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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 14-05-2020

Smettere di fumare conviene sempre. Anche con un tumore del polmone



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Anche se si è fumato per tutta la vita, smettere riduce le probabilità di morte. Un dato vero anche per chi svilupperà comunque un tumore del polmone

Smettere di fumare conviene sempre. Anche con un tumore del polmone

Dire addio al fumo è sempre una cosa buona. Anche se prima si smette e maggiori sono i vantaggi, non è mai troppo tardi per abbandonare la sigaretta. Smettere di fumare infatti, anche quando di lì a poco si riceverà una diagnosi di tumore del polmone, impatta positivamente sulle possibilità di sopravvivenza. Ad affermarlo è un ampio studio presentato dall'ASCO, l'American Society of Clinical Oncology, in occasione dell'imminente congresso che si svolgerà a fine mese.

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IL FALSO ALIBI DEL FUMATORE

"Fumo da tantissimi anni, le probabilità che ormai il danno sia fatto è abbastanza elevata. Smettere ora non avrebbe senso". Dentro questa frase c'è tutto l'alibi del fumatore. Un ragionamento che all'apparenza potrebbe anche sembrare sensato. Mentre si sa molto su come lo smettere di fumare influenzi notevolmente il rischio di sviluppare un tumore al polmone, c'è sempre stata molta incertezza su quanto tempo debba passare per avere reali benefici in termini di sopravvivenza dopo aver fumato per una vita intera. Partendo da questa incertezza gli scienziati del Princess Margaret Cancer Centre di Toronto hanno contribuito a dipanare i dubbi.

SMETTERE DI FUMARE FA SEMPRE BENE, ANCHE IN CASO DI TUMORE DEL POLMONE

Per farlo hanno analizzato il database dell'International Lung Cancer Consortium contenente i dati di oltre 35 mila persone con diagnosi di tumore del polmone. Un insieme di dati preziosi da cui hanno estrapolato informazioni circa l'abitudine al fumo e il numero di decessi. In particolare i ricercatori hanno analizzato la probabilità di andare incontro a morte in 3 differenti categorie: persone che hanno smesso di fumare due anni prima della diagnosi di tumore del polmone, dai due ai cinque anni e più di cinque anni prima. Probabilità che poi è stata comparata con quella degli individui con tumore del polmone che non hanno mai smesso di fumare. Dalle analisi è emersa una riduzione della probabilità di andare in contro a morte per qualsiasi causa pari al 12% (per chi ha smesso due anni prima), al 16% (2-5 anni) e al 20% (5 anni e più). Percentuali ancora migliori se si considerano i forti fumatori, ovvero chi ha fumato almeno un pacchetto al giorni per 30 anni. In questo caso le percentuali si attestano a 14%, 17% e 22% rispettivamente.

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NON VANIFICARE LA RICERCA

Risultati importanti che mostrano inequivicabilmente il vantaggio di smettere di fumare in qualsiasi momento, indipendentemente da quando si è iniziato. Ma il risultato presentato dall'ASCO è ancora più di impatto se si considera il successo delle cure degli ultimi anni. "La nuova campagna antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori con cui abbiamo tappezzato pareti e cortili del nostro ospedale -commenta Roberto Boffi, Responsabile della Pneumologia e Direttore del Centro Antifumo presso l'ospedale milanese- recita: "Il fumo uccide la ricerca, ma anche le cure contro il cancro". Ora che abbiamo ottenuto per così tanti pazienti affetti da neoplasia polmonare, grazie alle innovative terapie degli ultimi anni, una cronicizzazione del loro tumore, è ancora più grave non fare di tutto per aiutarli a non continuare a fumare anche dopo la diagnosi e durante i trattamenti oncologici, così da non vanificare i grandi sforzi e le importanti risorse impiegate in questa lotta". Smettere di fumare è sempre la scelta giusta.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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