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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 15-02-2021

Cure oncologiche e integratori «naturali»: attenzione alle interazioni



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L'utilizzo di erbe e integratori durante la chemioterapia è piuttosto diffuso. Non sempre però è un bene. Discuterne sempre prima con l'oncologo

Cure oncologiche e integratori «naturali»: attenzione alle interazioni

Erbe ed integratori non sono affatto innocui. Quando si è in cura per un tumore è necessario informare sempre l'oncologo sull'eventuale utilizzo di questi prodotti. "Naturale" infatti non fa sempre rima con "benefico". Assumere sostanze che si credono utili per migliorare lo stato di salute potrebbe interferire negativamente con le cure oncologiche. A ribadirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Cancer.

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IL CONSUMO IN ITALIA

Nel nostro Paese la tendenza a consumare integratori ed erbe è piuttosto diffusa, anche durante le terapie oncologiche. A dimostrarlo sono diverse indagini compiute negli scorsi anni: in uno studio pubblicato nel 2005 da Annals of Oncology emerse che il 70% delle persone in cura per un tumore assumeva, oltre alle terapie, integratori al "naturale". Un'indagine più recente -pubblicata su Oncotarget nel 2017 ma ottenuta su un campione non molto esteso, attestava la percentuale intorno al 50%.

ATTENZIONE ALLE INTERAZIONI

Nello studio da poco pubblicato -che ha coinvolto in gran parte donne con tumore al seno- è emerso che l'87% dei partecipanti assumeva regolarmente integratori durante le terapie. L'analisi però non si è fermata qui. Andando ad incrociare i dati relativi ai prodotti assunti con quelli relativi alle tipologie di chemioterapici utlizzati è emerso che le potenziali interazioni erano moderate nel 50% dei casi e importanti nel 38%.

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Risultati, quelli ottenuti dall'incrocio dei dati, che confermano ancora una volta l'assoluta attenzione da prestare nell'utilizzo di rimedi apparentemente innoqui che potrebbero però interferire con le cure. Un esempio? L'iperico -utilizzato come "calmante"- può ridurre l’efficacia di molti farmaci, come il tamoxifene, il gleevec, il taxolo e l'imatinib. Oppure l'aloe, andando ad agire a livello intestinale, può ridurre l'assorbimento di alcuni farmaci. Non solo, anche il ginseng, presente in molti integratori, può interferire significativamente con farmaci molto utilizzati in ambito oncologico come tamoxifene e imatinib. Infine, pur non essendo un integratore, attenzione al pompelmo: il succo aumenta la tossicità di molti farmaci oncologici e quindi deve essere evitato. Ecco perché è fondamentale parlare sempre con l'oncologo prima di decidere l'assunzione di un integratore.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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