Il ROME Trial conferma: integrare biopsia tissutale e liquida migliora l’efficacia delle terapie personalizzate nei tumori avanzati. I risultati presentati al congresso AACR

La cura dei tumori, per dirsi veramente personalizzata, passerà da una doppia biopsia: quella del tessuto e quella liquida. Solo integrando i risultati di entrambi gli esami sarà possibile trarre il massimo vantaggio dalle terapie a bersaglio molecolare. Ad affermarlo è il ROME Trial, un pionieristico studio clinico italiano presentato al congresso dell’American Association for Cancer Research (AACR) 2025. L'analisi ha dimostrato l'utilità del somministrare una terapia target scelta in base al doppio risultato dell'esame.
COME SI CURANO I TUMORI?
Ad oggi curare un tumore significa integrare più strategie di intervento. Oltre alla chirurgia, quando possibile, i principali approcci prevedono l’utilizzo di radioterapia, chemioterapia, terapie target e immunoterapia. La scelta del trattamento dipende essenzialmente dalla tipologia del tumore, dallo stadio di sviluppo e dalle sue caratteristiche molecolari.
ALLA RICERCA DELLE MUTAZIONI
Negli ultimi anni, grazie alla possibilità di analizzare il DNA della malattia, per alcune forme tumorali sono stati sviluppati farmaci a bersaglio molecolare in grado di colpire selettivamente le cellule malate, risparmiando quelle sane. Tumore del polmone e melanoma, ad esempio, hanno beneficiato enormemente di questo approccio. Oggi si stima che circa il 15-20% di tutti i tumori presenti mutazioni "colpibili" con terapie target.
QUALE BIOPSIA SCEGLIERE?
Attenzione però a pensare che l’analisi del DNA tumorale sia così facile. I risultati possono dipendere dal tipo di prelievo effettuato. Le biopsie tissutali prelevano un campione direttamente dal tumore, ma richiedono una procedura chirurgica invasiva. Poiché il campione viene prelevato da un’area specifica del tumore, il test potrebbe non rilevare mutazioni presenti in altre parti del tumore. Le biopsie liquide richiedono solo un campione di sangue, ma potrebbero non rilevare mutazioni da tumori che non rilasciano abbastanza DNA nel flusso sanguigno. Queste differenze nelle modalità di raccolta dei campioni possono portare a risultati discordanti. Ed è proprio in questo contesto che nasce il ROME Trial, studio accademico, indipendente, svolto con il patrocinio dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione per la Medicina Personalizzata.
I RISULTATI
Uno dei principali obiettivi dello studio era quello di comparare i risultati provenienti dalle due modalità di biopsia nel scegliere la migliore terapia. Tra novembre 2020 e agosto 2023 il ROME Trial ha coinvolto quasi 1800 pazienti con tumori solidi avanzati. In circa 400 di loro -come preventivato- sono state individuate mutazioni genetiche potenzialmente trattabili. Quando queste alterazioni venivano rilevate sia nella biopsia liquida che in quella tissutale, la terapia a bersaglio molecolare funzionava meglio: i pazienti vivevano più a lungo, la malattia rallentava la sua progressione e i benefici si mantenevano nel tempo. Al contrario, quando la mutazione veniva identificata da un solo test l’efficacia della terapia diminuiva, fino a scomparire del tutto in alcuni casi.
«Gli esiti migliori osservati nei pazienti con risultati bioptici concordanti -spiega il professor Marchetti, coordinatore dello studio- evidenziano il potenziale degli approcci combinati di profilazione molecolare per ottimizzare la selezione dei pazienti per terapie personalizzate. La doppia conferma genetica consente di selezionare meglio i pazienti che possono davvero trarre vantaggio da un trattamento personalizzato». Un risultato importante che si aggiunge a quanto già emerso al congresso ESMO 2024, dove il ROME Trial (come raccontato in questo nostro approfondimento) aveva dimostrato per la prima volta che l’adozione di una terapia mirata sulla base della profilazione genomica –indipendentemente dalla sede del tumore– può migliorare concretamente l’efficacia terapeutica.
LE DIFFICOLTÀ NELLA PRATICA CLINICA
Quanto fatto nel trial ROME non rappresenta però la pratica clinica corrente. Anzi. La profilazione genomica completa è una procedura costosa e non sempre accessibile in tutti i centri oncologici, specialmente nei contesti con risorse limitate. Non tutti gli ospedali dispongono della tecnologia necessaria o delle competenze per eseguire questi test, limitando l'accesso ai pazienti. Non solo, le linee guida attuali suggeriscono la profilazione genetica solo in specifici contesti clinici, solitamente quando il tumore è avanzato o metastatico e quando ci sono opzioni di trattamento mirate disponibili. Per molti tumori, soprattutto nelle fasi iniziali o per tipi meno comuni, la profilazione genetica dunque non è ancora standard di cura. Addirittura esistono casi limite (lo abbiamo raccontato in questo nostro articolo) in cui non viene nemmeno effettuata l'immunoistochimica, ovvero quell'esame del vetrino con il tessuto tumorale utile a ricercare, ad esempio, la presenza di alcuni recettori come quelli ormonali presenti nei tumori del seno. Un'indicazione essenziale per orientare le terapie.

Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.