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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 21-10-2020

Perché il vaccino antinfluenzale va ripetuto ogni anno?



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A causa delle frequenti mutazioni, il virus influenzale potrebbe non essere riconosciuto dal sistema immunitario già pochi mesi dopo l'infezione

Perché il vaccino antinfluenzale va ripetuto ogni anno?

In Europa, i casi di influenza si verificano solitamente da gennaio alla prima metà di marzo, anche se questo arco di tempo può spostarsi avanti o indietro di qualche settimana. Al termine di questo periodo, il virus non scompare, ma continua a circolare spostandosi nell’emisfero boreale, dove inverno ed estate sono opposti rispetto alle nostre latitudini.


I virus che causano l’influenza sono soggetti a cambiamenti (mutazioni) che li rendono sfuggenti. Per questo motivo, anche se si è contratta l’influenza in precedenza, non è detto che il nostro sistema immunitario sia in grado di riconoscere il virus che si ripresenta l’anno successivo. Questo meccanismo riguarda anche la vaccinazione antinfluenzale. Facciamo un esempio pratico. Durante la stagione invernale 2018-19, ricercatori ed epidemiologi hanno rilevato i ceppi influenzali circolanti più comuni in Italia e in Europa. Il vaccino per la stagione successiva (2019-20) è così stato prodotto nei primi mesi dell’anno 2019 per essere pronto alla distribuzione entro ottobre.

 

Chi produce i vaccini, tuttavia, non è sempre in grado di prevedere con massima esattezza come il virus muterà e quali saranno i ceppi virali che colpiranno in futuro. Viene dunque effettuata una scelta ponderata e i vaccini prodotti proteggeranno contro i ceppi più probabili. Sebbene questo meccanismo non sia perfetto (l’efficacia potrebbe non essere del cento per cento), garantisce comunque una protezione molto buona all’interno della popolazione, specialmente per le fasce più a rischio come gli anziani. Inoltre, bisogna ricordare che i virus influenzali si diffondono seguendo leggi matematiche.


Nel caso in cui gran parte della popolazione sia vaccinata, l’infezione non trova possibili candidati in cui propagarsi. Questo contribuisce a diminuire di molto le possibilità del virus di circolare (proteggendo i più deboli). Anche un’arma imperfetta, dunque, può essere importantissima per difenderci e difendere chi è più esposto.



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