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Redazione
pubblicato il 13-10-2022

Il vaccino Covid e l'antinfluenzale si possono fare insieme?



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I medici rassicurano sulla co-somministrazione del vaccino anti Covid e del vaccino antinfluenzale. Le indicazioni utili anche per i vaccini contro pneumococco, herpes zoster e meningococco

Il vaccino Covid e l'antinfluenzale si possono fare insieme?

La stagione influenzale è ormai iniziata e per proteggere i soggetti più fragili è fondamentale promuovere la vaccinazione. In realtà possiamo fare di più sottolineando l’efficacia e la sicurezza della co-somministrazione, ovvero la somministrazione contemporanea di due vaccini. È quanto promosso dalla campagna “Non solo flu: porgi l’altra spalla 3.0”, presentata in conferenza stampa, nella giornata di mercoledì 12 ottobre, da tre importanti società scientifiche: la Siti (Società italiana d’igiene), la Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) e la Simg (Società italiana di medicina generale) si sono riunite proprio per promuovere le vaccinazioni, non solo anti-influenzali, specialmente sottoforma di co-somministrazioni.

LA CO-SOMMINISTRAZIONE È SICURA?

In questo momento la co-somministrazione più consigliata è sicuramente quella del vaccino anti Covid e anti-influenzale. «Questo periodo è caratterizzato dalla co-presenza del virus Sars-CoV-2 e del virus influenzale – ricorda Claudio Cricelli, presidente Simg –, cosa che ci ha spinto a lanciare questa campagna proprio per facilitare la somministrazione della quarta dose contro il Covid e del vaccino anti-influenzale. Dobbiamo prefiggerci l’obiettivo di raggiungere la massima copertura vaccinale possibile per tutta la popolazione più fragile, eleggibile per la somministrazione dei vaccini a carico del Sistema Sanitario Nazionale, e convincere anche chi non è strettamente eleggibile che la vaccinazione è un’arma potentissima a nostra disposizione. Anche con la co-somministrazione non si corre alcun rischio, anzi, è utile per determinare l’andamento risolutivo di entrambe le patologie durante il periodo autunno-inverno 2022-2023».

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VACCINIAMO I SOGGETTI FRAGILI, MA NON SOLO

La circolazione del Covid è in fase di ripresa. Non dimentichiamo che, come negli anni passati, sono attesi due picchi di massimo contagio, uno a novembre e uno a febbraio, periodo che coincide con la massima diffusione dei virus infleunzali. La popolazione che va maggiormente protetta, a cui sono caldamente consigliate le vaccinazioni, comprende gli over 65 che vedono abbassate le loro difese immunitarie per immunosenescenza e per presenza di molteplici patologie croniche, soggetti immunocompromessi, donne gravide, ospiti delle RSA e operatori socio-sanitari.

Per sfruttare al meglio questa grande opportunità di salute pubblica, le vaccinazioni sono consigliate anche agli altri soggetti che non rientrano in queste categorie. I vaccini, infatti, riducono il rischio di infezione, di malattia grave, di ospedalizzazione e anche di morte, evitando dunque un danno di salute e sociale rilevante. Per questo motivo l’obiettivo delle Società scientifiche è riuscire ad aumentare le coperture vaccinali.

«Lo scorso anno si è vaccinato contro l’influenza solo il 58% degli over 65 – ha evidenziato Alessandro Rossi, responsabile dell’ufficio di presidenza della Simg –, un dato che è 7 punti più basso dell’anno precedente. Siamo molto distanti dall’obiettivo del 75%. In merito alla seconda dose booster per il Covid siamo invece sotto al 20%. Sono dati bassi che con la prossima campagna vaccinale dobbiamo cercare di recuperare».

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QUAL È IL MOMENTO MIGLIORE PER VACCINARSI?

Il medico di famiglia resta il principale punto di riferimento per stabilire le forme più appropriate di prevenzione, ma è possibile rivolgersi anche ai servizi vaccinali dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL territoriali e agli ambulatori vaccinali ospedalieri, mentre per il Covid restano in funzione alcuni hub vaccinali. Quello che si auspicano le società scientifiche è un’azione sinergica che consenta di effettuare co-somministrazioni in ogni punto in cui il paziente decida di rivolgersi.

Qual è, però, il momento migliore per vaccinarsi? «Per quanto riguarda il Covid – chiarisce Enrico Di Rosa, coordinatore del Collegio operatori Siti – il parametro che va preso in considerazione per capire quando vaccinarsi è la distanza passata dalla precedente vaccinazione o infezione. In questo caso, dunque, non conta un determinato momento stagionale: se siamo tra le categorie per cui la vaccinazione è raccomandata e sono passati 5 o 6 mesi dall'ultima vaccinazione, è il momento di fare un’altra dose. Per quanto riguarda l'influenza, invece, qualunque momento da adesso è da considerarsi buono. Ideale sarebbe concludere le vaccinazioni entro dicembre, meglio se nella prima metà. Persone che sono state vaccinate da poco contro il Covid o che hanno da poco avuto la malattia, possono intanto effettuare il vaccino antinfluenzale, per poi provvedere ad adeguare l'eventuale richiamo contro il Covid».

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PERCHÈ QUEST’ANNO L’INFLUENZA SARÀ PIÙ AGGRESSIVA?

Quest’anno l’attenzione nei confronti dell’influenza è molto elevata a causa del timore che la sua aggressività in questa stagione fredda 2022-2023 sia particolarmente pronunciata. Quali sono i motivi? «Gli elementi che ci fanno tenere alta la guardia nei confronti dell'infleunza sono molteclici», spiega Enrico Di Rosa. «Innanzitutto, i dati epidemiologici dell'emisfero australe, dove l'inverno sta finendo, rilevano una circolazione virale importante con delle caratteristiche cliniche di un certo livello. Vanno poi considerate tutte le misure di distanziamento e di protezione individuale che abbiamo tenuto durante gli ultimi due anni e mezzo di pandemia che ci hanno tenuto lontani dalla circolazione massiccia dell’influenza. Di conseguenza, una grande quantità di popolazione oggi è particolarmente esposta al virus. Il fatto che nei prossimi mesi si prospetti una doppia circolazione, di virus influenzale e Sars-CoV 2, ci porta a mettere in atto misure di protezione, come le vaccinazioni, che ci permettono di evitare le conseguenze più gravi della malattia».

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NON SOLO COVID E INFLUENZA

Per affrontare l'inverno con più tranquillità, va colta l'opportunità di completare il quadro vaccinale sfruttando la co-vaccinazione, sicuramente contro influenza e Covid. Per avere uno stato immunitario il più performante possibile, però, non bisogna però trascurare altre malattie infettive che possono avere un forte impatto sulla salute e sulla società. «Oltre a Covid e influenza, ci sono altre tre importanti malattie infettive da cui bisogna proteggersi, ma nei confronti dei quali c’è una scarsa percezione dei rischi connessi all’infezione: pneumococco, Herpes Zoster e meningococco», sottolinea Roberto Parrella, vice presidente della Simit. «In particolare, l’Herpes Zoster (spesso noto come Fuoco di Sant’Antonio) è una malattia gravata da severe complicanze soprattutto nei soggetti sottoposti a terapie immunosoppressive e che compromette in maniera importante la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Da non sottovalutare lo pneumococco, frequente causa di polmonite, soprattutto nei soggetti anziani, in cui può esserci un’evoluzione sfavorevole, così come il meningococco può portare allo sviluppo della patologia meningitica, anche molto invasiva. Oggi abbiamo la possibilità di utilizzare dei vaccini estremamente efficaci, che prevengono queste infezioni con sicurezza senza effetti collaterali. Non dimentichiamo che anche la co-somministrazione dei vaccini è sicura e non accentua gli effetti collaterali dei singoli vaccini. Infine, con una maggiore prevenzione si evitano ospedalizzazioni e uso inappropriato di antibiotici, contribuendo così alla lotta all’antibiotico-resistenza, che rappresenta uno dei più seri problemi di sanità pubblica nei prossimi decenni, con vantaggi anche economici, oltre che di salute».

 

I medici ricordano che, a prescindere dalla malattia infettiva contratta, chi presenta sintomatologia respiratoria con tosse e febbre dovrebbe restare a casa in isolamento per evitare di diffondere malattie infettive e le relative conseguenze che abbiamo imparato a conoscere, dannose soprattutto per la popolazione più fragile.

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