
L’inquinamento atmosferico è definito dalla normativa italiana (D.P.R. 203/88) come ogni tipo di alterazione della normale composizione o stato fisico dell’aria dovuta alla presenza di una o più sostanze in quantità e caratteristiche tali da danneggiare la salute umana, compromettere l’ambiente e gli ecosistemi o deteriorare beni materiali.
L’aria inquinata è una miscela complessa di particelle solide, goccioline liquide e gas, provenienti sia da fonti naturali sia da attività umane. Alcuni di questi inquinanti vengono rilasciati direttamente nell’atmosfera, altri si formano successivamente attraverso reazioni chimiche. Conoscerli e comprenderne le caratteristiche è il primo passo per proteggere la nostra salute e l’ambiente.
Inquinanti primari e secondari
Gli inquinanti atmosferici non sono tutti uguali: si distinguono in due grandi categorie, in base alla modalità con cui si originano.
Gli inquinanti primari vengono emessi direttamente dalle sorgenti, senza subire trasformazioni significative in atmosfera. Ne sono esempi il monossido di carbonio (CO), prodotto dalla combustione incompleta, e il biossido di zolfo (SO₂), derivante dalla combustione di combustibili contenenti zolfo.
Gli inquinanti secondari, invece, si formano in atmosfera a partire da sostanze già presenti, in seguito a reazioni chimico-fisiche innescate dalla luce solare o dall’interazione tra diverse molecole. L’ozono troposferico (O₃), generato dalla reazione tra ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (VOCs), è uno degli esempi più noti, così come parte del particolato fine (PM₂₅), che ha origine soprattutto da processi di trasformazione in aria.
I principali inquinanti atmosferici ed i loro effetti sulla salute
Di seguito sono descritti i più rilevanti inquinanti atmosferici per diffusione, impatto sanitario e ambientale.
Il particolato atmosferico, indicato con la sigla PM (Particulate Matter), comprende tutte le particelle solide e liquide sospese nell’aria. Può avere origine naturale (polveri sollevate dal vento, pollini, ceneri vulcaniche) o antropica (emissioni dei motori a combustione, riscaldamento domestico, usura di freni e pneumatici, attività industriali).
In base al diametro delle particelle, il particolato atmosferico viene classificato in:
- PM10: particolato “grossolano” con diametro inferiore a 10 micron, penetra nelle vie respiratorie superiori e può causarne l’infiammazione (rinite, sinusite, laringite)
- PM2,5: particolato “fine” con diametro inferiore a 2,5 micron, in grado di raggiungere profondamente.
- PM0,1: particolato “ultrafine” con diametro inferiore a 0,1 micron, capace di entrare nel flusso sanguigno.
Ossidi di azoto (NOx)
Gli ossidi di azoto (NOx) si formano soprattutto durante la combustione ad alta temperatura (motore dei mezzi di trasporto, impianti di riscaldamento, processi industriali, centrali elettriche). Gli ossidi di azoto comprendono principalmente monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO₂). Quest’ultimo è particolarmente tossico e irritante e contribuisce alla formazione dello smog fotochimico ed al fenomeno delle piogge acide.
Ossidi di zolfo (SOx)
Gli ossidi di zolfo (SOx) sono prodotti dalla combustione di combustibili fossili contenenti zolfo, come carbone e petrolio. I più comuni sono il biossido di zolfo (SO₂) e l’anidride solforica (SO₃).
Il biossido di zolfo è un gas irritante, capace di aggravare malattie respiratorie e di reagire in atmosfera formando acido solforico, responsabile delle piogge acide.
Si tratta di una vasta gamma di composti chimici organici caratterizzati da elevata volatilità, emessi da solventi, carburanti, vernici, colle, detergenti, cosmetici, fumo di sigaretta e da alcuni processi industriali. I più pericolosi sono il benzene e la formaldeide, noti cancerogeni.
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
Gli IPA derivano da combustioni incomplete di materiale organico (es. legna, carbone, carburanti) e dal fumo di sigaretta. Alcuni IPA, come il benzo[a]pirene, sono riconosciuti come cancerogeni.
Metalli pesanti
Un metallo viene definito “pesante” quando risulta tossico per l’ambiente o per la salute umana. I metalli pesanti si trovano nel particolato atmosferico e provengono da attività industriali, traffico e combustioni. Molti di questi elementi sono tossici o cancerogeni, come il piombo, il cadmio, il nichel e l’arsenico
Monossido di carbonio (CO)
Gas incolore, inodore e molto tossico, prodotto dalla combustione incompleta di materiali organici. È particolarmente pericoloso in ambienti chiusi perché si lega all’emoglobina, impedendo il trasporto di ossigeno nel sangue.
Ozono troposferico (O₃)
È un inquinante secondario che si forma quando ossidi di azoto e composti organici volatili reagiscono alla luce solare. A differenza dell’ozono stratosferico, che protegge dai raggi UV, quello troposferico è irritante per le vie respiratorie e dannoso per la vegetazione e le colture.
Perché conoscere gli inquinanti atmosferici è importante
I principali inquinanti atmosferici hanno effetti documentati e spesso gravi sulla salute umana, contribuendo allo sviluppo di malattie respiratorie croniche, patologie cardiovascolari, tumori e disturbi del sistema immunitario. L’impatto non riguarda solo le persone, ma anche l’ambiente: molte di queste sostanze compromettono la qualità dei suoli e delle acque, riducono la biodiversità, danneggiano colture agricole e foreste e alterano gli equilibri degli ecosistemi. Alcuni inquinanti, inoltre, agiscono come gas climalteranti, amplificando l’effetto serra e accelerando il cambiamento climatico. Per questi motivi, il monitoraggio costante della qualità dell’aria e l’adozione di politiche e comportamenti volti a ridurre le emissioni sono azioni indispensabili per tutelare la salute pubblica, preservare gli ecosistemi e garantire un futuro più sostenibile alle generazioni presenti e future.



