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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 30-05-2024

Un fumatore su 3 prova a smettere (ma i centri antifumo diminuiscono)



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Fuma un italiano su 4, aumenta l'uso combinato di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici. L'identikit nel report annuale presentato dall'ISS

Un fumatore su 3 prova a smettere (ma i centri antifumo diminuiscono)

Al di là di piccole oscillazioni il dato resta quello: poco meno di un quarto degli italiani adulti (fra i 18 e i 69 anni) è un fumatore. È quanto anticipato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in vista della Giornata Mondiale senza tabacco in cui si rendono noti i report annuali. I dati aggiornati provengono da sorveglianza Passi del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (Cnapps) e sono stati raccolti dal sistema di sorveglianza Passi nel biennio 2022-2023 su un campione di oltre 63.000 adulti (18-69enni). I risultati completi verranno illustrati il 31 maggio durante il convegno organizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping insieme all’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e alla Società italiana di tabaccologia.

 

CALANO (LENTAMENTE) I FUMATORI TRADIZIONALI

Negli ultimi anni c’è stato un calo della prevalenza del fumo, 15 anni fa erano il 30 per cento, quest’anno sono il 24 per cento. Si va nella direzione giusta, ma a passo di lumaca, se si consideriamo che il fumo è il primo fattore di rischio evitabile per tumori, malattie respiratorie e cardiovascolari. Meno fumatori adesso, dunque, significherebbe meno malati fra venti o trent’anni.

 

MENO CENTRI ANTIFUMO

Inoltre preoccupano alcuni segnali, primo fra tutti la scarsità di investimenti in prevenzione primaria e delle risorse destinate alla cessazione, con la riduzione dei centri antifumo, presidi indispensabili per aiutare le persone a smettere di fumare, che passano dai 241 dello scorso anno ai 223 di quest’anno.

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Il fumo. Una dipendenza che mette a rischio la salute

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FUMATORI, EX, SVAPATORI

Se i fumatori adulti sono il 24 per cento (il 20 per cento fuma sigarette, il 4 per cento fuma sia sigarette sia sigarette elettroniche e/o tabacco riscaldato), i non fumatori sono il 59 per cento e gli ex fumatori il 17 per cento. Il 3,3 per cento degli intervistati ha dichiarato di usare esclusivamente dispositivi elettronici (sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco). Erano lo 0,4 per cento dieci anni fa.

 

UN TERZO DEI GIOVANI CONSUMA NICOTINA

Fra i giovani il 30 per cento usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica, che si confermano sempre più “policonsumatori”, ovvero consumatori di nicotina con diverse modalità, una formula che ne fa il target strategico delle aziende del tabacco e – non a caso – i protagonisti della Giornata senza tabacco 2024 indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dedicata quest’anno alla necessità di proteggere i minori dall’influenza dell’industria.

 

IL RUOLO DELLE SCUOLE

“Negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, ma troppo lentamente. Erano il 30% nel 2008, adesso si attestano al 24% - evidenzia il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Rocco Bellantone -. Questo processo va accelerato puntando sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole. Sono infatti proprio le scuole uno dei luoghi principali in cui costruire una socialità tra i bambini e ragazzi che punti a promuovere stili di vita sani, come l’abitudine a non fumare”.

 

CHI FUMA DI MENO

Gli esperti dell’ISS hanno voluti rimarcare ancora una volta un diverso andamento dell’epidemia di tabagismo fra donne e uomini. Fra le prime, infatti, sebbene siano meno (fuma il 21 per cento delle donne contro il 28 per cento degli uomini), le quote di fumatrici scendono più lentamente rispetto agli uomini. Un dato che si riflette anche sulla progressiva erosione del vantaggio in termini di salute, con i tassi di mortalità per malattie tipicamente legate al fumo, come il tumore del polmone, che diminuiscono nei maschi ma non nelle donne.

La riduzione del fumo di sigaretta si registra in tutte le fasce d’età, ma è più evidente fra i giovani, che però sembrano piuttosto trasferire l’abitudine al consumo di nicotina su dispositivi alternativi (riscaldatori di tabacco e sigarette elettroniche) o più spesso complementari alla sigaretta vecchio stile. Pochi cambiamenti anche nel consumo medio giornaliero, che resta intorno alle 12 sigarette, anche se un quarto dei fumatori nel consuma più di un pacchetto al giorno.

 

CHI VUOLE SMETTERE VIENE LASCIATO SOLO

Si conferma inoltre il fatto che spesso si continua a fumare non perché lo si vuole o perché piace, ma perché non si riesce a smettere. Un terzo dei fumatori intervistati infatti, ha dichiarato di aver provato a smettere nell’anno precedente (con almeno un giorno di astinenza). Ma nella gran parte dei casi si ricomincia e solo 11 su cento dicono di avere smesso da almeno sei mesi.

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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