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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 12-04-2019

Asma: nei bambini 6 casi su 10 per colpa dell'inquinamento



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Stimato l'impatto dello smog sull'asma, la più frequente malattia respiratoria infantile. In Italia le situazioni più critiche nelle città della Pianura Padana

Asma: nei bambini 6 casi su 10 per colpa dell'inquinamento

L'asma e l'inquinamento atmosferico viaggiano a braccetto: quando cresce l'uno (l'inquinamento, il fattore di rischio), si diffonde pure l'altra (l'asma, la malattia). E a pagare il prezzo più alto sono i bambini, il cui apparato respiratorio, al pari di quello degli anziani, è più vulnerabile. Durante l'infanzia, l'inquinamento contribuisce ad acuire le crisi, ma pure a far emergere nuovi casi di malattia. Secondo gli esperti, sono infatti almeno quattro milioni i bambini che s'ammalano ogni anno di asma nel mondo. Tutto ciò principalmente a causa dell'inalazione del biossido di azoto, una sostanza irritante per l'apparato respiratorio, la cui presenza nell'aria è dovuta alla combustione. E, dunque, principalmente al traffico e al riscaldamento eccessivo: questa l'estrema sintesi di una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet Planetary Health.


Anche tumori e ictus fra gli effetti dell'inquinamento atmosferico 


LE CONCLUSIONI DELLA RICERCA

Dallo studio, coordinato dal dipartimento di salute pubblica della George Washington University, si evince che «oltre 6 nuovi casi su 10 di asma si verificano nelle aree urbane», a dimostrazione dell'impatto che proprio il traffico veicolare ha sulla qualità dell'aria. E, di conseguenza, sulla salute. Ponendo in relazione i dati relativi alla presenza di biossido di azoto in 125 grandi città di tutto il mondo con i tassi di incidenza di asma nei bambini, i ricercatori hanno potuto stimare l'impatto che l'inquinamento atmosferico provocato dal gas ha sulla salute respiratoria dei più piccoli. Il biossido di azoto - il gas deriva principalmente dallo scarico dei veicoli a motore ed è considerato un fattore di rischio per l’asma infantile: sia nei Paesi ricchi sia in quelli poveri - ha inciso in maniera variabile a seconda delle città. Dal 2010 al 2015, ogni anno sarebbero stati almeno 4 milioni i bambini ammalatisi di asma. Nella «top ten» delle metropoli più inquinate, ce ne sono otto cinesi: complessivamente sono stati stimati 760mila nuovi casi annui di asma, nel più popoloso Stato del mondo. Ma in valore, il picco di casi di malattia determinati dal biossido di azoto si è registrato a Lima (Perù, 690 nuove diagnosi annue). A seguire Shanghai (Cina, 650) e Bogotà (Colombia, 580).

QUAL E' LA RELAZIONE
TRA ASMA E FUMO DI SIGARETTA?
  

ASMA: IN ITALIA NE SOFFRE UN BAMBINO SU DIECI

L’asma bronchiale - sono oltre 350 milioni le persone che ne soffrono nel mondo - è la più comune malattia cronica nell’infanzia. Nel nostro Paese colpisce ormai un bambino su dieci ed è una delle più rilevanti cause di assenze da scuola e ricorso al consulto degli specialisti: dal pediatra fino anche al pronto soccorso, dove a livello globale si stima che entri una quota compresa tra 9 e 33 milioni di persone a cause delle complicanze dell'asma. La malattia è «eterogenea», caratterizzata cioè da una sintomatologia variabile: mancanza di respiro o respiro sibilante, oppressione toracica, tosse. Anche il tempo e l'intensità dei sintomi non sono standard e l'inquinamento è uno dei fattori - assieme all'esercizio fisico, all'esposizione ad alcuni allergeni al fumo di sigaretta, alle infezioni virali e allo stress - in grado di amplificare la portata della malattia. Il biossido d'azoto, come l'ozono, provoca infatti l'infiammazione e l'ostruzione delle vie aeree già nelle persone sane: a maggior ragione in chi soffre di malattie croniche respiratorie. I suoi livelli, a leggere i dati del rapporto «Mobilitaria» (Cnr e Kyoto Club), sono mediamente in flessione in tutta Italia. Ma la situazione della Pianura Padana è ancora poco confortante: Milano e Torino sono le città che nel 2017 hanno fatto registrare i valori più elevati di biossido d'azoto. 

LE POSSIBILI SOLUZIONI

«Fotografato» l'impatto dell'inquinamento atmosferico da biossido d'azoto sull'asma in età infantile, cos'è possibile fare per migliorare la situazione? Secondo Susan Anenberg, docente di salute ambientale e occupazionale alla George Washington University e coordinatrice della ricerca, «occorre far muovere la cittadinanza in maniera più pulita: puntando sui mezzi di trasporto elettrici o sul pendolarismo attivo, muovendosi cioè a piedi o in bicicletta. In questo modo si ridurebbero i livelli di biossido di azoto, oltre che di ozono e polveri sottili e, di conseguenza, l'incidenza dell'asma». Secondo la ricercatrice, inoltre, sarebbe opportuna una revisione (al ribasso) dei limiti fissati per il biossido di azoto, dal momento che «il 92 per cento dei bambini asmatici incrociati viveva in aree in cui i valori del composto erano inferiori a quelli fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità». A giovarsene sarebbe l'intera popolazione, oltre che il Pianeta. «Bisogna ripensare la governance delle città in modo globale, con un progetto di interventi strutturali che miri a decarbonizzare l'economia e a disincentivare l’utilizzo di fertilizzanti azotati nel settore agro-zootecnico - chiosa Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr -. L’Italia sta facendo molto bene nella produzione di energia da fonti rinnovabili, ma andrebbero migliorate le reti di distribuzione». 


Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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