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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 15-04-2015

Forse un’infezione virale dietro la sindrome da stanchezza cronica



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Il disturbo non sarebbe di natura psicologica. Mancano, però, “marker” specifici per la diagnosi. La fibromialgia è un’altra faccia della stessa medaglia?

Forse un’infezione virale dietro la sindrome da stanchezza cronica

La definizione clinica è recente e risale ad appena vent’anni fa. Ma la sindrome da stanchezza cronica (Cfs) sarebbe tutt’altro che rara. Dalle prime linee guida sulla sua gestione emerge come la fatica corrisponda al 25% delle segnalazioni che riceve un medico di famiglia. E stando ai rilievi epidemiologici che giungono dagli Stati Uniti (a soffrirne sarebbero circa mezzo milione di persone), non è irrealistico calcolare in circa duecentomila i malati in Italia: soprattutto donne tra i 20 e i 40 anni.


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CFS: COSA SAPPIAMO?

Chi soffre di stanchezza cronica? È difficile dirlo, perché a oggi la conoscenza è ancora incompleta e molti indizi lasciano pensare che si tratti di una malattia complessa. Ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione, schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche: tutte queste condizioni possono giustificare i sintomi (stanchezza, dolori muscolari, disturbi del sonno, cefalea, difficoltà nella concentrazione, indolenzimento dei linfonodi cervicali e ascellari) accusati dal paziente che soffre di stanchezza cronica. Per procedere alla diagnosi, in assenza di marcatori specifici, occorre escludere una di queste malattie e riscontrare almeno quattro delle condizioni indicate. Dopodiché sulle cause restano diversi aspetti da chiarire. «Una delle ipotesi più accreditate riguarda l’origine virale - afferma Eligio Pizzigallo, ordinario di malattie infettive all’Università di Chieti, intervenuto nel corso del convegno per il decennale della nascita dell’Associazione dei pazienti (Amcfs) -. Tra gli agenti implicati potrebbe esserci il virus di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi, che spesso si riscontra nel momento in cui si diagnostica la malattia».


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FATTORI AMBIENTALI

L’origine infettiva, però, è soltanto una delle ipotesi al vaglio degli specialisti, che non escludono che a innescare i meccanismi immunologici alla base del disturbo ci siano altri fattori: alimentari, ambientali o endocrini. A instillare il sospetto l’analogia nel decorso clinico tra la malattia e altre condizioni ben definite - sindrome della Guerra del Golfo o intossicazione da ciguatera - secondarie all’esposizione a fattori tossici o ambientali. Senza trascurare l’ipotesi ormonale, viste le disfunzioni riscontrate in molti pazienti a carico dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, e l’origine psichiatrica (forte la correlazione con la depressione).



CFS E FIBROMIALGIA

I sintomi della fatica cronica si presentano spesso in associazione con altre patologie disfunzionali. Tra queste spicca la fibromialgia, «una malattia caratterizzata da dolore muscolare diffuso e persistente nel tempo - dichiara Laura Bazzichi, reumatologo dell’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa -. Se chiediamo ai pazienti affetti dalle due condizioni di quantificare il loro grado di fatica e di dolore, constatiamo una quasi uguaglianza nei dati». Si tratta di due facce delle stessa medaglia? Impossibile da escludere. Al momento, comunque, i trattamenti restano quasi sempre distinti. Sulla sindrome da stanchezza cronica si interviene con antidepressivi, cortisonici, antivirali e regolatori del sistema immunitario. Prevista anche una moderata attività fisica. In taluni casi si interviene anche con il supporto psicologico.


@fabioditodaro

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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