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Ma si assistono così i nostri vecchietti?

Sulla piaga da decubito di una anziana signora, ricoverata al Trivulzio, struttura per anziani di Milano, sarebbero state rinvenute delle larve di mosche

Ma si assistono così i nostri vecchietti?

Sulla  piaga da decubito di una anziana signora, ricoverata al Trivulzio, struttura per anziani di Milano, sarebbero state rinvenute delle larve di mosche. Per questo motivo 5 medici e 5 infermieri sarebbero indagati.

Episodio sconcertante, segnalato alcuni giorni fa dai quotidiani, che oltre a porre in rilievo responsabilità individuali, mette in luce le crepe di un sistema  che sulla cronicità fa spesso acqua.

Certamente i singoli possono avere  delle colpe  quali incuria, disattenzione, mancata dedizione al proprio dovere,  ma che dire di un sistema che per risparmiare riduce  gli organici, contingentizza gli operatori, impone turni stressanti e si affida spesso alla buona volontà dei singoli che si sacrificano più del dovuto?

All’origine di questo tipo di eventi vi è spesso la carenza di personale, di materiale sanitario, di ambienti confortevoli e così via. Per non parlare di un sindacato che guarda molto più alla contrattualistica che al miglioramento globale del sistema, un sindacato che spesso si pone in conflitto con i vertici, giudicati il più delle volte controparte cattiva e sfruttatrice e non soggetto di dialogo per il bene comune?

Quale è l’impegno e la determinazione degli organi istituzionali affinché i nostri vecchi abbiano con continuità momenti sereni al termine della loro vita?

Perchè  nelle regioni non si mettono in atto tavoli  di lavoro permanenti  per concordare  strategie unitarie in un clima  sereno e di collaborazione, pensando che la cosa più importante non è solo fatturare, ma assistere bene gli anziani?

La gente chiede che i vecchietti siano assistiti nel vero senso della parola, che vengano  visitati, lavati e puliti con regolarità, che vengano fatti passeggiare e non lasciati a poltrire in un letto, chiede che  nei momenti di solitudine  abbiano compagnia e una parola dolce e di speranza. Chiede che gli ambienti siano lindi, che se un ascensore si rompe venga aggiustato non dopo settimane, che le lenzuola siano sempre pulite, che il vitto sia buono e con diete intelligenti e che  chi  non è in grado di nutrirsi da solo sia aiutato con garbo.

Chiede che tutti  raggiungano una  sintonia di intenti e che chi governa  giri per i reparti e si guardi attorno, che  gli organici siano sufficienti; che  si approfondiscano le tematiche organizzative e strutturali e si programmino con immediatezza soluzioni e provvedimenti.

Chiede che medici e infermieri vengano ascoltati nei momenti di difficoltà e siano messi nelle condizioni di  far bene il loro lavoro: certe cose  si possono tagliare, ma a tutto c’è un limite! Per il bene salute si sacrifichi altro!

Alberto Scanni
@AlbertoScanni

 



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