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Neuroscienze
Donatella Barus
pubblicato il 07-04-2017

Sono 300 milioni le vittime della depressione nel mondo



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"Let's talk" è la campagna voluta dall'OMS, che nella Giornata mondiale della salute stima in mille miliardi l'anno i costi della depressione non curata

Sono 300 milioni le vittime della depressione nel mondo

Più delle malattie cardiovascolari, più dei tumori. È la depressione è la prima causa di malattia e di disabilità nel mondo. Lo afferma l’Organizzazione mondiale della salute (OMS) che ha dedicato proprio alla patologia depressiva la Giornata mondiale della salute del 7 aprile. Il primo obiettivo della campagna OMS è quello di fare uscire dall’ombra le persone colpite (300 milioni nel mondo), affinché cerchino aiuto e non siano oppresse dal giudizio negativo della società.


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A livello globale si è registrato un aumento significativo delle persone che vivono con la depressione: si stima un più 18 per cento fra il 2005 e il 2015. Se il primo bisogno è quello della conoscenza, motivo per cui la campagna dell’OMS si chiama Let’s talk, “parliamo di depressione”, resta alta la necessità di investimenti. Ancora troppe persone infatti vivono in posti dove i servizi e le cure sono una chimera. Anche nei paesi a reddito medio-alto quasi la metà di loro non segue alcun trattamento.

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Più in generale, sono gli investimenti per la salute mentale che scarseggiano. Sono l’1 per cento dei budget sanitari nei paesi più poveri e il 5 per cento in quelli più ricchi. Un errore strategico e anti-economico, sostiene l’OMS, che ricorda come per ogni dollaro investito in cure per ansia e depressione ci sia un guadagno quadruplicato in termini di salute e capacità produttiva.

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E, per contro, restare immobili ha un prezzo assai alto. Un recente studio condotto sempre dall’OMS su 36 nazioni ha infatti previsto in mille miliardi l’anno, da qui al 2030, il costo dovuto alla scarsità di diagnosi e cura per depressione e ansia. In questa stima sono compresi i costi a carico di imprese e datori di lavoro per la mancata produttività e quelli a carico dei governi per i sussidi pubblici e le spese sanitarie. A tutto ciò si aggiunge la constatazione che la depressione è connessa a un rischio aumentato di altre patologie, come quelle a cardiovascolari, il diabete, la dipendenza da alcol, fumo o altre droghe.


@donatellabarus

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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