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Redazione
pubblicato il 26-08-2016

Come difendersi dai danni indotti dalla radioterapia?



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La xerostomia, la secchezza della bocca, è uno degli effetti collaterali della radioterapia. Sergio chiede come proteggere le ghiandole salivari dei pazienti colpiti da un tumore nel distretto testa-collo

Come difendersi dai danni indotti dalla radioterapia?

«Mi sono operato a settembre di tre anni fa per un tumore alla base delle lingua e sono in seguito stato sottoposto a trattamenti di chemio e di radioterapia, terminati alla fine del 2013. Quest’ultima mi ha però danneggiato gravemente le ghiandole salivari, con il risultato che di notte ho la bocca estremamente secca, e di giorno ho, specie se parlo, troppa salivazione, ma estremamente densa e collosa. Ho letto sul sito un articolo in cui si parla del possibile impiego di un gene dell’acquaporina per cercare di curare il danneggiamento delle ghiandole salivari dopo la radioterapia e vorrei saperne di più: è una soluzione per risolvere questo problema?».

Sergio D’Ercole (Lido di Camaiore, Lucca)


Risponde Renzo Corvò, direttore dell’unità di oncologia radioterapica al San Martino - Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova

La xerostomia, questo il nome scientifico di quella che in gergo è nota come secchezza delle fauci, è uno degli effetti collaterali che possono manifestarsi nei pazienti trattati con la radioterapia per un tumore nel distretto testa-collo. Il problema era molto più diffuso in passato, quando si usavano acceleratori lineari efficaci ad ampio spettro e non in grado di modulare l’azione esclusivamente sull’area colpita dalla neoplasia. I tassi di guarigione erano gli stessi, ma la qualità della vita dei sopravvissuti risultava per lunghi periodi, se non per sempre, intaccata dalla xerostomia. Oggi, invece, nei centri più avanzati si utilizzano macchinari a intensità modulata, con cui è possibile irradiare alla massima dose l’area interessata dal tumore e ridurre l’impatto su quelle limitrofe. In questo modo è stata ridotta la diffusione della xerostomia. Se prima l’effetto collaterale si manifestava in sette pazienti su dieci, oggi si riscontra nel venti per cento delle persone trattate per un tumore della testa o del collo. Purtroppo al momento non esiste invece alcuna applicazione clinica della terapia genica di cui si parlava su questo sito in un articolo pubblicato qualche anno fa. Le sperimentazioni proseguono. I primi risultati, ottenuti soprattutto a livello preclinico dai ricercatori degli Istituti Nazionale di Salute di Bethesda, negli Stati Uniti, sono incoraggianti. Ma prima di dieci anni difficilmente queste evidenze troveranno spazio nella routine ospedaliera.


La xerostomia è causata dall’aumento del tessuto connettivo nelle ghiandole salivari, che provoca la formazione di una fibrosi nella loro parte acinosa e impedisce di conseguenza la formazione e l’escrezione della saliva. Per conviverci, esistono alcuni rimedi, di facile attuazione. Uno di questi porta a consigliare ai pazienti di portare sempre con sé una bottiglietta d’acqua. D’aiuto sono anche alcuni preparati di saliva artificiale che andrebbero utilizzati 6-7 volte al giorno, soprattutto prima dei pasti o di occasioni in cui si è chiamati a parlare per un periodo di tempo piuttosto lungo. Purtroppo non sono però ancora rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Durante il sonno è inoltre consigliabile stare lontano da fonti di calore per limitare una maggiore secchezza notturna. Importante è mantenere anche un’adeguata igiene orale. Prima di sottoporre i pazienti colpiti da un tumore della testa-collo alla radioterapia, si suggerisce sempre di sottoporsi a un consulto odontoiatrico. Questo perché, nei dodici mesi successivi alle terapie, i pazienti non possono sottoporsi a estrazioni, ma soltanto a terapie conservative. Ai più giovani si può eventualmente consigliare l’utilizzo di dentifrici arricchiti con fluoro e sodio, per evitare la comparsa di carie dentali.


Un ruolo non trascurabile lo ha anche la dieta. Quanto ci si sottopone a trattamenti di radioterapia per i tumori della testa-collo, si consiglia sempre di mangiare cibi facilmente assorbibili, semisolidi e non irritanti per il cavo orale. Pietanze e bevande troppo calde sono pertanto da tenere lontane dalla tavola fino a un paio di mesi dopo la fine del trattamento. 

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