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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 25-11-2022

Legge di bilancio e tasse sulle sigarette: ancora un’occasione mancata



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Secondo la bozza della manovra 2023 aumentano le accise sulle sigarette (si ipotizza un aumento di prezzo di 20 centesimi) e si attenuano invece le tasse su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato

Legge di bilancio e tasse sulle sigarette: ancora un’occasione mancata

Nella bozza della legge di bilancio 2023, approvata lunedì 21 novembre, torna il tema della tassazione delle sigarette. L’aumento c’è, ma non sembra essere di quelli che lasceranno il segno sui consumi di tabacco in Italia (e soprattutto sui danni che provoca). La manovra infatti prevede maggiori introiti dal versante delle sigarette, un aumento per le casse dello Stato che dovrebbe essere pari a 138 milioni di euro. Per dare un contesto, nel 2021 l'erario ha incassato 14,41 miliardi dal tabacco. E ogni anno le malattie legate al fumo costano circa 26 miliardi fra costi diretti e indiretti. Inoltre l'aumento della tassazione previsto per il tabacco riscaldato per l'anno 2023 sarà spalmato da qui al 2026.

 

CHE COSA DICE LA MANOVRA

La stima proposta da diversi osservatori è che l’aumento della tassazione dovrebbe tradursi in un aumento di prezzo pari a 15-20 centesimi a pacchetto nel 2023, considerando un prodotto di media gamma. La legge di bilancio infatti andrebbe ad aumentare la cosiddetta componente specifica dell’accisa, che in Italia è fra le più basse in Europa (nel 2022, su un pacchetto medio da 20 sigarette, meno della metà di quella francese e circa un terzo di quella irlandese). L’accisa sul tabacco è composta da un importo specifico fisso e da un importo ad valorem, che dipende dal prezzo del prodotto. La bozza del governo prevede che l’importo specifico fisso dell’accisa sulle sigarette sia «per l’anno 2023, in 36,00 euro per 1.000 sigarette, per l’anno 2024 in 36,50 euro per 1.000 sigarette e, a partire dall’anno 2025, in 37,00 euro per 1.000 sigarette». Al luglio 2022 è pari a 22,26 euro per mille sigarette. Calcolare l’effetto sul prezzo di vendita dei vari prodotti dal tabaccaio non è semplice, ma si è ipotizzato non più di 20 centesimi di aumento a pacchetto. Qualcosa, ma non abbastanza.

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PERCHÈ LA TASSAZIONE SUL TABACCO È IMPORTANTE

Il fumo è uno dei principali fattori di rischio evitabili per la salute degli esseri umani ed è causa di morti premature (8 milioni l’anno nel mondo), malattia, disabilità e impoverimento. L’Organizzazione Mondiale della sanità ricorda che la tassazione del tabacco è il meccanismo più efficace per ridurre i consumi e il danno correlato al fumo, soprattutto nelle fasce più fragili e fra i più giovani. È una misura che funziona perché: 

  • mobilizza risorse
  • riduce le disuguaglianze (le fasce più povere sono le più colpite dagli aumenti, ma sono anche quelle che pagano il prezzo più alto alla dipendenza dal tabacco e che beneficiano maggiormente della riduzione dei consumi, in termini di risparmio e di salute guadagnata)
  • riduce il peso sui sistemi sanitari
  • incide direttamente sul consumo di tabacco.

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LA PETIZIONE AL PARLAMENTO

Ecco perché già nel 2021 Fondazione Umberto Veronesi con il suo Comitato scientifico per la lotta al fumo ha presentato una petizione al Parlamento per chiedere l'aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e tabacco riscaldato. Per richiedere che cosa? Un aumento significativo del prezzo di questi prodotti, attraverso l’incremento delle accise. Inoltre, perché la misura fiscale sia accompagnata da reali misure per aiutare i fumatori a smettere e aiutare chi a causa del fumo si ammala, chiede che i ricavi siano destinati in una parte importante:

  • a programmi di prevenzione e di disassuefazione da fumo, organizzati e offerti nell’ambito del sistema sanitario nazionale;
  • a rendere rimborsabili i trattamenti per smettere di fumare;
  • a programmi per diagnosticare precocemente le malattie fumo-correlate;
  • alla ricerca indipendente sul fumo e i suoi effetti.
 

SI PUÒ E SI DEVE FARE DI PIÙ

Silvano Gallus, direttore del Laboratorio di epidemiologia e stili di vita presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, fa parte del Comitato che ha sottoscritto quel documento e con il progetto Tobaccoendgame da tempo si occupa delle politiche di controllo del tabacco, tassazione compresa. Qual è la sua prima impressione sulla bozza della legge di bilancio? «Se si spera di ottenere da questa manovra 138 milioni di euro vuole dire che l’aumento delle accise inciderà pochissimo sui consumi. Serve a poco, più che un aumento significativo delle accise somiglia ad un adeguamento all’aumento dell’inflazione e più che altro permette all’industria del tabacco di aizzare i fumatori contro gli aumenti. Questo rende più difficile fare passare poi un vero aumento delle accise, necessario in un paese civile». L’esempio viene facile, anche perché appena oltreconfine «la Francia ha preso un’altra strada, aumentando il prezzo delle sigarette a più di 10 euro a pacchetto. Ciò ha giovato alle casse dello stato francese e a molti fumatori che hanno diminuito o azzerato i consumi grazie agli aumenti. Ha giovato anche a molti giovani che non hanno iniziato a fumare. Che cosa aspetta l’Italia?».

Come ha spiegato Giovanni Fattore, professore Ordinario di Health Policy presso SDA Bocconi School of Management e Università Bocconi e membro del Comitato Scientifico per la lotta al fumo Fondazione Umberto Veronesi: «Un aumento importante delle accise sul tabacco è una misura sicuramente efficace per disincentivare il fumo, soprattutto tra i giovani. È una strategia che porterebbe un contributo immediato e duraturo alla tutela della salute e al tempo stesso permetterebbe di raccogliere risorse da destinare a interventi di ricerca e prevenzione».

 

GLI ALTRI PRODOTTI DA FUMO E DA SVAPO

La bozza prevede un adeguamento anche della tassazione su sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. In particolare, per le sigarette elettroniche con nicotina (“prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti nicotina”) l’imposta di consumo nel 2023 passa dal 25 per cento previsto al 15 per cento. Per i tabacchi da inalazione senza combustione (riscaldatori di tabacco, il prodotto più noto è l’iQos di Philip Morris) era prevista un’accisa pari al 35 per cento dal primo gennaio 2022, che avrebbe dovuto diventare del 40 per cento dal primo gennaio 2023. Il nuovo provvedimento spalma l’aumento nei prossimi quattro anni: «al 36,5 per cento dal 1° gennaio 2023, al 38 per cento dal 1° gennaio 2024, al 39,5 per cento dal 1° gennaio 2025 e al 41 per cento dal 1° gennaio 2026».

«Si stanno regalando ogni anno centinaia di milioni di euro - osserva Silvano Gallus - solo per lo sconto sulle accise del tabacco riscaldato, che non ha alcuna giustificazione scientifica. Questi soldi invece di entrare nelle casse dello stato, finiscono nelle tasche dei produttori di tabacco. Lo sconto non ha alcuna giustificazione scientifica. Secondo gli esperti di controllo del tabagismo indipendenti da conflitti di interesse con l’industria del tabacco, infatti, non esistono evidenze scientifiche che i prodotti a tabacco riscaldato possano essere uno strumento utile per la riduzione del danno rispetto alle sigarette a combustione. Mi sembra di capire che, quando si parla di tabacco, indipendentemente dal governo in carica, in Italia non si riesca a fare politiche basate sull’evidenza scientifica. Non possiamo che sperare nelle decisioni dell'Europa».       

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Fonti

DECRETO LEGISLATIVO 26 ottobre 1995 , n. 504, Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative. Vigente al : 27-4-2022

Disegno di legge di bilancio 2023 23 novembre 2022 ore 12.20

Libro Blu 2021 – Agenzia Dogane e Monopoli

European Commission – Taxes in Europe Database

Tax Foundation, Cigarettes Taxes in Europe 2022

WHO technical manual on tobacco tax policy and administration

Tobaccoendgame – Economia del tabacco e del controllo del tabacco

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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