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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-08-2017

Recuperare il linguaggio attraverso il midollo spinale



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Una ricerca italiana ripensa il paradigma dell’emisfero sinistro del cervello come unico depositario della funzione della parola. La riabilitazione del linguaggio passa anche dal midollo spinale

Recuperare il linguaggio attraverso il midollo spinale

La divisione dei compiti all'interno del sistema nervoso centrale è chiara. Pensiamo e parliamo con il cervello, mentre il midollo spinale è deputato al controllo di movimenti che eseguiamo senza pensarci troppo su: camminare, sederci, muovere una mano, pettinarci. Eppure tra le due componenti c’è un’interazione che va probabilmente oltre quanto già noto. E se per recuperare il linguaggio fosse efficace anche la stimolazione del midollo spinale, le cui competenze sono rimaste finora lontane da quelle riguardanti l’espressione?

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STIMOLARE IL RECUPERO DEL LINGUAGGIO AGENDO SUL MIDOLLO SPINALE

L’ipotesi emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers of Neurology e realizzato per intero in Italia. Il quesito da cui sono partiti i ricercatori (Irccs Fondazione Santa Lucia, Università di Napoli e Milano e Azienda socio-sanitaria territoriale Santi e Paolo di Milano) riguardava pazienti afasici: ovvero privati della possibilità di esprimersi attraverso il linguaggio. L’afasia è una delle conseguenze più gravi che può provocare una lesione cerebrale, come quella causata dall’ictus. A seguito della lesione dell’emisfero sinistro del cervello che è sede della funzione del linguaggio, la persona non è più in grado di comprendere il significato delle parole e viene immersa in un mondo di suoni indecifrati che le impediscono di comunicare. Un problema per molti aspetti ancora più debilitante dei deficit motori che rappresenta un limite al reinserimento sociale della persona dopo una lesione cerebrale. Le terapie di neuroriabilitazione dei pazienti afasici puntano tradizionalmente ad attivare aree integre dell’emisfero sinistro o aree omologhe dell’emisfero destro, nel tentativo di recuperare il più possibile la funzione persa. L’ipotesi originale dello studio è stata quella di stimolare il recupero del linguaggio agendo sul midollo spinale. 

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I pazienti sottoposti a sperimentazione, tutti afasici dopo aver subìto un ictus cerebrale all’emisfero sinistro, sono stati sottoposti a una settimana di stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta, associata a un trattamento del linguaggio per il recupero di verbi e sostantivi e a una settimana di trattamento associata invece a stimolazione placebo. Risultato: la stimolazione del midollo spinale per venti minuti al giorno ha determinato un miglioramento nell’uso del linguaggio. «Questo conferma che il linguaggio non è un sistema confinato nell’emisfero sinistro del cervello, come tradizionalmente si è sempre ipotizzato, ma piuttosto una rete distribuita in modo più ampio all’interno del sistema nervoso centrale, che comprende anche strutture cerebrali come il midollo spinale, deputate al controllo del sistema motorio», afferma Paola Marangolo, direttore del laboratorio di ricerca sull’afasia della Fondazione Santa Lucia e docente di psicobiologia all’Università Federico II di Napoli. «La stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta è una scoperta italiana di quasi dieci anni fa che potrebbe rilevarsi utile per sviluppare nuovi protocolli d’intervento riabilitativo in diversi ambiti neurologici», aggiunge Alberto Priori, direttore dell'unità operativa di neurologia dell’ospedale San Paolo e docente all’Università degli Studi di Milano.


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I LIMITI ANCORA DA SUPERARE

La stimolazione del midollo spinale ha tuttavia portato nel corso della sperimentazione non a un miglioramento nell’uso di qualsiasi parola, bensì solo dei verbi. E proprio il fatto che il midollo spinale sia deputato a funzioni di movimento sarebbe la spiegazione di questo effetto selettivo. «Data la stretta associazione tra il verbo e l’azione motoria - prosegue Marangolo - è possibile che la stimolazione abbia influenzato l’attività neuronale lungo le fibre ascendenti midollari, modulando le aree sensorimotorie a livello corticale. Queste aree hanno a loro volta attivato nel sistema linguistico le componenti motorie che caratterizzano il significato dell’azione, facilitando appunto la produzione dei verbi. I sostantivi privi di contenuto motorio non hanno invece beneficiato degli effetti della stimolazione».

 

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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