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Redazione
pubblicato il 20-02-2013

Una aspirina al giorno fa bene o fa male?



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L’aspirina è un potente antinfiammatorio e come tale può essere considerato un buon agente nella prevenzione di quelle patologie che si associano ad uno stato infiammatorio cronico.

Una aspirina al giorno fa bene o fa male?

In pochi giorni leggo sui giornali due notizie «contrastanti»: uno studio sostiene che l’aspirina presa tutti i giorni (così come è in genere prescritta per la prevenzione cardiovascolare) aiuta a prevenire i tumori del fegato, un altro proverebbe che raddoppia il rischio di sviluppare una malattia della retina. Mi aiutate a capire? Enzo

Risponde Andrea Decensi, responsabile della Struttura Complessa Oncologia Medica dell'ospedale Galliera di Genova

 

L’aspirina è un potente antinfiammatorio e come tale può essere considerato un buon agente nella prevenzione di quelle patologie che si associano ad uno stato infiammatorio cronico.

Come alcuni tumori, che si sospetta abbiano fra i loro meccanismi di formazione lo stimolo proliferativo dovuto all’infiammazione su cui poi può inserirsi l’azione di un cancerogeno o un qualche errore del Dna che agevoli la trasformazione neoplastica delle cellule.

Lo testimoniano ormai diversi studi scientifici: l’aspirina, specie a basso dosaggio cardiologico (100 milligrammi al giorno), è stata associata a una prevenzione del tumore del colon e di altri tumori di tipo adenocarcinomatoso molto frequenti (di derivazione dalle cellule ghiandolari) come polmone, apparato digestivo, tra cui il fegato.

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Gli esiti dell’ultima ricerca pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute indicano che tra i consumatori abituali di aspirina il carcinoma epatocellulare è risultato incidere in maniera inferiore del 41 per cento rispetto agli altri volontari che non usavano l’acido acetilsalicilico.

Questi studi confermano una convinzione già presente da 30 anni nel mondo scientifico: se in natura esistono sostanze che provocano il cancro, deve esistere anche il loro contrario, vale a dire molecole che ci proteggono. Su questo principio si basa la farmaco-prevenzione, uno dei campi più promettenti della ricerca oncologica.

Quindi stando agli indizi finora raccolti, oltre ai benefici cardiovascolari, oggi abbiamo evidenza di utilità nella prevenzione del cancro.

Precisando infine che nessun farmaco è privo di effetti collaterali, il bilancio tra rischi e benefici appare altamente favorevole all’aspirina. Certo però, nel prescrivere un’eventuale cura con aspirina, bisogna valutare le possibili conseguenze indesiderate, in primis sull’apparato digerente (emorragie gastriche) e cerebrali, oltre che sull’occhio.

Quindi, ad esempio,  un soggetto che abbia problematiche oftalmologiche quali distacco di retina o emorragie del vitreo, dovrà consultare prima il suo specialista oftalmologo per utilizzare l’aspirina.

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