Come riconoscere l’acetone nei bambini? Come trattarlo e tenerlo sotto controllo per il lungo periodo?
L’acetone è uno dei disturbi più frequenti in età pediatrica. Chi ne soffre presenta alito e urine caratterizzati da un odore molto forte, simile a quello della frutta molto matura. Come trattarlo e tenerlo sotto controllo per il lungo periodo? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Laura Cursi, pediatra dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
CHE COS'È L'ACETONE?
L'acetone nei bambini è una risposta metabolica che interviene quando l'organismo, dopo aver bruciato tutti gli zuccheri a disposizione, comincia a utilizzare i grassi per far fronte alle necessità energetiche. È una condizione solitamente passeggera, quasi sempre risolvibile in breve tempo senza grossi problemi. È un disturbo tipico dei bambini dai due ai dieci anni: proprio durante questa fase dello sviluppo, infatti, il bambino, avendo la possibilità di immagazzinare un quantitativo di zuccheri più limitato rispetto all'adulto, è facile che si trovi in carenza di glucosio con conseguente manifestazione dei sintomi dell’acetone.
LE CAUSE
Esistono delle situazioni in cui l'organismo, trovandosi ad affrontare un grande dispendio di energia, esaurisce tutte le scorte di zuccheri. Ciò si verifica più frequentemente nelle seguenti condizioni:
- digiuno prolungato (nei bambini piccoli addirittura può bastare il digiuno notturno);
- episodi febbrili;
- momenti di particolare stress;
- sforzi intensi e prolungati;
- dieta ricca di grassi, ma povera di carboidrati.
Tutte queste condizioni, comportando un dispendio notevole di energia, inducono l'organismo ad aumentare la richiesta di glucosio come fonte energetica per organi nobili come il cuore e cervello. Quando la fonte di zuccheri si esaurisce, l'organismo cerca di trovare energia utilizzando una risorsa alternativa: i lipidi accumulati all'interno delle cellule adipose. Durante questo processo, chiamato chetosi, si formano nel sangue delle molecole di scarto chiamate corpi chetonici, che sono sostanzialmente tre: acetone, acido acetico e acido β-idrossibutirrico. Queste tre sostanze volatili emanano quel caratteristico odore di acetone simile alla frutta matura e vengono eliminate dalle vie aeree e con le urine.
In alcune condizioni particolari la produzione dei corpi chetonici può aumentare fino al raggiungimento di livelli tossici, responsabili di cheto-acidosi:
- avvelenamento da alcol etilico o salicilati;
- diabete;
- malattie congenite del metabolismo
I SINTOMI
Il quadro clinico è rappresentato in primis dall'alito fruttato, associato spesso a nausea e vomito che, talvolta, può essere irrefrenabile, tanto da portare il bambino ad avere difficoltà nell’idratazione per bocca, con conseguente disidratazione. Ci sono poi sintomi caratterizzati da malessere generale, mal di testa, dolori addominali, lingua asciutta e patinosa, respiro più profondo e frequente. Rari sono i sintomi legati all'alterazione di coscienza.
Per via dell’alito fruttato, la diagnosi clinica è piuttosto semplice. Tuttavia, per accertarsi che il bambino abbia l'acetone si può procedere ponendo qualche goccia di urina su strisce reattive acquistabili in farmacia, che si colorano diversamente in caso di presenza di acetone.
COME SI CURA?
Come primo intervento bisogna facilitare l'eliminazione dei corpi chetonici con una dieta ricca di zuccheri e di acqua, ma priva di grassi. In questo modo saranno proprio gli zuccheri ad essere usati come fonte primaria per ricavare energia da parte del nostro organismo, e non più i lipidi.
Ottimi per neutralizzare l'acetone nell’arco di poche ore sono:
- succo di frutta;
- bevande con zucchero e sali minerali;
- camomilla dolcificata con il miele;
- acqua con sciolto un cucchiaino di zucchero;
- frutta fresca, una volta superato il vomito e la disidratazione.
Nel caso in cui non si riesca a bloccare il vomito e il bambino fatichi a idratarsi per bocca, è meglio sfruttare vie alternative come l'infusione di soluzioni glucoelettrolitiche per via endovenosa in un centro specializzato.
COME EVITARE L’ACETONE?
Per prevenire l’acetone, o perché non si verifichi più, il bambino dovrebbe seguire un’alimentazione ricca di carboidrati complessi come pasta, pane, riso, e frutta, riducendo i cibi grassi, in particolare modo il latte intero, i formaggi, i fritti, le carni grasse, il cioccolato e gli insaccati.
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile