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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 28-12-2021

Immunoterapia: la risposta è migliore quando si consumano più fibre



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Il microbioma influenza la risposta alle cure anticancro. Nel melanoma, il consumo di fibre può migliorare l'azione degli immunoterapici

Immunoterapia: la risposta è migliore quando si consumano più fibre

I farmaci immunoterapici funzionano meglio se il microbioma è in salute. Che la composizione batterica del nostro intestino influenzi la risposta immunitaria contro il tumore è ormai un dato sempre più certo. Ma ciò che potrebbe fare la differenza, secondo uno studio appena pubblicato da Science, sarebbe la fibra alimentare ingerita. In base a quanto descritto nell'analisi dei ricercatori dell'MD Anderson Cancer Center di Houston, il suo consumo -migliorando il microbioma- sarebbe in grado di influenzare positivamente la risposta agli immunoterapici nei pazienti con melanoma metastatico.

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L'immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molte forme tumorali. Purtroppo però, ad oggi, non tutte le persone rispondono efficacemente a questa strategia. Per questa ragione da tempo la ricerca si sta dirigendo verso l'individuazione di nuovi approcci per aumentare la percentuale di chi risponde positivamente alle cure. Uno di questi potrebbe essere l'analisi del microbioma e la sua successiva modifica. A riprova dello stretto legame tra composizione batterica dell'intestino ed efficacia delle terapie, recenti studi hanno dimostrato che i pazienti con tumori solidi trattati con immunoterapia e che erano in terapia antibiotica rispondevano molto meno efficacemente alle cure rispetto a quelli che non avevano assunto antibiotici. 

INFLUENZARE IL MICROBIOMA CON L'ALIMENTAZIONE

Partendo da questo concetto, diversi gruppi di ricerca nel mondo sono al lavoro nel tentativo di identificare quei fattori in grado di migliorare la risposta all'immunoterapia attraverso la "modulazione" del microbioma. Uno di questi è il consumo di fibra alimentare. Nello studio pubblicato su Science il gruppo di ricerca statunitense ha scoperto che nelle persone in trattamento con immunoterapici per un melanoma metastatico, il consumo di fibra senza alcuna aggiunta di probiotici era in grado di influenzare positivamente la risposta alle terapie. Ma c'è di più: il dato è stato confermato anche nei modelli animali. Nei topi sottoposti ad una dieta a basso contenuto di fibre o al consumo di probiotici, le cellule del sistema immunitario attivate contro il tumore risultavano meno performanti.

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NON SOLO CIBO

Risultati importanti, quelli ottenuti nello studio, che mostrano ancora una volta l'importanza dello studio su come influenzare la composizione batterica per meglio rispondere alle terapie. Un altro studio a supporto della tesi che vede l'importanza di un microbioma dalla composizione equilibrata è quello presentato al'ultimo congresso ASCO relativo all'utilizzo degli inibitori di pompa protonica per il trattamento del reflusso. Questi farmaci infatti, modificando il pH gastrico, sono responsabili dell'alterazione della flora batterica. Dalle analisi è emerso che nei pazienti trattati con immunoterapia, il consumo concomitante degli inibitori di pompa protonica correlava con una peggiore prognosi

IL FUTURO DELLA RICERCA

Alla base dello stretto legame tra batteri e funzionamento dell'immunoterapia sembrerebbero esserci i metaboliti prodotti dai microrganismi, sostanze capaci di modulare positivamente il sistema immunitario. Poterli individuare e modificare a proprio piacimento la flora batterica potrebbe essere la giusta strategia per migliorare l'efficienza dei trattamenti immunoterapici.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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