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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 08-08-2019

Ecco le cellule «Peter Pan» del cervello


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Scoperto un gruppo di neuroni che restano immaturi durante l’infanzia, poi evolvono rapidamente. Alcuni sopravvivono anche a 77 anni: un mezzo per mantenerci flessibili e creativi?

Ecco le cellule «Peter Pan» del cervello

Abbiamo un misterioso gruppo di neuroni, “nascosti” nell’amigdala, centro chiave per le emozioni, che restano immaturi, addirittura in uno sviluppo prenatale, per tutta la nostra infanzia. Poi, d’un colpo, quasi tutte maturano durante l’adolescenza, fase della vita di grande e spesso tumultuoso sviluppo emotivo. Non tutte però: un certo numero di queste cellule restano immature per tutta la vita, suggerendo che sia questo il motivo per cui il cervello riesce a mantenere flessibili le proprie risposte emotive a tutte le età.

L’AMIGDALA, IL CERVELLO CHE CRESCE

La scoperta si deve a un gruppo di studiosi dell’Università di California a San Francisco che l’hanno pubblicata su Nature Communications. L’amigdala è una parte profonda del cervello a forma di mandorla che gioca un ruolo chiave nell’apprendimento di risposte emotive adeguate agli stimoli ambientali. Durante l’infanzia e l’adolescenza, molto tempo dopo che il resto del cervello ha finito di crescere, l’amigdala continua a espandersi con almeno due milioni di neuroni. Gli scienziati pensano che questo tardiva esplosione di crescita potrebbe essere molto importante nello sviluppo emotivo umano e che qualcosa nel rapido processo potrebbe andare storto provocando disturbi dello sviluppo neurologico. Per esempio, ricordano, questa espansione è assente nei bambini con autismo mentre i disturbi dell’umore esordiscono spesso durante l’adolescenza. E depressione, ansia, disturbo bipolare, disturbo da stress post-traumatico sono già stati legati a problemi con lo sviluppo dell’amigdala.

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ESAME DEI TESSUTI CEREBRALI

In cerca di un chiarimento sulla tardiva o mancata maturazione delle cellule in esame e del veloce accumularsi di neuroni nell’adolescenza, i ricercatori di San Francisco hanno esaminato, post mortem, i tessuti dell’amigdala di 49 persone, di un’età variante dalle 20 settimane di gestazione ai 78 anni. Impiegando tecniche sia anatomiche sia molecolari per classificare il livello di maturità dei neuroni e la loro funzione nei circuiti neurali, hanno trovato che la percentuale di cellule dell’amigdala immature resta alta per tutta la durata dell’infanzia, ma cala rapidamente nell’adolescenza. Alla fine di questa fase della vita soltanto il 20 per cento, all’incirca, restano immature.

ADOLESCENZA: UN TUMULTO A VOLTE FUORVIATO

E’ la prima volta che queste particolari cellule nervose vengono studiate così a fondo, ma i ricercatori non sono arrivati a provare la loro funzione: ipotizzano, come già detto, che giochino un ruolo nel rapido sviluppo emotivo nel corso dell’adolescenza. «Chiunque abbia conosciuto un adolescente sa bene che attraversano un veloce e a volte tumultuoso processo di apprendimento emotivo mentre imparano come gestire lo stress, come creare legami sociali positivi e così via», osserva il professor Shawn Sorrells, capo-équipe dei ricercatori. «Nel contempo è nell’adolescenza che compaiono molti disturbi psichiatrici di cui si sa che sono collegati all’amigdala, suggerendo che qualcosa non abbia funzionato nello sviluppo emotivo e cognitivo. Quanto, però, a sapere se le cellule da noi studiate siano coinvolte, ebbene, questa è materia per future ricerche».

UNA IMMATURITA’ FORSE “PREZIOSA” A 77 ANNI

Cellule immature sono state trovate anche in un cervello di 77 anni: cellule “Peter Pan” le hanno anche soprannominati i ricercatori californiani. «Si può immaginare che questi neuroni immaturi – commenta Sorrells - permettano al cervello di continuare a modellare la struttura dei circuiti neurali e il loro aumento in correlazione alle esperienze concrete della vita. Naturalmente si tratta solo di un’ipotesi, una delle affascinanti questioni che le attuali scoperte aprono per studi futuri».

«POSSIAMO SEMPRE IMPARARE»

La psichiatra Donatella Marazziti, professore associato al Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa, non nasconde il suo entusiasmo per le novità che vengono dalle ricerche di San Francisco. «Si tratta di un gruppo di studiosi molto serio, i loro risultati sono affidabili», garantisce. Poi, quanto alle notizie diffuse, sottolinea: «Sembra che una quota di queste cellule immature (circa il 20 per cento) resti “a disposizione” fino all’età senile, il che vuol dire che possiamo sempre imparare ad adattarci alle nuove esperienze emozionali e agli stimoli ambientali. E, perché no, ad amare nelle maniera giusta anche da vecchi».

NELL’AUTISMO UN ERRORE NELLO SVILUPPO

Delineando il contorno dello studio di Sorrells e colleghi, la professoressa Marazziti spiega: «Quelle indagate sono zone del cervello che appartengono al cosiddetto lobo limbico, che regola le emozioni di base, quali ansia, paura, attaccamento, ma anche memoria e apprendimento. Quello che è innovativo dello studio è che ha dimostrato che esiste una quantità di cellule immature che durante l'adolescenza vanno incontro a maturazione rapida, il che potrebbe sottendere lo sviluppo emozionale tipico di questa fase della vita. Non solo, al contrario di tutte le altre aree cerebrali che smettono di svilupparsi (e alcune addirittura regrediscono), l’amigdala continua ad espandersi: processo che, tuttavia, potrebbe arrestarsi in molti disturbi del neurosviluppo come l’autismo, ma anche la depressione, il disturbo bipolare e il disturbo post-traumatico da stress. Invece i neuroni che restano immaturi possono probabilmente regalarci più flessibilità e creatività».

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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