Chiudi
Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 20-06-2023

"Pruning": quando l'errato rimodellamento del cervello è associato ai disturbi mentali



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Negli adolescenti l'alterato meccanismo di pruning, quel processo di sfoltimento delle connessioni cerebrali "superflue", potrebbe essere alla base di diversi disturbi psichiatrici

"Pruning": quando l'errato rimodellamento del cervello è associato ai disturbi mentali

Si chiama “pruning”, potatura, un processo cerebrale importantissimo caratterizzato dallo sfoltimento selettivo di alcune delle tante connessioni (sinapsi) formatesi mentre cresciamo. Quelle non più necessarie vengono diradate e scartate. E’ un fenomeno che si verifica in tutta la vita ma che caratterizza prevalentemente l’adolescenza. L'obiettivo è quello di rendere più agile il cervello, favorendo un funzionamento rapido ed efficiente evitando che “si ingolfi” con troppi collegamenti. Ora una ricerca pubblicata su Nature Medicine ha messo in relazione alcuni disturbi psichiatrici, specialmente negli adolescenti, con l'alterato processo di pruning.

QUANDO IL DISTURBO INIZIA DA PICCOLI

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato che in tutto il mondo un adolescente su 7, di età 10-19 anni, ha problemi psichici: depressione, ansia, disturbi comportamentali, disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (Adhd) o impulsività. La professoressa Barbara Sahakian, psichiatra dell’Università di Cambridge (Gran Bretagna), ha detto: «I giovani spesso manifestano più di un disordine mentale; i sintomi cominciano generalmente nell’adolescenza in maniera poco definita e differenziata tra loro e continuano, spesso trasformandosi, nella vita adulta. Questo suggerisce che potrebbe esserci un meccanismo comune cerebrale sotteso a questi problemi mentali in un tempo critico per lo sviluppo cerebrale».

IL FATTORE NEUROPSICOPATOLOGICO

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno identificato un modello di attività cerebrale caratteristico che hanno chiamato “fattore neuropsicopatologico” (Np factor). Il gruppo ha esaminato i dati di 1.750 adolescenti di 14 anni presi dalla coorte Imagen, un progetto di ricerca europeo. In particolare hanno considerato i dati di imaging dalle scansioni cerebrali prese mentre i teenagers erano impegnati in compiti cognitivi per vedere come le diverse regioni del cervello comunicavano tra di loro.

L’IMPORTANZA DEI LOBI FRONTALI

I ragazzi con uno o più disturbi mentali hanno mostrato modelli analoghi di attività cerebrale. Il fattore Np appare largamente rappresentato nei lobi frontali, l’area dedicata alle funzioni esecutive che sono preposte alla pianificazione, organizzazione e regolamentazione dei comportamenti e al controllo emotivo. I ricercatori hanno trovato conferma ai loro risultati replicando le prove su 1.799 ragazzi dello studio statunitense Abcd sullo sviluppo del cervello e la salute del bambino. Quando l’équipe ha controllato i dati genetici tratti dalla coorte Imagen, ha visto che il fattore Np era molto forte negli individui caratterizzati dalla variante del gene Egsf11 che era stato già associato con disturbi mentali multipli. Si sa che questo gene gioca un ruolo importante nel “pruning” delle sinapsi. E problemi nel “pruning” riguardavano in particolare i lobi frontali, dato che queste regioni sono le ultime aree a completare lo sviluppo negli adolescenti e nei giovani adulti.

SE LA “POTATURA” SI ALTERA

Il dottor Tianye Jia, della Fudan University di Shanghai (Cina) e del King’s College London (Gran Bretagna), ha detto: «La nostra ricerca suggerisce che quando l’importante processo di “potatura” è alterato, questo influisce sul modo in cui le regioni cerebrali funzionano e si parlano. E dato che tale impatto si vede soprattutto nei lobi frontali, non stupisce che vi siano implicazioni per la salute mentale». I ricercatori affermano che la scoperta del fattore Np potrebbe aiutare a identificare i giovani a più alto rischio di sviluppare problemi di salute mentale.

FORSE DIAGNOSI PIU’ PRECOCI

Da parte sua il professor Jiangfen Feng, della Fudan University e dell’University of Warvick (Gran Bretagna), ha dichiarato: «Sappiamo che molte patologie mentali si formano nell’adolescenza e che i giovani che sviluppano un disturbo sono a maggior rischio di svilupparne anche altri. Esaminando l’attività cerebrale e guardando al fattore Np, potremmo riuscire a individuare quelli a maggior rischio più precocemente, trovando così più opportunità di intervenire e ridurre il pericolo».

IL CERVELLO DIVENTA PIU’ EFFICIENTE

«Il periodo dell’adolescenza da un punto di vista neurobiologico è un periodo di rimaneggiamento -osserva il dottor Giovanni Migliarese, primario di Psichiatria all’ospedale di Vigevano (Pavia). - Il cervello un po’ alla volta si modella per essere più efficiente, connettendo aree diverse in modo sempre più rapido. Si passa dal cervello dell’infanzia, ricchissimo di potenzialità, verso un cervello adulto, più efficiente e specializzato. Le potenzialità del cervello infantile sono rappresentate biologicamente da una grande ricchezza di connessioni neuronali all’interno della sostanza grigia che riflettono una elevata connettività a breve, interna ad alcune aree specifiche. Il gran numero di connessioni fa sì che il bambino possa –applicandosi– apprendere diverse competenze, seppure in modo approssimativo. E’ con l’età adulta infatti che il cervello si specializza, rinforzando le connessioni che vengono utilizzate e potando quelle poco utilizzate: in questo modo il cervello adulto impara ad eseguire bene i compiti perché i segnali sono meno “dispersi”».

LA SOSTANZA BIANCA: SEGNALI A DISTANZA

«Nella ricerca –riprende il dottor Migliarese– si dice che i disturbi psichici in adolescenza possono essere legati a difetti del “pruning”. E’ un ambito interessante perché altri studi hanno evidenziato in precedenza alterazioni di processi diversi nella genesi delle patologie psichiche: tra questi ad esempio alterazioni della sostanza bianca, che riflettono la connettività “a distanza” tra le diverse aree cerebrali». Riguardo al coinvolgimento dell’area prefrontale e frontale il dottor Migliarese sottolinea la sua centralità all’interno della genesi dei disturbi psichici. E’ interessante che i ragazzi con disturbi psichici presentino un pattern cerebrale comune prevalentemente nelle aree frontali. L’area frontale è infatti un’area a maturazione tardiva, centrale nel percorso di sviluppo neurobiologico dell’adolescenza. «Come tutto ciò che vede una trasformazione rapida anche il cervello adolescente è caratterizzato da grandi potenzialità di adattamento e al contempo da fragilità; i nostri adolescenti vanno nutriti di esperienze positive e protetti nel loro percorso verso l’età adulta. Solo così garantiremo nel modo migliore questa transizione favorendo la regolazione emotivo-comportamentale e il ragionamento, tutti aspetti che le patologie psichiche influenzano profondamente».

Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina