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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 14-04-2020

Covid-19 e tumore del polmone: come comportarsi?



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Le manifestazioni cliniche del tumore al polmone sono parzialmente sovrapponibili a quelle di Covid-19. Testare l'eventuale positività al virus il passo necessario prima delle cure

Covid-19 e tumore del polmone: come comportarsi?

Covid-19 e tumore del polmone condividono sintomi e manifestazioni cliniche simili. Una caratteristiche che non fa altro che complicare il trattamento di questa neoplasia. Per far fronte all'emergenza gestionale di questi pazienti e fornire indicazioni utili sulle modalità di intervento, la rivista The Lancet Respiratory Medicine ha pubblicato un importante editoriale a firma del professor Michele Maio - presidente di Fondazione NIBIT e direttore del CIO (Centro di Immuno-Oncologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Senese) - e dei principali esperti a livello europeo nel trattamento di questo genere di neoplasia. Un'indicazione su tutte: testare la presenza del virus prima di intraprendere le cure anticancro.

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«Già dalle prime fasi di infezione da coronavirus - spiega Maio - le immagini radiologiche ottenute tramite TAC mostrano caratteristiche molto simili a quelle che si riscontrano nei pazienti con tumore al polmone in fase di progressione. Non solo, queste caratteristiche sono sovrapponibili anche alle polmoniti che si sviluppano tipicamente in questi pazienti a causa di infezioni opportunistiche». Evidenze che di fatto complicano enormemente la gestione dei pazienti con tumore del polmone. Poter discriminare infatti un'infezione opportunistica da Covid-19 è fondamentale per la scelta delle terapie da intraprendere.

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Non solo, a complicare ulteriormente la situazione ci sono anche gli effetti collaterali dell'immunoterapia, una delle principali strategie di cure per il tumore del polmone: «L'utilizzo di questi farmaci - aggiunge Luana Calabrò, primo autore dell’editoriale e immuno-oncologa del CIO di Siena - è associato allo sviluppo di polmoniti nel 2% dei pazienti. Percentuale che nel caso del tumore al polmone è maggiore. Queste polmoniti hanno sintomi, quali tosse, difficoltà nel respiro, dolore toracico e febbre, molto simili a quelli di Covid-19. Caratteristiche che complicano ulteriormente la gestione del paziente in quanto risulta difficile discriminare l'infezione causata dall'impiego dei farmaci rispetto a quella da coronavirus».

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Cosa fare dunque di fronte a questa situazione? Partendo dal presupposto che non sia possibile ritardare le cure, le indicazioni pubblicate su The Lancet sono molto chiare: «Ciò che va evitata - scrivono gli esperti - è la scelta della sola chemioterapia. Questa, oltre ad essere associata ad una maggior probabilità di sviluppo della polmonite, ha pesanti effetti collaterali sul sistema immunitario. Caratteristica che espone a maggiori danni in caso di infezione Covid-19».

Lato diagnosi, il consiglio degli esperti è quello di sottoporre i pazienti che dovranno incominciare le terapie al test tampone per la ricerca di Sars-Cov-2 e, in futuro, alla ricerca di anticorpi mediante test sierologici. Questi test - secondo gli autori - dovranno essere ripetuti a discrezione del team multidisciplinare anche in corso d'opera per dirimere eventuali dubbi. «Alla luce di questa situazione sarà più che mai fondamentale allocare risorse per questi strumenti diagnostici utili a gestire nella maniera più appropriata i pazienti con tumore del polmone», conclude Maio.

 

 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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