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Daniele Banfi
pubblicato il 29-06-2021

Vaccini a mRNA: l'immunità potrebbe durare per molto tempo



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A distanza di 4 mesi dalla vaccinazione permangono le cellule della memoria nei centri germinali. Un dato che starebbe ad indicare un'immunità di lunga durata

Vaccini a mRNA: l'immunità potrebbe durare per molto tempo

Sull'efficacia non ci sono dubbi. La vaccinazione sta contribuendo a salvare migliaia di vite da Covid-19. Sulla durata della protezione invece non si sa molto. Anche se solo attraverso l'osservazione nel tempo potremo capirne di più, diversi studi stanno mostrando che attraverso un ciclo di vaccinazione completo con vaccini a mRNA è possibile istaurare una memoria a lungo termine. Il più completo, pubblicato sulle pagine della rivista Nature, ha rilevato a distanza di mesi la presenza di plasmacellule del centro germinale, componenti la cui presenza è assocuata ad un'immunità di lunga durata.

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COME FUNZIONA LA RISPOSTA IMMUNITARIA

Quando il nostro corpo viene in contatto con un agente esterno potenzialmente dannoso produce una reazione immunitaria composta da due fasi: quella aspecifica -presente già alla nascita e non dipendente da incontri pregressi- e quella specifica -diretta in maniera precisa contro quel determinato agente esterno. Quest'ultima è essenzialmente mediata da due tipi di cellule: i linfociti B e i linfociti T. I primi sono i responsabili della produzione di anticorpi, i secondi della risposta cellulare al virus. In entrambe in casi in seguito da un'infezione o alla vaccinazione si creano specifiche cellule della memoria in grado di attivarsi in caso di incontro con il patogeno.

REINFEZIONI RARE 

Ciò accade anche quando si incontro Sars-Cov-2. Una volta contratto il virus, le probabilità di reinfettarsi sono abbastanza rare. Ciò significa che si è instaurata un'immunità, almeno temporanea. A riprova di questo fatto uno studio pubblicato il mese scorso dalla rivista Nature ha dimostrato che nelle persone che hanno recuperato dalla malattia, sono rilevabili nel midollo osseo plasmacellule di lunga durata capaci -se stimolate- di produrre nuovamente anticorpi contro il virus. Un'indicazione che supporterebbe la tesi della lunga durata dell'immunità a Sars-Cov-2. 

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Ma c'è di più perché se in queste persone si aggiunge una sola dose di vaccino, la risposta del sistema immunitario -in termini di produzione di anticorpi- è dalle 25 alle 100 volte maggiore rispetto a quanto si ottiene con la sola vaccinazione. Non solo, le plasmacellule indotte grazie a questa strategia sono presenti in quantità dalle 5 alle 10 volte superiori rispetto a quelle generate dalla sola malattia o sola vaccinazione. Risultati importanti che, secondo gli addetti ai lavori, conferirebbero a chi ha avuto la malattia e una singola dose di vaccino, una protezione addirittura maggiore rispetto alla sola vaccinazione, anche contro varianti non incontrate in precedenza. 

PROTEZIONE DI LUNGA DURATA

Cosa accade invece quando si ha la fortuna di disporre di un vaccino senza essere stati precedentemene infettati con Sars-Cov-2? Se la protezione sul breve termine è un dato di fatto, cominciano ad arrivare i primi studi che dimostrerebbero che i vaccini a mRNA sarebbero in grado di indurre una memoria a lungo termine. Il più completo, pubblicato sulle pagine di Nature ad opera dei ricercatori della Washington University School of Medicine, hanno dimostrato che dopo la vaccinazione, a distanza di 4 mesi, sono costantemente presenti plasmacellule della memoria del centro germinale. Un risultato che secondo gli autori dell’analisi dimostrerebbe la capacità, anche da parte della sola vaccinazione, di creare una memoria a lungo termine. Secondo quanto scoperto una terza dose -al netto di possibili nuove varianti e di persone immunocompromesse- non sarebbe dunque necessaria.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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