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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 08-01-2016

Come ragioni dipende (anche) da come vieni al mondo



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Nascere con parto cesareo, almeno nei topi, sembrerebbe influenzare negativamente lo sviluppo cerebrale e predisporrebbe all’accumulo dei chili di troppo

Come ragioni dipende (anche) da come vieni al mondo

 

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La precisazione iniziale è doverosa. I risultati sono stati ottenuti in modello animale nel topo. Quelli venuti al mondo attraverso un taglio cesareo presentano uno sviluppo cerebrale più lento rispetto a quelli nati in maniera naturale. Ad affermarlo è uno studio degli scienziati del Georgia State University presentato al recente convegno Neuroscience 2015 svoltosi a Chicago (Stati Uniti). Non solo, dalle analisi a lungo termine è emersa anche una maggiore predisposizione, da parte dei nati con cesareo, alla sedentarietà e ad accumulare peso.

 

CELLULE PIGRE

Per arrivare al curioso risultato gli scienziati statunitensi hanno analizzato alla nascita il ritmo di crescita cellulare dei neuroni di alcuni topi venuti alla luce sia con parto naturale sia attraverso cesareo. Dalle analisi è emerso che in quest’ultimo caso la capacità crescita dei neuroni, confrontata con quella dei topi nati spontaneamente, è risultata significativamente inferiore. Non solo, attraverso test cognitivo-comportamentali gli autori dello studio hanno rilevato migliori performance in quegli animali nati senza l’ausilio del cesareo. Accanto a questo risultato c’è però un dato in linea con quanto già si sapeva avvenire nell’uomo. Diversi studi epidemiologici indicano che i bambini nati con taglio cesareo sono mediamente più inclini a sviluppare problemi di peso. Anche nello studio presentato a Neuroscience gli scienziati hanno rilevato che nel tempo i topi nati con cesareo risultavano avere un indice di massa corporea superiore e prossimo al sovrappeso/obesità rispetto agli altri.

 

E SE FOSSERO I BATTERI?

Quale legame unisce queste due evidenze? Secondo molti ricercatori la causa risiederebbe nell’alterata flora batterica intestinale. I batteri dell’intestino infatti sono fondamentali per molti processi come l’assorbimento dei nutrienti, la produzione energetica, l’omeostasi della immunità della mucosa intestinale e fungono da barriera contro gli agenti patogeni. Ecco perché, visti i tanti ruoli, è facile immaginare che un loro squilibrio sia associato a diverse condizioni patologiche.

 

ATTENZIONE AL CESAREO FACILE

La colonizzazione dell’intestino da parte dei microbi comincia immediatamente dopo la nascita. In particolare, durante il parto, il neonato, passando nella vagina, viene esposto alla complessa popolazione di microrganismi che vi risiedono. Studi hanno rilevato che il microbiota della vagina delle madri presenta somiglianze con quello intestinale dei figli, suggerendo un’importante influenza del primo contatto, costituito dal parto, nello sviluppo della flora batterica. Una conferma ulteriore deriva dall’evidenza secondo la quale bambini partoriti con taglio cesareo hanno un microbiota intestinale diverso da quello dei nati da parto naturale, proprio perché non hanno il contatto con il microbiota vaginale. I risultati, seppur preliminari, dovrebbero ulteriormente far riflettere sull’utilizzo sempre più diffuso del parto cesareo. Se da un lato è utile in alcune circostanze a rischio, dall’altro può influenzare negativamente lo sviluppo del nascituro.


@danielebanfi83

 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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