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Fabio Di Todaro
pubblicato il 28-01-2020
aggiornato il 30-01-2020

Coronavirus, dichiarata l'emergenza sanitaria globale



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Aggiornato l'alert dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'epidemia causata dal coronavirus a partire dalla Cina. Primi due casi anche in Italia. I consigli per prevenire il contagio

Coronavirus, dichiarata l'emergenza sanitaria globale

Il rischio, prima «moderato» e poi «elevato», è passato al massimo livello di guardia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l'emergenza sanitaria globale per l'epidemia da coronavirus (2019-nCoV). I casi confermati in Cina sono quasi 8.000 e una settantina in altri Paesi: tra cui l'Italia, che nella serata del 30 gennaio ha confermato le prime due diagnosi e annunciato da subito lo stop ai voli da e verso il Paese orientale. Le persone colpite, entrambe cinesi, sono ricoverate all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Quanto ai decessi, tutti verificatisi in Cina, si è a quota 170 (dato OMS al 30 gennaio). 


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CORONAVIRUS: SITUAZIONE IN DIVENIRE

Dopo aver innalzato il rischio già nella giornata di martedì, l'ultimo provvedimento si è reso necessario alla luce dell'ampia diffusione del virus. La situazione rimane in continua evoluzione. Che il numero dei contagi potesse crescere - per l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni malato infetta in media tra 1,4 e 2.5 persone: il morbillo arriva a 18 - e interessare anche altri Paesi era un'evenienza prevista da tutti i modelli su cui gli esperti hanno lavorato a partire dal primo caso di infezione. L'ipotesi di dichiarare l'emergenza sanitaria globale - condizione riconosciuta già in passato in occasioni di epidemie come l’H1N1, Zika o Ebola - era stata avanzata già nei giorni scorsi da Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Dai casi registrati finora, comunque, questo coronavirus sembra essere meno letale (2-9 per cento) rispetto alla Sars, che tra il 2002 e il 2003 fece all'incirca 800 morti (mortalità del 10 per cento). Ma più virulento, però.


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VIRUS ANCHE DA PERSONE ASINTOMATICHE? 

Fondamentale è stato riconoscere prima la trasmissione dall'animale (quale però non è ancora stato chiarito) all'uomo, poi quella da uomo a uomo. Un rischio che, come spiega Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, può concretizzarsi soltanto «in caso di contatto molto ravvicinato con una persona che ha già contratto il coronavirus o che nelle ultime due settimane si è recata in una delle aree a rischio». Detto ciò, occorre comunque considerare che non è da escludere l'ipotesi che il virus si «annidi» nell'organismo senza generare sintomi. Ciò equivale a dire che, al momento, anche una persona senza le manifestazioni dell'infezione potrebbe «veicolare» il coronavirus. È quello che è accaduto prima in Germania e poi negli Stati Uniti. Un'eventualità che comunque non cambia le misure di precauzione già attuate in Italia, a partire dagli aeroporti

 

COME DIFENDERSI DALL'INFLUENZA? 

 

I SINTOMI

«L'infezione si manifesta in modo simile a quello delle altre che colpiscono le alte vie respiratorie», prosegue Brusaferro. E quindi: febbre, tosse, dolore muscolare, affaticamento e difficoltà respiratoria. Sintomi di fronte ai quali - soprattutto se si è entrati in contatto con persone di rientro dalla Cina - vale comunque la pena di approfondire le indagini. Nessun allarme scontato però, dal momento che la pandemia provocata dal coronavirus 2019-nCoV sta viaggiando di pari passo con l'epidemia influenzale, prossima al suo picco. Al momento non esiste né un vaccinoantivirali specifici per curare l'infezione proveniente dalla Cina. La prevenzione però può aiutare ad arginare la propagazione del virus.

 


I CONSIGLI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

Valgono alcune regole universali:

  • lavarsi le mani frequentemente
  • starnutire e tossire coprendo le vie aeree (narici e bocca, con un fazzoletto possibilmente monouso o con il gomito flesso)
  • fare attenzione alla pulizia delle superfici e degli oggetti
 


RISTORANTI E SCUOLE AL SICURO, MASCHERINE NON NECESSARIE

  • Rispondendo ad alcune delle domande più frequenti raccolte in questi giorni, Brusaferro spiega che «le conoscenze di cui disponiamo ci dicono che la trasmissione di questo virus non avviene per via alimentare». Si può dunque mangiare nei ristoranti cinesi, considerando peraltro che in Europa è vietata l'importazione di animali vivi o di carne cruda dalla Cina. Nessun rischio particolare nemmeno nelle scuole, a meno che non ci sia qualche bambino o ragazzo rientrato dalla Cina nei giorni scorsi.
  • Evitare i viaggi aerei? Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità non serve, purché si evitino le aree colpite dall’epidemia. Nessun problema nello spostarsi invece nel Vecchio Continente, dove si sono verificati solo casi isolati legati a viaggiatori arrivati da Wuhan o da aree della Cina interessate dal virus.
  • Inutile anche la precauzione della mascherina al di fuori dei contesti sanitari, tanto più in Europa.
  • In caso di sintomi al rientro da un viaggio nelle zone colpite, a ogni modo, il ministero della Salute ha messo a disposizione un numero verde (1500) con esperti che possono aiutare in caso di dubbi.  


Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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