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Alimentazione
Francesca Morelli
pubblicato il 11-02-2016

Meno patate in tavola per evitare il diabete in gravidanza



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Uno studio americano decennale ha associato un consumo abbondante di patate a un rischio aumentato di diabete gestazionale, non evidente con altre verdure, legumi e cereali

Meno patate in tavola per evitare il diabete in gravidanza

Prima e durante la gravidanza meglio limitare il consumo di patate, possibili responsabili di un aumento del rischio di diabete gestazionale a causa dell’elevato contenuto di amido che provocherebbe un innalzamento della glicemia nel sangue.

Sono queste le conclusioni di un ampio studio americano, condotto in collaborazione dal Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School e dalla School of Public Health di Boston e dai National Institutes of Health di Rockville, pubblicato sulle pagine del British Medical Journal. 


LO STUDIO

Non ci sarebbero dubbi: le patate in gravidanza non sono un alimento da consumare in abbondanza o di frequente. Lo ha stabilito un gruppo di ricercatori americani dopo il riesame dei dati di oltre 15 mila donne sane, ovvero senza precedenti episodi di diabete mellito gestazionale o malattie croniche pre-gravidiche, arruolate nel Nurses’ Health Study. Un progetto dell’Intramural Research Program dell’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development, dei National Institutes of Health e dell’American Diabetes Association che aveva lo scopo di valutare, nell’arco di dieci anni (1991-2001), l’influenza della dieta e di quali eventuali alimenti sull’insorgenza di effetti collaterali durante o dopo la gravidanza.

Sotto il mirino dei ricercatori vi erano soprattutto le patate, un alimento molto amato e abbondantemente presente sulle tavole di tutto il mondo, ma che ha il difetto di essere costituito soprattutto di amido che viene trasformato dall’organismo in zucchero. Ovvero in glicemia nel sangue. E una elevata glicemia, in gravidanza, può portare allo sviluppo di diabete gestazionale: un problema temporaneo, dicono gli esperti, che riguarda più di una donna su 15, dovuto ai cambiamenti metabolici della maternità il quale, se non opportunamente controllato, può avere ripercussioni sul nascituro come un elevato peso alla nascita o una bassa glicemia (ipoglicemia). 

 

IL CONSUMO DI PATATE

Il consumo del tubero ha fatto la differenza. Nell’arco dei dieci anni di osservazione si sono infatti verificati oltre 850 casi di diabete gestazionale e considerati alcuni parametri quali età, possibili corrispondenze fra la popolazione reclutata, fattori dietetici e no, è emersa una stretta relazione fra il rischio di insorgenza di diabete gestazionale e il consumo, più o meno contenuto, di patate nel periodo precedente o durante la gravidanza. «È stato tuttavia sufficiente correggere le abitudini dietetiche - spiegano i ricercatori - sostituendo le patate con altre verdure o ortaggi per avere un contenimento del rischio fra il 9 e il 12%».


Ecco perché gli ortaggi fanno bene


LE INDICAZIONI DIETETICHE

Dunque è necessario abolire del tutto le patate in dolce attesa? No, ma «il loro consumo è consentito - aggiungono gli esperti - con moderazione, ovvero previlegiando almeno due volte alla settimana altre verdure, fra cui anche i legumi». Fra le verdure cautela anche con le barbabietole e le carote lessate, bene invece per gli altri ortaggi, i legumi e i cereali, preferibilmente integrali.


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