dati riportati in letteratura ci permettono di attribuire a questo problema vascolare il 15-20 per cento dei casi di ictus giovanile che si registrano nel nostro Paese. Tradotto in numeri, parliamo all'incirca di duemila casi all'anno.


Un simile evento può essere di origine spontanea o traumatica. In quest'ultimo caso una manipolazione sbagliata del collo - al pari di un colpo di frusta derivante da un incidente stradale o una tosse violenta come quella determinata dalla pertosse - può causare una dissezione carotidea. Il rischio è comunque circoscritto. Prova ne è l'esiguità di episodi simili registrati, a fronte di un numero ben più elevato di persone che si sottopone a trattamenti osteopatici. Anche nel caso di Vianello, pur avendo ricevuto una manipolazione del collo pochi giorni prima, resta comunque difficile attribuire un'origine certa all'ictus che ne è scaturito. Questo perché la dissezione di un'arteria è una malattia multifattoriale, che può presentarsi anche diverse settimane dopo rispetto a quello che potrebbe essere l'evento traumatico di riferimento. 


Detto ciò, non tutte le dissezioni carotidee determinano un ictus cerebrale. Di conseguenza, il ventaglio dei possibili interventi terapeutici è variegato. A seconda della gravità del problema, le ipotesi di trattamento prevedono la somministrazione di una terapia antiaggregante o il ricorso a uno stent nel caso di un restringimento significativo dell'arteria. Se la dissezione provoca un ictus, bisogna invece intervenire con la fibrinolisi (per sciogliere il trombo) o con un intervento endovascolare (per rimuoverlo meccanicamente). 


In ragione di questo aspetto, è importante conoscere i possibili campanelli d'allarme di una dissezione carotidea. Si va da sintomi meno specifici come il dolore dal collo fino a manifestazioni più gravi, che possono essere la spia di un evento ischemico in corso: come la difficoltà a parlare, a deglutire o a muovere gli arti.



Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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