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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 26-01-2019

Tumori e ictus fra gli effetti dell'inquinamento atmosferico



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Si devono anche allo smog quarto delle vittime di ictus e di malattie cardiache, un terzo di quelle di tumore al polmone. Al convegno internazionale RespiraMI si è discusso di inquinamento atmosferico

Tumori e ictus fra gli effetti dell'inquinamento atmosferico

Lo ha ricordato anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) nella sua lista delle urgenze da affrontare nel 2019: l’inquinamento atmosferico è una minaccia per la salute delle persone, in tutto il mondo.

Nove milioni le vittime stimate, ogni anno, per ictus, infarti, tumori, malattie respiratorie. Ora se ne discute a Milano, nel corso del convegno RespiraMI, che per tre giorni (24-26 gennaio) ha portato nel capoluogo lombardo alcuni fra i massimi esperti di qualità dell’aria e impatto sulla salute.

L’evento è organizzato dall’IRCCS Ca’ Granda Maggiore Policlinico e da Fondazione Menarini, con il patrocinio della Fondazione Umberto Veronesi.

Tanti gli aspetti affrontati, dai tumori alle cardiopatie, dalle malattie del sistema respiratorio alla salute infantile; dall’interazione con il riscaldamento climatico ai metodi per misurare il danno; dalle misure legislative agli interventi di riqualificazione urbana, con un grande rilievo al verde in città (ne parleremo a breve su questo Magazine).

CUORE, CERVELLO E POLMONI VITTIME DELLO SMOG

Un aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie è fra gli effetti più certi dell’aria inquinata. Nel tempo, l’esposizione alle polveri sottili è legata a ictus, infarti, ipertensione, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, tromboembolismo venoso.

Lo smog sembra anche influire sullo sviluppo dell’aterosclerosi.

Un quarto dei decessi per ictus e di quelle per malattie cardiache è legato anche all’inquinamento, ci dice l’OMS. «Le stime del danno sono probabilmente ancora sottovalutate» osserva Francesco Forastiere, epidemiologo presso il King’s College di Londra e il CNR-Ibim di Palermo. «L’apparato respiratorio è la prima porta d’ingresso nel corpo dell’aria che ci circonda» spiega Sergio Harari, direttore della Divisione di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano. «Sappiamo ormai che l’inquinamento è causa di malattie respiratorie acute e croniche». Fra le altre, infezioni, allergie, tumori, bronchiti croniche (COPD), asma. «L’inquinamento da traffico ha effetti immediati sugli asmatici, è considerato la causa del 14 per cento dei casi di asma e si è visto che a Milano ai picchi di smog corrispondono picchi nei consumi di farmaci antiasma». Fra il 2011 e il 2015 lo studio Piccolipiù, che ha esaminato 3.338 bambini a Firenze, Torino, Trieste, Viareggio e Roma, ha mostrato che le infezioni delle vie respiratorie sono più frequenti nei bambini che vivono nei pressi di strade molto trafficate.

Si studiano anche malattie rare, progressive e gravi come la fibrosi polmonare idiopatica.

Particolarmente evidenti ovunque sono gli effetti dell’inquinamento indoor e del fumo di sigaretta. «In tutto, solo per le malattie respiratorie aggiuntive, il prezzo dell’inquinamento si traduce in 3 miliardi di costi diretti», conclude Harari.

L'INQUINAMENTO E I TUMORI

A lungo area di ricerca e di incertezza da parte degli epidemiologi, oggi il nesso fra inquinamento dell’aria e un rischio aumentato di cancro è dimostrato.

Nel 2013 l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’OMS, lo IARC, ha incluso l’inquinamento outdoor e il particolato (PM) nell’elenco dei cancerogeni certi per l’uomo. Le prove più evidenti sono sui tumori del polmone: fra le persone esposte al particolato (PM10, ovvero particelle con un diametro inferiore a 10 micron) e alla sua frazione di polveri più fini (PM2,5) aumentano sia le nuove diagnosi, sia la mortalità.

L’inquinamento atmosferico è concausa del 29 per cento dei decessi per tumore al polmone.

Per dimostrarlo ci sono voluti studi complessi, lunghi e costosi, che hanno seguito centinaia di migliaia di persone per anni, incrociando i dati sull’esposizione all’inquinamento, registrando i livelli di particolato dei luoghi dove si abita e si lavora, con i dati sulle malattie tumorali.

Il tutto cercando di “ripulire” il dato dai possibili fattori di interferenza, come ad esempio l’abitudine al fumo o la dieta.

Non è quindi semplice acquisire nuove evidenze scientifiche sulla relazione causale inquinante-malattia.

Ma ci si sta lavorando: si studiano gli effetti dello smog su molte altre forme di tumore, anche valutando l’interazione micidiale con il più evitabile fra tutti i tipi di inquinamento dell’aria: quello da fumo di sigaretta.

IPOTESI NESSO FRA SMOG E TUMORE AL SENO

Zorana Andersen, epidemiologa dell’Università di Copenhagen, al convegno milanese ha spiegato perché ora gli occhi sono puntati sul tumore del seno: «È il tipo di cancro più diffuso fra le donne che non fumano e i fattori di rischio che conosciamo spiegano solo una parte dei casi.

Alcuni studi hanno evidenziato un’associazione con gli ossidi di azoto (prodotti soprattutto dalla combustione, ndr) e con il particolato ultrafine».

C’è ancora tanto da capire, prosegue l'esperta, anche ad esempio quali siano gli effetti dell’inquinamento in giovane età, poiché sappiamo che esiste un aumento del rischio di tumore al seno nelle donne che hanno iniziato a fumare da ragazzine, non si può escludere un nesso simile con lo smog.

 

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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