Così il tumore del colon si «difende» dall'attacco dei farmaci
Nel tumore del colon metastatico alcuni «focolai» di cellule maligne determinano la comparsa di recidive. Per aggredirle si punta ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare
Anche le cellule dei tumori del colon-retto metastatici all'apparenza «irriducibili», che (al momento) non si arrendono neppure di fronte alle terapie più efficaci, hanno un tallone d’Achille. Si tratta di alcuni segnali molecolari che aiutano queste cellule a trovare una nicchia in cui sopravvivere, «addormentandosi» per poi tornare in azione e provocare ricadute. Ed è a questi - due quelli identificati in uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine dai ricercatori dell'Istituto Tumori di Candiolo - che bisogna puntare per vincere le diagnosi più refrattarie, quelle che continuano a provocare i decessi di quella che è la seconda forma di cancro più diffusa in Italia.
TUMORE DEL COLON-RETTO: QUALE PREVENZIONE PRIMA DEI 50 ANNI?
I DUE RECETTORI CHE INIBISCONO IL CETUXIMAB
I ricercatori hanno individuato in due recettori espressi dalle cellule tumorali gli «scudi molecolari» da infrangere. Queste due proteine di membrana sono considerate «sorelle» del bersaglio della terapia farmacologica standard e di solito risultano inattive. Ma nelle cellule che sviluppano una forte resistenza alle cure, questi recettori di membrana si attivano e finiscono per rendere le cellule cancerose molto più simili a quelle di un intestino sano. Da qui l'incapacità dei farmaci attualmente in uso di riconoscerle e di conseguenza aggredirle. «Molti pazienti con un tumore al colon metastatico che non può essere trattato con la chirurgia vengono curati con cetuximab, un farmaco diretto contro il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR, ndr) - spiega Livio Trusolino, a capo del laboratorio di oncologia traslazionale dell'istituto di Candiolo e prima firma della pubblicazione -. Cetuximab è efficace in quasi la metà di questi pazienti, ma non sempre eradica del tutto la malattia». La causa di questo successo è da ricercare proprio in queste cellule, abili a nascondersi e a rientrare in azione nel tempo: dando così il la a una recidiva.
Nello studio in questione sono stati studiati (su campioni di tessuto umano) proprio questi serbatoi di cellule residuali, per capire come e perché sopravvivono a cetuximab: covando il fuoco sotto la cenere. «Abbiamo scoperto che, nel momento in cui c’è la massima risposta tumorale al farmaco, queste cellule spengono i segnali di EGFR, il bersaglio molecolare di cetuximab, e attivano due recettori molto simili e normalmente inattivi sul tumore». Si tratta, nello specifico, di HER2 ed HER3, anch’essi recettori di superficie per il fattore di crescita epidermico. Si tratta perciò di molecole della stessa famiglia, che nel tumore al colon si attivano soltanto sotto la pressione indotta dalla presenza del farmaco. Quasi una sorta di ultimo baluardo difensivo, che silenzia l’obiettivo del farmaco e crea uno scudo con molecole simili ma diverse. Da cui l'azione elusiva nei confronti cetuximab.
LE POSSIBILI RICADUTE TERAPEUTICHE
«La minima quota di cellule tumorali che sopravvive alla terapia acquisisce caratteristiche di superficie simili a quelle di alcune cellule intestinali sane: di norma quiescenti, ma in grado di proliferare quando occorre riparare il tessuto intestinale a seguito di un danno», puntualizza Trusolino. Le cellule tumorali residue si comportano allo stesso modo: rimangono in stand-by, ma col tempo tornano a moltiplicarsi e provocano una ricaduta. Aver scoperto i segnali molecolari che vengono accesi per nascondersi a cetuximab e garantirsi una nicchia di sopravvivenza è considerato però un grande passo avanti. HER2 ed HER3 potrebbero infatti diventare l’obiettivo di terapie a bersaglio molecolare che potrebbero «sfibrare» lo scudo protettivo e ridurre così il rischio di recidive della malattia.
Dieci buone regole per prevenire il tumore al colon-retto
Non trascurarti Se avverti alcuni sintomi, come cambiamenti nelle tue abitudini intestinali, sangue nelle feci, frequenti dolori addominali, avvisa il tuo medico di fiducia: individuare questo tumore in fase iniziale può fare davvero la differenza
L'importanza degli screening Non saltare gli screening previsti per questa forma di tumore. Se ricevi l’avviso a casa, fai gli esami, sono gratuiti. Se uno dei tuoi familiari è stato colpito da un tumore al colon-retto, segui l’iter di diagnosi precoce previsto per i casi come il tuo
Proteggi la flora batterica dell'intestino È indispensabile per mantenere tutto l’organismo in salute: consuma alimenti che contengono elementi probiotici, come lo yogurt e altri cibi fermentati come miso (derivata da soia gialla) e prodotti da forno con lievito madre
Non trascurare la predisposizione Se ti hanno diagnosticato malattie che aumentano il rischio per il tumore al colon-retto, come la poliposi adenomatosa familiare (FAP), la sindrome di Lynch o la retto-colite ulcerosa, segui le indicazioni del medico e sottoponiti a tutti gli esami consigliati
Segui la dieta mediterranea Consuma tutti i giorni frutta, verdura, cereali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva e limita i grassi saturi (al di sotto del 10% dell’energia quotidiana), le carni rosse (1-2 porzioni da 100g a settimana) e conservate (1 porzione o meno da 50g a settimana)
e gli zuccheri semplici (al di sotto del 15% dell’energia quotidiana).
Non fumare Meglio non iniziare. O, se già si fumare, smettere subito. Chi fuma rischia di ammalarsi il 27% in più rispetto a chi non fuma
Scegli alimenti ricchi di fibre A tavola via libera al consumo di verdure, cereali, legumi, frutta secca, che aiutano a mantenere libero l’intestino
Muoviti tutti i giorni Almeno 30 minuti di attività fisica moderata. Se non hai tempo per lo sport, prendi le scale al posto dell’ascensore, usa meno l’auto, cammina
Mantieni il tuo peso forma Un indice di massa corporea adeguato deve essere tra 18,5 e 25. Va inoltre contenuto il grasso sull’addome (circonferenza vita al di sotto degli 80 centimetri per le donne e dei
94 per l’uomo). Esso è correlato con l’insorgere di molte malattie, non soltanto il tumore al colon-retto
Evita l'alcol Mantieniti su un consumo correlato a un basso rischio (un bicchiere di vino al giorno per le donne, due per gli uomini)