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Neuroscienze
Paola Scaccabarozzi
pubblicato il 03-02-2022

I disturbi alimentari e la prima mappa dei centri specializzati in Italia



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Una piattaforma per trovare i centri specializzati nella cura di disturbi alimentari come anoressia, bulimia, binge eating disorder

I disturbi alimentari e la prima mappa dei centri specializzati in Italia

Finalmente online la prima piattaforma online per orientarsi fra i centri specializzati per la cura dei disturbi alimentari, come anoressia e bulimia. Adolescenti che centellinano il cibo, che mangiano sempre meno, che controllano in maniera ossessiva calorie e alimenti che ingeriscono con crescente parsimonia fino a ridurne in maniera impressionante l’introito quotidiano. Corpi che, di conseguenza, si assomigliano, che tendono a scomparire. Ragazze, i disturbi del comportamento alimentare si declinano soprattutto al femminile, che ingurgitano cibo in modo compulsivo e poi si procurano il vomito. Quello dei disturbi alimentari è un mondo complesso che tocca corpo e psiche e che ha spesso radici antiche. Impatta in maniera drammatica sulla vita di tutti i giorni, destabilizza le famiglie e costituisce un vero e proprio problema di sanità pubblica di crescente importanza.

 

UN CENSIMENTO DEI CENTRI E UNA MAPPA DA CONSULTARE

Oggetto di attenzione sanitaria e sociale sul piano scientifico per la loro diffusione, per l’esordio sempre più precoce e per l’eziologia multifattoriale, anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating) necessitano di professionisti in grado di comprenderne la complessità e agire con solerzia e attenzione. Proprio per questo, per la prima volta nel nostro Paese, sono stati censiti attraverso una piattaforma online, interattiva e aggiornabile in tempo reale, tutti i centri dedicati alla cura dei disturbi del comportamento alimentare. E’ questo il risultato raggiunto attraverso il progetto MA.NU.AL (“Disturbi della NUtrizione e dell'ALimentazione: la MAppatura territoriale dei centri dedicati alla cura in supporto alle Azioni Centrali del Ministero della Salute”) che il Ministero della Salute ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.

E se fosse anoressia? Una mini-guida per genitori preoccupati

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23-11-2021
ANORESSIA E BULIMIA: 9 SU DIECI SONO DONNE

Al 31 dicembre 2021 la mappatura conta 91 strutture su tutto il territorio nazionale: 48 centri al Nord (di cui 16 in Emilia Romagna), 14 al Centro Italia e 29 tra Sud e Isole. Sono 963 i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati: soprattutto psicologi (24%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). Sono inoltre presenti gli educatori professionali (8%), i medici di area internistica e pediatri (5%), i medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell'alimentazione (5%), i tecnici della riabilitazione psichiatrica (3%), gli assistenti sociali (2%) ed infine i fisioterapisti (1%) e gli operatori della riabilitazione motoria (1%). Il censimento in continua evoluzione consente anche di conoscere informazioni relative all’utenza assistita. Risultano in carico al 65% dei Centri censiti oltre 8.000 utenti. Poco meno di 3.000 sono in carico da più di 5 anni e soltanto nell’ultimo anno di riferimento (2020) hanno effettuato una prima visita circa 4.700 pazienti. L’utenza in carico è prevalentemente di genere femminile 90% rispetto al 10% di maschi. Il 59% degli utenti hanno tra i 13 e 25 anni di età, il 6% hanno meno di 12 anni. Rispetto alle più frequenti diagnosi lanoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.

 

CASI IN AUMENTO, ANCHE FRA I BAMBINI

Lo strumento diagnostico più utilizzato è il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali): 87%. Il Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5) dell’American Psychiatric Association definisce i quadri della categoria diagnostica, gli indici di gravità sulla base dell’intensità dei sintomi presentati, i principali sintomi e comportamenti diversamente associati fra loro ad aggravare il rischio di complicanze. Di recente, studi epidemiologici internazionali hanno rilevato un aumento dell’incidenza di disturbi alimentari nel genere femminile di età compresa tra i 12 e 25 anni. In Occidente, Italia inclusa, si stima una prevalenza dell’anoressia dello 0,2-0,8% e della bulimia di circa il 3%, con un’incidenza dell’anoressia di 4-8 nuovi casi per anno su 100.000 individui e di 9-12 per la bulimia, con un’età di esordio tra i 10 e i 30 anni, e un’età media di insorgenza di 17 anni. Attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica dal momento che risultano in continuo aumento. In particolare, nella bulimia e nel disturbo da alimentazione incontrollata, si registra un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che tali patologie non riguardano più soltanto gli adolescenti, ma anche bambini in età prepubere, con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente.

 

INTERVENIRE PRESTO

L’importanza dell’identificazione e dell’intervento precoce sta nel fatto che, se non trattate adeguatamente, tali patologie aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) che possono portare, nei casi più severi, alla morte. L’esperienza maturata e riferita dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere per queste condizioni un intervento precoce, strutturato e multidisciplinare, che si avvalga quindi della collaborazione di diverse figure professionali.

 

LE STRATEGIE DI CURA E L’ACCESSO AI CENTRI

I percorsi offerti all’utenza vedono l’integrazione di diverse tipologie di intervento: psicoterapeutico (100%), psicoeducativo (99%), nutrizionale (99%), farmacoterapico (99%), di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale (99%) e di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale (62%). Gli interventi psicoterapeutici comprendono approcci individuali (98%), familiari (78%) e di gruppo (66%), spesso co-presenti. L’accesso presso i servizi avviene solitamente in modalità diretta, su richiesta del paziente (83%). Le prestazioni vengono generalmente erogate dietro pagamento del ticket sanitario (78%) ma possono essere fornite anche gratuitamente (29%) o essere erogate in regime di intramoenia (9%). Quasi tutti i Servizi censiti rilevano l’esordio della patologia (98%), il tempo trascorso tra l’esordio e la presa in carico del paziente (97%) ed eventuali trattamenti pregressi (98%). I Centri censiti propongono percorsi terapeutici multimodali, i livelli di assistenza sono a carattere prevalentemente ambulatoriale di tipo specialistico (92%) ma anche intensivi ambulatoriali o semiresidenziali (62%), mentre la riabilitazione intensiva residenziale è offerta nel 17% delle strutture.

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Paola Scaccabarozzi
Paola Scaccabarozzi

Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.   


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