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Chemio-prevenzione

Chemio-prevenzione
 

COS'È

La chemio-prevenzione è una strategia terapeutica che consiste nel prevenire e contrastare l’insorgenza e lo sviluppo di tumori tramite l’assunzione di farmaci, sostanze naturali o alimenti in grado di rallentare il processo di cancerogenesi. L’uso del termine chemio-prevenzione è improprio e fuorviante, in quanto richiama all’utilizzo di farmaci chemioterapici, e sarebbe più opportuno parlare di “terapia preventiva”, proprio per indicare una cura, che può essere costituita da farmaci, ma anche da oligoelementi, sali minerali e vitamine, che viene assunta da persone sane con lo scopo di evitare lo sviluppo di un cancro.

La terapia preventiva può essere utilizzata a due scopi:

  • prevenzione primaria: somministrazione di farmaci e/o sostanze naturali a persone sane ma ad alto rischio per evitare l’insorgenza del cancro
  • prevenzione secondaria: somministrazione di farmaci e/o sostanze naturali a persone che hanno già avuto un cancro al fine di evitare l’insorgenza di recidive

La terapia preventiva prevede di somministrare un trattamento a una persona sana con lo scopo di prevenire lo sviluppo ipotetico di un tumore, pertanto deve avere delle caratteristiche ben precise e rispettare dei criteri molto stringenti, ovvero efficace nel ridurre in maniera significativa il rischio di cancro sicura, con effetti collaterali minimi e un rapporto rischi/benefici a favore di questi ultimi accessibile sia in termini di costi sia di modalità somministrazione.

Per queste ragioni, sebbene alcune terapie preventive rappresentino una prospettiva di cura estremamente promettente per molti tumori, sono ancora pochi i trattamenti approvati per la prevenzione primaria e secondaria del cancro.

 

IL TAMOXIFENE NEL TUMORE AL SENO

Il tamoxifene è una delle terapie preventive più conosciute ed è da molti anni utilizzato nella prevenzione secondaria del cancro al seno. Il trattamento con questo farmaco inizia generalmente subito dopo l’intervento di rimozione chirurgica del tumore e viene portato avanti per cinque anni con lo scopo di prevenire un’eventuale ricomparsa di malattia.

Il tamoxifene, che appartiene alla classe dei “modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERMs)”, agisce bloccando l’attività dell’estrogeno (che come altri ormoni stimola la proliferazione cellulare) ed è così in grado di inibire ed ostacolare l’insorgenza di recidive. L’efficacia del tamoxifene deriva dal fatto che la maggior parte dei tumori al seno dipende dalla presenza degli estrogeni e quest’evidenza ha spinto i ricercatori a verificare la possibilità di utilizzare questo farmaco anche come prevenzione primaria.

I risultati ottenuti finora sono promettenti e sembrano suggerire che il tamoxifene e gli altri SERMs siano in grado di ridurre la probabilità di sviluppare un tumore al seno in donne sane, ma ad alto rischio. Malgrado ciò, l’utilizzo del tamoxifene e dei SERMs come prevenzione primaria è ancora molto limitato, sia per la difficoltà nell’identificare e selezionare le donne sane ad alto rischio che beneficerebbero della terapia sia perché le donne sane sono poco propense a ricorrere a questo tipo di terapia preventiva in quanto ne temono gli effetti collaterali.

 

L'ASPIRINA PER I TUMORI DELL'APPARATO DIGERENTE

L’aspirina è uno degli antinfiammatori più antichi e conosciuti al mondo e viene utilizzata soprattutto per trattare febbre, mal di testa, mal di denti, dolori muscolari e mestruali. Grazie alla sua capacità di prevenire la formazione di coaguli nel sangue, l’aspirina viene oggi utilizzata anche nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e da alcuni anni si sta discutendo sul suo possibile utilizzo nella prevenzione dei tumori.

Alcune analisi condotte negli ultimi anni sembrano infatti indicare che i pazienti che assumono aspirina a dosi cardiologiche (75-100 mg al giorno) abbiano minori probabilità di sviluppare tumori dell’apparato digerente, in particolare il cancro del colon-retto, e sembrano pertanto suggerire un effetto protettivo dell’aspirina nei confronti di questo tipo di tumori. Queste analisi hanno tuttavia alcuni limiti e le stesse Autorità Regolatorie, tra cui l’AIFA, suggeriscono cautela nell’utilizzare l’aspirina come prevenzione primaria e/o secondaria, sia perché la sua efficacia nel ridurre il rischio di cancro al colon-retto non è ancora stata valutata nella popolazione generale, ma solo in pazienti già in terapia con aspirina per patologie cardiovascolari sia perché l’assunzione prolungata di questo farmaco può avere effetti collaterali anche gravi, come emorragie interne, e va pertanto accuratamente valutata da un medico in grado di stimare i rischi e benefici sui singoli individui.

Per validare l’uso dell’aspirina come prevenzione primaria e/o secondaria del cancro sarà pertanto necessario effettuare degli studi clinici randomizzati in grado di stabilire un nesso di causa ed effetto tra assunzione del farmaco e minor rischio di cancro e confermare l’effetto protettivo.

 

STATINE COLESTEROLO E CANCRO, UN LEGAME SEMPRE PIÙ SOLIDO

Le statine sono farmaci utilizzati nella prevenzione delle malattie cardiovascolari in quanto agiscono abbassando la quantità di colesterolo nel sangue. Diversi studi epidemiologici condotti negli ultimi anni evidenziano che le persone che assumono questi farmaci hanno minori probabilità di ammalarsi di tumore, in particolare di quelli del colon e della pelle. L’effetto protettivo delle statine sarebbe collegato proprio alla loro capacità di diminuire i livelli di colesterolo nel sangue, in linea con le numerose evidenze della ricerca di base che indicano un legame tra colesterolo e cancro.

Ad oggi l’utilizzo delle statine come prevenzione primaria e/o secondaria del cancro non è ancora approvato, ma sono in corso numerosi studi clinici che puntano a studiare il loro effetto protettivo e valutare la loro capacità di ridurre il rischio di sviluppare un tumore.

 

LA METFORMINA E I SUOI EFFETTI SUL METABOLISMO CELLULARE

Numerosi studi indicano che la metformina, un farmaco normalmente utilizzato per il trattamento del diabete, è in grado di esercitare un effetto protettivo anche nei confronti del cancro. Alla base dell’azione antitumorale di questo farmaco c’è la sua capacità di influenzare il metabolismo cellulare.

La metformina è infatti in grado di bloccare la produzione di energia da parte della cellula tumorale e inibire così la crescita del tumore. Anche per la metformina sono in corso diversi studi clinici che mirano a chiarirne il meccanismo di azione e valutarne l’efficacia nella prevenzione dei tumori. Si sa da tempo che la sindrome metabolica (una condizione frequente caratterizzata soprattutto da aumento del grasso addominale con sviluppo della "pancetta") è un fattore di rischio per il cancro e la metformina potrebbe pertanto essere efficace proprio nella prevenzione dei tumori associati all’obesità, come quello del colon, dell'utero, della mammella, del pancreas.

 

LA CHEMIOPREVENZIONE PER IL TUMORE ALLA PROSTATA

Un tumore in cui da tempo si studia la possibilità di utilizzare dei farmaci come prevenzione primaria è il cancro alla prostata. Partendo dall’osservazione che i pazienti con ipertrofia prostatica benigna in trattamento con finasteride e dutasteride hanno una minore probabilità di ammalarsi di tumore alla prostata, alcuni ricercatori hanno indagato se questi farmaci potessero essere utilizzati anche come terapia preventiva.

I risultati di un ampio studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e che ha coinvolto oltre 18mila persone, hanno confermato che l'assunzione di finasteride riduce in maniera significativa il rischio di sviluppare un tumore alla prostata. Tuttavia, lo studio ha anche osservato che l’assunzione del farmaco è associata ad un aumento dell’aggressività dei casi tumorali, pertanto le Autorità Regolatorie non hanno dato parere favorevole all’utilizzo della finasteride come prevenzione primaria e saranno necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco come terapia preventiva.

IL RUOLO DELL'ALIMENTAZIONE

«Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo», diceva già Ippocrate nel IV secolo a.C., e oggi la possibilità di prevenire una malattia mangiando è una tesi sempre più accreditata e che sta ricevendo numerose conferme sperimentali. Sappiamo da tempo che un’alimentazione sana ed equilibrata, e in particolare un consumo regolare di frutta e verdura, è in grado di prevenire l’insorgenza di alcuni tumori, in quanto aiuta a combattere i radicali liberi e a contrastare i processi ossidativi che favoriscono il cancro. Ora la scienza moderna punta a identificare con precisione le sostanze presenti negli alimenti e responsabili dell’effetto preventivo. Per valutare se un determinato alimento può essere utilizzato come “terapia preventiva” è necessario identificare prima di tutto come una certa sostanza agisca sui processi biologici contrastando l’esordio della malattia e successivamente determinare la quantità da assumerne con la dieta per ottenere l’effetto biologico desiderato. Le ricerche condotte negli ultimi anni sono abbastanza promettenti e indicano che alcune sostanze presenti negli alimenti di origine vegetale, come ad esempio il tè verde, la curcuma e il mirtillo, possono avere un effetto benefico e aiutare nella prevenzione dei tumori. Tuttavia, è importante tenere a mente che l’attività preventiva di queste sostanze dipende da numerosi fattori, tra cui la quantità di principio attivo contenuto nell’alimento e la capacità dell’organismo di assorbirlo e utilizzarlo, e ad oggi nessun alimento da solo si è dimostrato efficace nell’inibire e bloccare l’insorgenza di un tumore. 

Fonte: https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/prevenzione-per-tutti/farmaco-prevenzione

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico


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