Il diritto alla salute non si ferma al di qua delle sbarre. Gli ultimi drammatici dati resi noti dalla Società di medicina penitenziaria (SIMSPe) ritraggono una realtà in piena emergenza: il 30-40% dei detenuti in Italia risulta infetto dal virus dell’epatite C, oltre la metà è venuta in contatto con il virus dell’epatite B (ma i portatori attivi sono il 5-6%), i detenuti positivi al test della tubercolosi (portatori dell’infezione, non malati) e a quello per l’HIV sono 15-20 volte più numerosi rispetto alla popolazione generale. Più diffusi delle malattie infettive sono i disturbi psichici, che colpiscono con patologie significative circa un quinto dei residenti in carcere.
“E’ la nostra Africa, il nostro Terzo mondo” dichiarano i medici della SIMSPe. Quella che potrebbe essere un’occasione di salute, prevenzione e riabilitazione in senso completo dei cittadini, ovvero la detenzione, diventa spesso invece occasione di degrado e malattia.
I membri del Comitato Etico della Fondazione Veronesi, giuristi, medici, esperti di bioetica e di vari settori, su stimolo di Umberto Veronesi hanno ragionato sul tema delle carceri e del sistema sanzionatorio penale. Hanno redatto un documento in dieci punti che ribadisce i tutt’altro che ovvi diritti del malato in carcere, dal diritto a cure appopriate e tempestive a quello alla prevenzione, dal diritto a un’alimentazione sana a quello di essere informato sul suo stato di salute, e di informare i familiari. L’obiettivo è fornire uno strumento di riflessione e dibattito agli operatori del settore, agli amministratori e alla società civile.
Il Comitato Etico ha pubblicato inoltre un Parere sul tema “Ripensare il Sistema Sanzionatorio Penale”.
Il documento è stato elaborato da Paola Severino, giurista ed ex Ministro della giustizia, componente del Comitato Etico, e da Antonio Gullo, componente del Gruppo di Lavoro del Comitato Etico dedicato al sistema della giustizia in Italia e alle condizioni carcerarie, in collaborazione con Cinzia Caporale, presidente del Comitato. Il Parere è stato approvato all’unanimità il 6 novembre 2014. Contiene una attenta disamina degli strumenti sanzionatori del nostro sistema penale e ne auspica il rinnovamento, visto come un’occasione unica per la Giustizia e per i diritti di tutti i cittadini. In particolare, nel documento si raccomanda che il processo di decarcerizzazione prosegua con equilibrio, che si considerino sempre più pene alternative alla detenzione, che anche la detenzione sia occasione di vera risocializzazione.