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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 03-05-2017

Papillomavirus: i genitori sottovalutano ancora i rischi dell'infezione



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Solo un genitore su due sa che il papillomavirus può causare anche tumori nell'uomo. Ecco tutti i risultati dell'indagine del CENSIS

Papillomavirus: i genitori sottovalutano ancora i rischi dell'infezione

Se non bocciati almeno rimandati. Tra i genitori degli adolescenti la conoscenza dei rischi legati all'infezione da papillomavirus (HPV) è ancora inadeguata. A fotografare la situazione è l'ultimo rapporto del Censis. Due dati su tutti: solo un genitore su due sa che il papillomavirus può causare tumori anche nell'uomo. Solo il 34,4% delle mamme è consapevole che l’HPV può causare i condilomi genitali. 

 

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HPV NON E' SOLO RESPONSABILE DEL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA

Il papilloma virus (HPV) è uno dei tanti virus che attaccano l’uomo. La sua pericolosità sta nel fatto che una sua eventuale infezione può portare, sul lungo periodo, ad un aumento delle probabilità di sviluppare un tumore nella sede dove il virus è entrato nel nostro corpo. Ad oggi si calcola che esistona circa 100 tipi di papilloma virus differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri sono in grado di produrre lesioni potenzialmente in grado di generare il tumore della cervice. Ma quest'ultimo non è il solo tumore ad essere associato all'infezione: tumori del cavo orale, dell'ano, dell'esofago e della laringe sono le neoplasie dove l'infezione riveste un ruolo importante. Un problema che non riguarda dunque solo le donne.


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FIGLI PROMOSSI, GENITORI RIMANDATI

Ma cosa ne sanno genitori e figli a riguardo dell'infezione? L’85,1% dei genitori afferma di sapere cosa sia il Papillomavirus, ma tra i papà la quota si abbassa al 75,9%. L’87,4% dei genitori (e quasi la totalità delle donne: il 91,6%) associa correttamente l’HPV al tumore al collo dell’utero, ma è molto inferiore la percentuale di chi sa che può essere responsabile di altri tumori che riguardano anche l’uomo (47,2%), mentre il 36,6% dei genitori è convinto che si tratti di un virus che colpisce esclusivamente le donne. Le mamme consapevoli che l’HPV è un virus responsabile dei condilomi genitali si è ridotta di 10 punti, passando dal 43,5% del 2011 al 34,4% del 2017.

 

IL VACCINO PREVIENE LE MALATTIE ASSOCIATE ALL'INFEZIONE DA HPV

Fortunatamente da diversi anni, complice la scoperta della relazione tra infezioni da papilloma virus e aumentato rischio di sviluppo del cancro, la scienza ha sviluppato diversi vaccini utili a contrastare l'infezione da HPV. Vaccini che hanno contribuito nel giro di poco tempo, soprattutto se somministrati alle adolescenti prima dell’inizio dell’attività sessuale, ad abbassare sensibilmente (98%) il rischio di sviluppare il tumore della cervice uterina. Un'arma molto potente -in commercio è da poco arrivato anche il vaccino in grado di proteggere da 9 genotipi virali- ma non ancora ben conosciuta: Il 73,8% sa che è disponibile il vaccino contro l’HPV e, tra questi, il 40% sa che si tratta di una vaccinazione indicata sia per le figlie femmine che per i figli maschi di dodici anni. Le figlie femmine vaccinate risultano essere il 56,6%, i figli maschi appena il 7,3% (un dato coerente con l’offerta vaccinale disponibile al tempo dell’indagine in sole 9 regioni, ora estesa anche ai maschi in tutte le regioni italiane con il nuovo Piano vaccini).

 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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