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Alimentazione
Redazione
pubblicato il 13-08-2019

Quanto pesce dobbiamo mangiare?



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Perché il pesce è indicato per la salute cardiovascolare? Quanto dovremmo portarne in tavola? Ci sono rischi a mangiarlo spesso?

Quanto pesce dobbiamo mangiare?

E il pesce? Possiamo stare tranquilli anche se lo consumiamo spesso? Tradizionalmente il pesce è visto come un alimento “amico della salute” sotto diversi punti di vista e i dati scientifici confermano in larga misura questa convinzione.

C'è un nesso fra il consumo di pesce e le probabilità di ammalarsi di tumore? Per quanto riguarda il cancro, in realtà, i dati disponibili non sono definitivi: gli esperti WCRF/AICR suggeriscono per esempio un legame tra consumo di pesce e riduzione dei rischi di tumore del fegato e di tumore del colon-retto, ma le prove a sostegno del risultato sono limitate. Lo studio EPIC, che ha valutato l’impatto del consumo di pesce sul rischio di diversi tumori, non ha trovato legami significativi in termini di riduzione del rischio.

Certo è che il pesce è un alimento ricco di molti nutrienti importanti per il benessere dell’organismo con le sue proteine di alta qualità, le vitamine e i minerali e soprattutto i grassi Omega-3. Come ricordano infatti gli esperti della Mayo Clinic, questi “grassi buoni” sono in grado di ridurre l’infiammazione che può danneggiare i vasi sanguigni aprendo le porte a malattie cardiovascolari e ictus. Mangiare pesce ricco in Omega-3 come salmone, tonno e pesce azzurro, aiuta anche a ridurre i livelli di trigliceridi e la pressione sanguigna e per questa ragione si raccomanda di consumarne almeno due porzioni a settimana (circa 200 grammi).

Per gli amanti del pesce, resta però il problema dell’inquinamento da mercurio e metalli pesanti, sostanze presenti soprattutto nei pesci di grandi dimensioni che si trovano in alto nella catena alimentare (come il pesce spada e lo stesso tonno). Queste sostanze dannose si accumulano nell’animale e possono risultare pericolose soprattutto per lo sviluppo neurologico: per questo l’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, raccomanda di fare attenzione ai livelli di mercurio soprattutto per le donne in età fertile e i bambini fino ai 10 anni di età.

 


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