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Pediatria
Redazione
pubblicato il 12-09-2011

Pochi e rari i problemi causati dai vaccini



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I risultati di un'indagine su oltre mille studi scientifici, commissionata dalle autorità sanitarie Usa, rassicurano sulla sicurezza delle vaccinazioni

Pochi e rari i problemi causati dai vaccini

Molti timori, ma pochi rischi concreti: questo è il verdetto di un’analisi sui vaccini basata su oltre mille articoli scientifici. Nello specifico, sono 14 le condizioni fisiche causate dalle vaccinazioni o a esse chiaramente legate, fra cui convulsioni, encefaliti e svenimenti, ma in tutti i casi si tratta di evenienze rare. Altri vaccini mostrano un legame meno chiaro con disturbi di diversa natura, come reazioni allergiche e dolori articolari temporanei. Nessun nesso evidente, invece, con i grandi timori a volte diffusi sul tema, come il diabete di tipo 1 e l’autismo.

8 VACCINI SOTTO ESAME - Ad affermarlo è un gruppo di esperti incaricati dall’Institute of Medicine statunitense (Iom), su commissione del Department of Health and Human Services (Hhs), il ministero della salute Usa, che fra le altre cose gestisce il programma sugli effetti avversi dei vaccini. Il Dipartimento ha chiesto all’Istituto di ricerca di valutare il legame fra 8 tipi di vaccini e una serie di effetti collaterali, per capire quali di essi e in quale misura fossero davvero attribuibili alla vaccinazione.

I RISULTATI DELLO STUDIO - Il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia può causare convulsioni febbrili in alcune persone, in quasi tutti i casi senza conseguenze a lungo termine, e encefalite (un’infiammazione cerebrale) in soggetti con deficit del sistema immunitario. Il vaccino contro la varicella in un numero ristretto di pazienti può provocare edema cerebrale, polmonite, epatite, meningite, herpes e la stessa varicella (quest’ultima in persone con il sistema immunitario compromesso). Sei vaccini (contro morbillo-parotite-rosolia, varicella, influenza, epatite B, meningococco, tetano) possono innescare anafilassi, ovvero una reazione allergica all’iniezione. Qualunque vaccino iniettato, specificano inoltre gli autori, può scatenare svenimenti e infiammazioni.

MITI INFONDATI - Secondo il gruppo di ricerca, invece, non hanno fondamento alcuni fra i legami che più spesso hanno alimentato la diffidenza dei genitori verso i vaccini pediatrici. In particolare, il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia e quello contro difterite-tetano-pertosse non provocano il diabete di tipo 1; il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia non provoca autismo (un legame a lungo sospettato ma smentito nel corso di molteplici studi, mentre si consolidano le conoscenze sulle origini genetiche dell’autismo). Il vaccino antinfluenzale non provoca paresi di Bell (una paralisi facciale che si risolve di solito entro alcune settimane)  e non peggiora l’asma.  

PIU’ INFORMAZIONE, MENO TIMORI - «Questi risultati dovrebbero rassicurare i genitori che sono pochi i problemi di salute collegati all’immunizzazione e che questi problemi si verificano raramente» ha dichiarato Ellen Wright Clayton, a capo del gruppo di ricerca, pediatra e direttore del Centro di Etica Biomedica dell’Università di Nashville. Lo scopo dell’indagine non era valutare il rapporto rischio-beneficio dei vaccini, ma il rapporto degli esperti sottolinea il fatto che i decessi e la disabilità dovute a malattie infettive sono state enormemente ridotte nel corso del secolo scorso, prevalentemente grazie alle campagne vaccinali.

IN ITALIA UN DOPPIO SISTEMA DI SORVEGLIANZA - Proprio per l’importanza di questo patrimonio di salute, i vaccini anche in Italia sono oggetto di una vigilanza serrata sul piano della sicurezza. Come ricorda il Niv, Network italiano dei servizi di vaccinazione, oltre al sistema di farmacovigilanza per cui qualsiasi complicazione osservata dopo la somministrazione di un medicinale va segnalata al Ministero della Sanità, ci sono schede di segnalazione specifiche per i vaccini che registrano accuratamente il numero e la natura degli eventi avversi.

QUALCHE DATO - Come ogni farmaco, anche i vaccini possono avere effetti indesiderati. Per dare un’idea più precisa del livello di rischio a cui espongono, rispettivamente, vaccinazione e malattia infettiva, gli esperti del Niv portano due esempi. Il vaccino contro l’epatite B provoca una reazione anafilattica (reazione allergica grave, con orticaria, difficoltà respiratorie, calo di pressione) ogni 600.000 dosi somministrate. L’epatite B acuta provoca 500 morti ogni 10.000 casi e prima della vaccinazione diffusa ogni anno in Italia morivano 9.000 persone per patologie legate all’epatite B. Il vecchio vaccino contro la pertosse provocava molte reazioni indesiderate, pianto persistente (1 caso ogni 100 dosi), febbre oltre 40 gradi (1caso ogni 330 dosi) e convulsioni febbrili (1 caso ogni 1.750 dosi). In Giappone, nel 1975, si decise di sospendere la vaccinazione, ma negli anni successivi si osservarono un aumento dei casi di pertosse e dei decessi collegati. L’esperienza dimostrò che i benefici del vaccino erano superiori ai rischi. Si è comunque cercata una versione più innocua del vaccino e quella in uso oggi ha ridotto di molto l’eventualità di eventi avversi.


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