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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 04-04-2018

Come diventare donatori di midollo osseo



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L'iter da seguire per diventare donatori di midollo osseo. I requisiti necessari, i diritti del donatore, come avviene il prelievo

Come diventare donatori di midollo osseo

Se ne è parlato dopo la morte di Fabrizio Frizzi, che nel 2000 si sottopose al prelievo delle cellule staminali del midollo osseo per salvare la vita a una bambina affetta da una leucemia e in attesa di un trapianto (oggi ha trent’anni e gode di buona salute). E tante domande sul come diventare donatori di midollo osseo sono giunte alla nostra redazione. Da qui è nata l’idea di stilare un piccolo vademecum di informazioni utili per chi sta prendendo in considerazione l’ipotesi di iscriversi al registro nazionale dei donatori di midollo osseo. Il testo è stato stilato in collaborazione con l'ematologa Letizia Lombardini, responsabile dell'area sanitaria del Centro Nazionale Trapianti. 

 


Perché è importante iscriversi al registro dei donatori del midollo osseo?

Il trapianto di midollo osseo - si parla in genere di trapianto di midollo osseo, ma quelle che vengono trapiantate sono le cellule staminali emopoietiche che possono essere raccolte dal midollo osseo o dal sangue periferico - può rappresentare l’unica opzione terapeutica per i pazienti colpiti da talassemie, leucemie, linfomi, mielomi e, in alcuni casi, tumori solidi e malattie autoimmuni. Si tratta dunque di un gesto di solidarietà che può salvare una vita e che non compromette in alcun modo la salute dei donatori. Esistono tuttavia dei rischi minimi che raramente possono insorgere con la donazione: per esempio quelli collegati all’anestesia, in caso di raccolta di cellule staminali dal midollo osseo.

 

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Chi può iscriversi al Registro nazionale italiano donatori di midollo osseo?

Per iscriversi al Registro Ibmdr bisogna avere un’età compresa tra 18 e 35 anni, pesare almeno cinquanta chilogrammi ed essere in buona salute. Per iscriversi è necessario fare un primo screening: vale a dire un colloquio anamnestico e un prelievo di saliva o sangue, per procedere alla tipizzazione. Se non sono riscontrate controindicazioni cliniche, si può entrare nel Registro Ibmdr dove si resterà fino al raggiungimento del cinquantacinquesimo anno di vita.

 


Come avviene nella pratica l’iscrizione al registro dei donatori?

Per rendere concreta questa volontà, occorre rivolgersi a uno dei centri donatori sparsi sull’intero territorio nazionale o, in alternativa, rivolgersi alle associazioni di settore come l’Associazione Donatori di Midollo Osseo (Admo) e la Federazione italiana associazioni donatori cellule staminali emopoietiche (Adoces), che potranno indicare la struttura più vicina da raggiungere. Da qualche settimana è inoltre possibile effettuare una preiscrizione online, attraverso il sito del Registro italiano donatori di midollo osseo. In questo modo si potrà essere ricontatti dal centro donatori più vicino e fissare un appuntamento per sottoporsi al primo screening. Il primo passo è rappresentato dal colloquio anamnestico con un medico, che illustra anche le modalità della procedura e la sua utilità a scopo terapeutico. Dopo aver apposto la firma in calce al consenso informato, si è sottoposti a un prelievo di sangue o di saliva. A seguire avviene la tipizzazione, ovvero la caratterizzazione del profilo genetico: necessaria per verificare l’eventuale compatibilità con un paziente. I dati raccolti vengono poi inseriti nel registro nazionale dei donatori, a sua volta collegato anche con quelli internazionali. Da quel momento si risulta ufficialmente iscritti alla lista dei potenziali donatori di midollo osseo.

 

Quali sono i requisiti di buona salute?

Sono diverse le condizioni che portano all'esclusione dall'arruolamento nell'elenco dei possibili donatori di midollo osseo: malattie cardiovascolari (aritmie, gravi alterazioni della pressione arteriosa), respiratorie (asma, bronchite cronica in trattamento), gastrointestinali (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa), autoimmuni (lupus, tiroidite autoimmune, artrite reumatoide, connettiviti indifferenziate), del sistema nervoso centrale (epilessia), tutti i tumori (anche una volta guariti), problemi nella coagulazione (come l'emofilia) e psichiatrici (se in trattamento). Non è inoltre possibile diventare donatori durante la gravidanza, se si è alcolisti, se si hanno comportamenti sessuali a rischio e se si assumono sostanze stupefacenti
 

 

Quando e come si può essere contattati perchè compatibili?

La persona può essere contattata soltanto nel caso in cui venga accertata la compatibilità con un paziente. Di norma, quando si è ricontattati, vengono svolti ulteriori esami necessari anche a confermare l’assenza di controindicazioni cliniche alla donazione. Ciò non esclude comunque la possibilità di cambiare idea in corso d’opera e ritirare il proprio consenso al prelievo delle cellule staminali. La disponibilità, anonima e gratuita, non ha limiti geografici. Si può essere chiamati a donare anche per una persona che vive dall’altra parte del mondo, ma il prelievo viene comunque effettuato in strutture ospedaliere, autorizzate a svolgere questa attività, più vicine alla residenza del donatore. Sarà il personale sanitario a preoccuparsi di far giungere a destinazione le cellule prelevate, al fine di procedere al trapianto nel paziente interessato. 

 

Fino a che età è possibile donare il midollo osseo?

Si può essere chiamati a svolgere il compito di donatori fino all’età di 55 anni, sempre che ci si sia iscritti al registro in età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il limite dei 55 anni, introdotto a tutela del donatore e del paziente, non vale per i donatori familiari, che possono donare anche se hanno un'età superiore.

 

Come avviene il prelievo?

Le cellule staminali emopoietiche possono essere prelevate direttamente dal midollo osseo o dal sangue periferico. Il sangue midollare viene prelevato dalle ossa del bacino (creste iliache), in anestesia generale o epidurale, e dura circa un’ora. Si tratta di una procedura sicura che non comporta danni o menomazioni per il donatore. A ogni modo, esistono dei rischi minimi, rari, legati sia all’anestesia che all’insorgere di infezioni o ematomi nella sede di prelievo. Nel caso di donazione di cellule staminali emopoietiche da sangue periferico, 4-5 giorni prima del prelievo è indispensabile assumere dei farmaci (noti come fattori di crescita) in grado di stimolare il midollo a produrre e rilasciare nel circolo sanguigno nuove cellule staminali. Questi farmaci possono comportare, in alcuni casi, febbre, senso di stanchezza diffuso e comparsa di dolori ossei. Si tratta di sintomi che comunque scompaiono al termine della somministrazione. Il donatore è costantemente monitorato e le procedure di prelievo non necessitano di anestesia. In questo caso, il prelievo avviene attraverso una procedura di aferesi (simile a quella per la donazione di plasma e piastrine) ed è indolore. Sarà il medico che ha in cura il paziente in attesa di trapianto a proporre il tipo di donazione, sulla base delle necessità del paziente, della disponibilità e idoneità del donatore.

 

Di quali diritti gode il donatore di cellule staminali?

Il donatore di midollo osseo è equiparato a tutti gli altri donatori. Motivo per cui l’assenza dal posto di lavoro per il tempo necessario (indipendentemente da quanto esso sia) a effettuare gli esami necessari a verificare l’eventuale compatibilità con un paziente e la donazione effettiva è regolarmente retribuita e a carico del servizio sanitario.

 

È possibile conoscere la persona che riceverà le nostre cellule staminali?

La legge, così come nel caso delle donazioni di organi, non prevede la possibilità di conoscere il ricevente. Possono essere fornite solo indicazioni generali sul ricevente o sul donatore che comunque non ne consentano l'identificazione.

 

 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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