Quando l’appendice è infiammata ma non abbastanza da attivare la procedura operatoria, quale terapia è bene utilizzare? (Domanda pervenuta tramite form)
Risponde il professor Luigi Boni, Direttore della Chirurgia Generale e mini-invasiva del Policlinico di Milano
Quando si sospetta un’infiammazione dell’appendice -anche in forma lieve- è fondamentale accertare con precisione la diagnosi, perché l’appendicite può evolvere rapidamente e causare complicanze, se non trattata in modo adeguato. La prima cosa da fare è confermare la presenza e il grado dell’infiammazione attraverso un esame strumentale. In questi casi, una ecografia mirata della regione appendicolare può fornire indicazioni molto utili. Se l’ecografia non è conclusiva, lo specialista può suggerire ulteriori approfondimenti. In presenza di un’appendicite lieve o non complicata, in assenza di febbre, versamento o segni di perforazione, è possibile valutare una gestione conservativa, cioè non chirurgica. Questa consiste in genere in una terapia antibiotica per bocca. La scelta del farmaco e della durata del trattamento devono sempre essere indicati dal medico. In ogni caso, dunque, il riferimento più appropriato resta il medico chirurgo, che valuterà il quadro clinico, potrà richiedere esami e decidere se è possibile un trattamento conservativo o se necessario intervenire chirurgicamente.