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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 21-06-2022

Vaccini e miocardite: casi rarissimi, più frequente con Covid-19



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Il rischio di miocardite e pericardite post-vaccinazione è estremamente basso. 411 casi su 15 milioni di somministrazioni. I dati pubblicati su The Lancet

Vaccini e miocardite: casi rarissimi, più frequente con Covid-19

Uno dei possibili effetti collaterali della vaccinazione è lo sviluppo di miocardite e pericardite. Le probabilità che ciò avvenga sono però estremamente basse, pari allo 0,003%. A certificarlo sono i dati ottenuti su 15 milioni di individui pubblicati dalla rivista The Lancet. Non solo, proprio perché le infezioni virali sono associate ad un aumentato rischio di problemi cardiaci, la vaccinazione riduce il rischio di sviluppare una miocardite o una pericardite in seguito a Covid-19.

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CHE COSA SONO LE MIOCARDITI E PERICARDITI?

Miocardite e pericardite sono infiammazioni del muscolo cardiaco e della membrana che lo riveste. Quando ciò si verifica il cuore non lavora più in maniera efficiente. Nei casi più gravi ciò può sfociare in insufficienza cardiaca -ovvero l'incapacità del cuore di pompare la giusta quantità di sangue- e morte. Tra le cause più frequenti di miocardite ci sono le infezioni virali e quella da Sars-Cov-2 non fa eccezione. Fortunatamente questi eventi, spesso presi in tempo, possono essere facilmente trattati con antinfiammatori.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

LA MALATTIA AUMENTA IL RISCHIO

A testimonianza del legame causa-effetto tra infezione e sviluppo dell'infiammazione, un recente studio del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense ha rilevato che l'incidenza di miocardite negli anni pre e durante la pandemia è variata di molto:i casi di miocardite nel 2020 sono aumentati del 42%. I casi, pur aumentando, sono comunque estremamente rari. Il rischio però varia con l'età: dal rischio medio di 16 volte superiore per tutte le età, si passa a 7 volte superiore tra i 16 e i 39 anni. Tra gli under-16 e gli over-75 però il rischio è 30 volte superiore. 

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I VACCINI PROTEGGONO DALLA MIOCARDITE

Assodato il fatto che non contrarre Covid-19 è un bene per evitare anche il raro rischio di miocardite -e i vaccini aiutano ad evitare di contagiarsi e sviluppare la malattia-, uno dei principali interrogativi emersi nei primi mesi della campagna vaccinale era quello relativo al rischio di miocardite post vaccino. Uno studio pubblicato lo scorso mese di settembre sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che il rischio già raro di miocardite da infezione è quasi quattro volte maggiore al rischio associato al vaccino. Un dato, ottenuto analizzando oltre 800 mila persone dai 16 anni in poi.

RISCHIO MIOCARDITE ESTREMAMENTE BASSO

Ora, a distanza di quasi un anno e mezzo dalle prime somministrazioni, il dato si è fatto ancora più consistente: su 15.148.369 persone tra 18 e 64 anni vaccinate con vaccini a mRNA sono state riportate 411 miocarditi o pericarditi (0,003%). La maggior incidenza si è verificata nel sesso maschile nella fascia di età compresa tra i 18 e 25 anni in seguito alla seconda dose. Risultati che non dipendono dal prodotto utilizzato: Comirnaty di Pfizer-BioNTech e Spikevax di Moderna presentano lo stesso profilo di rischio. Un risultato che conferma ancora una volta l'estrema sicurezza della vaccinazione contro Covid-19.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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