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Pediatria
Serena Zoli
pubblicato il 02-11-2020

Dalle lenti multifocali una prospettiva per la miopia dei bambini



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L'uso di lenti a contatto multifocali nei bambini rallenterebbe la progressione della miopia. Ma gli esperti frenano sull'utilizzo in età infantile

Dalle lenti multifocali una prospettiva per la miopia dei bambini

Nei bambini, portare lenti a contatto multifocali può rallentare il progredire della miopia. A sostenerlo è uno studio coordinato da un gruppo di ricercatori della Ohio State University, pubblicato sul Journal of the American Medical Association. Secondo gli autori, far portare questa tipologia di lenti anche a chi è in età infantile avrebbe un effetto (benefico) anche sul rischio di sviluppare la cataratta, il glaucoma e un distacco della retina nel corso della vita. La miopia, nella maggior parte dei casi, si sviluppa quando l’occhio cresce in lunghezza più del dovuto. Questa condizione fa sì che le immagini che entrano attraverso la pupilla (e dovrebbero arrivare sulla retina) cadano davanti alla membrana. Non venendo, di fatto, messe a fuoco.


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Occhiali e lenti monofocali vengono usati per correggere la miopia, modificando la traiettoria delle immagini e facendole arrivare sulla retina. Le lenti a contatto multifocali vengono di norma prescritte agli adulti che hanno bisogno di una correzione della vista «da vicino». Ma in questo lavoro ne viene proposto l’utilizzo anche in età pediatrica. Nei bambini, stando a quanto documentato dai ricercatori statunitensi, le lenti correggerebbero non soltanto la vista, ma sarebbero anche in grado di contenere l’aumento della miopia (rallentando l’allungamento del bulbo oculare). Le lenti multifocali (nello studio «Blink» sono state usate quelle morbide) hanno due aree per focalizzare la luce (da vicino e da lontano). Sarebbe questa caratteristica ottica - a differenza delle lenti monofocali, che correggono soltanto il difetto da lontano - a bloccare la crescita del bulbo. Altre opzioni che si tentano per controllare la miopia sono l’ortocheratologia, che consiste in lenti a contatto correttive indossate durante la notte per modificare la curvatura della cornea. O l’istillazione prolungata nel tempo di gocce di atropina a bassa concentrazione.

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I RISULTATI DELLO STUDIO

La miopia è un difetto della vista in aumento. Nel 1971, risultava miope il 25 per cento degli americani. Mentre i dati relativi al 2004 indicano che questa quota è salita al 33 per cento. Si calcola - inoltre - che nel 2050 sarà miope il 54 per cento della popolazione mondiale. Non si conoscono però le ragioni alla base di questo trend di crescita. Un’ipotesi rimanda al carico di lavoro che viene condotto davanti allo schermo di computer, cellulari e altri dispositivi tecnologici. Oltre che alla riduzione del tempo trascorso all’aria aperta: soprattutto quando si è piccoli e l’occhio è in via di sviluppo. Allo studio hanno partecipato circa 290 bambini (7-11 anni) con diversi livelli di miopia. I ricercatori li hanno suddivisi in tre gruppi: facendo utilizzare loro lenti multifocali progressive, lenti multifocali adatte alle medie distanze e monofocali. Dopo tre anni, i ragazzini che avevano usato le lenti multifocali presentavano una più lenta progressione della loro miopia e un minore allungamento del bulbo oculare. Lo studio proseguirà per controllare se i benefici ottenuti dai bambini permarranno una volta smesso l’impiego delle lenti. «Dobbiamo anche capire meglio l’esatta natura dei segnali visivi in grado di rallentare la crescita dell’occhio», ha concluso Donald O. Mutti, optometrista della Ohio State University e coordinatore della ricerca.

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Fin qui i risultati ottenuti, di fronte ai quali però si mostra scettico Luca Buzzonetti, primario di oculistica all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Si tratta di un’ulteriore proposta per controllare la miopia infantile, ma per nessuna disponiamo delle necessarie conferme. Le lenti a contatto multifocali sarebbero efficaci perché, ottimizzando la capacità di messa a fuoco ad ogni distanza, ridurrebbero l’allungamento dell’occhio. Si tratta però comunque di dati preliminari. Un utilizzo prolungato delle lenti a contatto nei bambini, inoltre, potrebbe creare problemi all’occhio». Oggi si sa che la miopia generalmente si stabilizza dopo i vent’anni, ma in realtà non c’è una regola fissa. Inoltre è tutta da dimostrare la capacità delle lenti a contatto multifocali di stabilizzare il difetto. Infatti, per quelle che sono le conoscenze, l’andamento della miopia non è prevedibile e l’età media di comparsa è superiore a quella del campione di pazienti esaminato nello studio.


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TRATTAMENTI DALL'EFFICACIA ANCORA LIMITATA

«Sebbene un trattamento di almeno un paio di anni con un collirio a base di atropina a bassa concentrazione sembra offrire una certa affidabilità, l’azione tende a svanire nel momento in cui si sospende il trattamento», aggiunge l’esperto. Quanto all’impiego a lungo termine delle lenti a contatto, invece, i dubbi sono maggiori. «Intanto la gestione delle lenti non è semplice a quelle età - conclude Buzzonetti -. Poi si può creare una sofferenza sulla superficie oculare e, più nello specifico, sulla cornea. Ricorrendo alle lenti a contatto multifocali nei bambini, inoltre, non viene sollecitata l’accomodazione, il meccanismo che modula la capacità di mettere a fuoco al variare della distanza», conclude Buzzonetti. Bisogna però ricordare che l’uso delle lenti a contatto nei bambini non è controindicato. Basti pensare ai neonati operati per cataratta congenita a cui vengono prescritte in alternativa agli occhiali.


Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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