La prevenzione primaria passa anche dai vaccini. E' il caso del cancro della cervice, facilmente prevenibile grazie alla scoperta di Harald Zur Hausen, nobel per la Medicina 2008
La prevenzione primaria passa anche dai vaccini. E' il caso del cancro della cervice, facilmente prevenibile grazie alla scoperta di Harald Zur Hausen, Nobel per la Medicina 2008
«Prevenire alcune forme di cancro attraverso lo sviluppo di vaccini è possibile». A dirlo è direttamente il professor Harald Zur Hausen, premio Nobel per la Medicina del 2008, intervenuto all'evento “Science for Peace” organizzato dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Con la sua scoperta, ovvero che il Papilloma virus umano (HPV) è una delle cause del cancro alla cervice, il medico e virologo tedesco ha spianato la strada verso lo sviluppo dei vaccini in campo oncologico.
I NUMERI
Nell’arco degli ultimi trent’anni, fino al 21% dell’incidenza dei tumori a livello globale risulta legata a eventi infettivi che coinvolgono specifici agenti virali, batterici e parassitici.
«In particolare -spiega Zur Hausen- la scoperta del ruolo del virus dell’epatite B nel carcinoma epatocellulare e dell’elevato rischio rappresentato dall' HPV nei tumori della cervice, dell’area ano-genitale e quelli orofaringei ha innescato nuove tipologie di approccio alla prevenzione del cancro attraverso la vaccinazione».
Infatti i dati parlano chiaro: un’applicazione di questi vaccini a livello globale potrebbe teoricamente ridurre il rischio tumorale femminile del 12-15% e quello maschile del 4-5%.
DIFFICOLTA' DI ACCESSO
Il cancro della cervice è uno dei tumori più comuni nelle donne nei paesi in via di sviluppo. Addirittura è più comune rispetto a quello del seno.
Il vaccino attualmente disponibile può prevenire tra il 70% e l'80% dei carcinomi del collo dell'utero se somministrato prima dell'inizio dell'attività sessuale. Purtroppo però questa strategia è ancora molto costosa e questi paesi non possono assolutamente permettersela.
PAESI INDUSTRIALIZZATI
Ma la situazione non è rosea nemmeno per quanto riguarda gli stati che se lo possono permettere. «In quei paesi dove il vaccino è maggiormente accessibile -continua Zur Hausen- nonostante gli ottimi risultati, c'è ancora molto strada da percorrere. Non tutti infatti percepiscono il beneficio di tale trattamento.
Per sensibilizzare ancor di più la popolazione è particolarmente significativo il ruolo di figure come il Ministro competente della Sanità, dei direttori sanitari, dei medici, degli insegnanti e infine dei genitori. Solo attraverso il coinvolgimento di tutti questi soggetti sarà possibile ottenere il massimo risultato».
Particolarmente significativo è il confronto tra Australia e Austria. Nella prima nazione viene vaccinato l'80% della fascia di popolazione che dovrebbe sottoporsi. Nella seconda solo il 5%.
VACCINO ANCHE PER I MASCHI
Come fare dunque prevenzione? «L'ideale è che il vaccino venga somministrato nella fascia di età tra i 9 e i 12 anni sia nelle femmine che nei maschi. Sono loro l'anello debole della catena che permette il propagarsi dell'infezione» spiega Zur Hausen.
Detto ciò però non dobbiamo dimenticare che il vaccino non è la sola soluzione. Oltre ad esso è estremamente importante perseguire una corretta educazione, che naturalmente non può che riferirsi esclusivamente al vaccino. «Fumo di tabacco, consumo elevato di alcol, l'obesità e l'esposizione eccessiva al sole sono solo alcuni dei fattori.
La prevenzione è un punto fondamentale che non va per nulla trascurato» conclude Zur Hausen.
Daniele Banfi
Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.