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Pediatria
Serena Zoli
pubblicato il 17-09-2021

L’obesità infantile nasce dal cervello?



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Nei ragazzi obesi sono state osservate alterazioni cerebrali simili al disturbo ossessivo. E' probabilmente per questa ragione che il pensiero per il cibo è costante

L’obesità infantile nasce dal cervello?

E’ obeso il bambino o è “obeso” il suo cervello? Di solito si imputa a cattiva alimentazione, troppi zuccheri, troppi grassi, o a una specie di “ingordigia” il peso extralarge dei ragazzini come degli adulti. Ma adesso una ricerca fatta a Barcellona (Spagna) lancia un dubbio che tende a scagionare i piccoli obesi (attenzione: non sovrappeso, proprio obesi): studi con la risonanza magnetica imaging hanno mostrato delle alterazioni nel loro cervello rispetto a quanto si osserva nei coetanei di peso normale o sovrappeso. La ricerca è stata compiuta all’Hospital del Mar e con l’Istituto di Barcellona per la Salute globale ed è stata pubblicata su Cerebral Cortex.

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«Quello che era considerata una cattiva abitudine apparirebbe come un disturbo del cervello nella forma di alterazioni funzionali quando dal sovrappeso si passa all’obesità. E’ chiaramente un’ossessione per il cibo che si scatena», spiega il coautore dell’indagine, il dottor Jesùs Pujol. Sono stati analizzati con la risonanza i cervelli di 230 bambini di 8-12 anni, che già rientravano in una più ampia ricerca, e con speciali tecniche si è evidenziato che due aree cerebrali risultavano alterate e sovraeccitate: la corteccia orbitofrontale e l’amigdala, vale a dire i centri che regolano le sensazioni di ricompensa e di punizione. Ora accade che queste alterazioni presentino somiglianze con i cambiamenti osservati nei malati di disturbi ossessivi-compulsivi e della sindrome di Prader-Willi, un problema genetico che causa sintomi ossessivi e conduce all’obesità.

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I BAMBINI SOFFRONO: IL CIBO NON LI PLACA

«I bambini obesi soffrono molto per il loro disturbo e per l’idea del cibo che li ossessiona», osserva la coautrice del lavoro Laura Blanco-Hinojo. «Per di più non è che il mangiare dia loro la calma, non ne godono, si placa appena un po’ il loro stato di ansia». Insomma l’ossessione del cibo invade la loro mente cosa che i piccoli vivono negativamente e con dolore, fatti che non si verificano nei coetanei soprappeso o normopeso.

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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