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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 25-09-2017

Depressione: per uomini e donne non è la stessa malattia



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Uno studio su adolescenti in depressione mostra diversità cerebrali importanti. La prospettiva è arrivare a cure specifiche per uomini e donne

Depressione: per uomini e donne non è la stessa malattia

La depressione non è egualitaria. Colpisce molto più le donne degli uomini e la differenza comincia con l’adolescenza. Sembra anche colpire in modo diverso il cervello dei ragazzi e delle ragazze depressi, secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry. Jie-Yu Chuang, che ha presoparte alla ricerca targata Università di Cambridge, anticipa differenze già note: generalmente gli uomini soffrono di depressione persistente, mentre le donne tendono a forme episodiche. In confronto alle donne, i maschi più spesso patiscono serie conseguenze della loro depressione, come l’abuso di sostanze o il suicidio. Nonostante questo, le indagini mediche si sono più spesso focalizzate sulle pazienti dato il loro maggior numero.

DONNE E UOMINI HANNO BISOGNO
DI CURE DIFFERENTI?

PER LE DONNE PESA DI PIU' LA GENETICA 

Anche per questo Chuang e i suoi colleghi hanno voluto valutare le diversità tra i due sessi verso i 15 anni. A questa età le ragazzine depresse sono il doppio dei coetanei maschi. Possono essere vari i motivi: anche l’idea del proprio corpo, le fluttuazione ormonali, i fattori genetici; in questo campo le ragazze sembrano avere un maggiore rischio di ereditare la depressione. Se diverse sono le basi e le manifestazioni del disturbo dell’umore tra ragazzi e ragazzi, ne dovrebbero derivare cure più efficaci se differenziate per sesso. Questa la meta cui tendere.


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TASTI DELLA GIOIA E DEL DOLORE 

Intanto i ricercatori britannici hanno raccolto gruppi di volontari tra i pazienti depressi di età compresa tra 11 e 18 anni. Le ragazze 82, i ragazzi 24 (di più, ammettono gli studiosi di Cambridge, non sono riusciti ad arruolare) e, di contro, 24 femmine e 10 maschi privi di patologia. Tutti i giovani sono stati sottoposti a risonanza magnetica per imaging che “legge” il cervello mentre è in attività. Ai volontari sono state via via sottoposte parole di gioia, di tristezza o neutre, e chiesto loro di reagire premendo o meno un bottone. Nel mentre i ricercatori osservavano i loro “movimenti” cerebrali notando che questi si diversificavano tra maschi e femmine nell’area del circuito delle emozioni.

INTERVENTI PRECOCI

«I nostri risultati dicono che già nella prima adolescenza andrebbero adottate terapie diverse tra i due sessi - osserva il dottor Jie-Yu Chuang - nella speranza che interventi precoci riescano ad alterare la traiettoria del disturbo prima che le cose peggiorino». Ma tanto studio c’è ancora da fare.


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DEPRESSONE PRIMA DISABILITA' PER LE DONNE

«Questa ricerca conferma a livello dell’adolescenza quanto già sapevamo sulla depressione – commenta la dottoressa Clara Locatelli, psichiatra presso il Centro per i disturbi dell’umore all’ospedale San Raffaele di Milano. – Nel nostro reparto il 65 per cento è costituito da donne e il 35 da uomini. Del resto è grandissima l’attenzione nella ricerca per le differenze di genere, e non solo in psicologia. La medicina abitualmente è standardizzata sul modello maschile e la stessa Organizzazione mondiale della Sanità negli ultimi anni spinge a rompere questo schema. Nella depressione, poi, la disparità legata al sesso è clamorosa: il 30 per cento in più al femminile. Di più: l’Oms specifica che questa malattia è la principale causa di disabilità per le donne nel mondo».

COME SI CURA LA DEPRESSIONE
IN GRAVIDANZA? 

A CACCIA DI CURE PERSONALIZZATE

Gli ormoni sono i primi sospettati: «La differenza con i maschi comincia con l’età dello sviluppo e diminuisce dopo i 65 anni», continua la dottoressa Locatelli. «A parità di eventi stressanti, il rischio è maggiore per le donne. Nella depressione si perde il controllo delle emozioni, si attivano di più le zone emozionali del sistema limbico, mentre diminuisce il controllo del ragionamento che si situa nella zona frontale. Non sappiamo proprio bene che differenze anatomiche inducono. Sappiamo che tra maschi e femmine nella depressione ci sono differenze di funzionamento cerebrale e il coinvolgimento di conformazioni anatomiche diverse». Il futuro è di terapie antidepressive personalizzate almeno riguardo al sesso, a cominciare dai giovani. «Non è adesso, ma c’è da sperare: tutta la ricerca si sta spostando in questa direzione», conclude Locatelli.


Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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