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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-09-2018

Le vittime dell'inquinamento sono più di quanto stimato: 9 milioni l'anno



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Riviste al rialzo le stime sui decessi causati dall'inquinamento. Fra le cause di morte soprattutto tumori al polmone, problemi respiratori e ictus

 Le vittime dell'inquinamento sono più di quanto stimato: 9 milioni l'anno

L'inquinamento atmosferico è causa di quasi 9 milioni di decessi l'anno. Un numero ampiamente superiore a quello sino ad oggi stimato e che vedeva in "soli" 4 milioni i morti da attribuire a malattie correlate all'inquinamento. Ma la brutta notizia è che il risultato dello studio è molto più attendibile delle stime passate per via del differente e più accurato metodo che gli autori hanno utilizzato per calcolare il numero di decessi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pnas.

UNA STIMA SEMPRE PIU' ACCURATA FRUTTO DELLA MISURA DIRETTA DEI PM 2,5

Sino ad oggi -per arrivare a stimare il numero di morti annue attribuibili al'inquinamento atmosferico- gli scienziati hanno sempre utilizzato dei modelli predittivi in cui venivano integrati dati -molto approssimativi- frutto di misure indirette. Ora invece, grazie ad un capillare lavoro di raccolta dati, gli autori dello studio (oltre 50 scienziati provenienti da tutto il mondo) hanno potuto calcolare i decessi basandosi sulla misura diretta delle concentrazioni di polveri sottili PM 2,5 di tutto il globo. Le misure sono poi state incrociate con i casi di tumore al polmone, ictus, ischemie, infezioni polmonari e malattie cronico-ostruttive. Dalle analisi è emerso che sarebbero quasi 9 milioni le morti annue da imputarsi all'inquinamento atmosferico. Ma c'è di più perchè lo studio conferma ulteriormente il ruolo negativo dell'inquinamento sul diabete e nelle malattie neurodegenerative. 

IL FUMO FA PIU' DANNI
DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO? 

CINA E INDIA I LUOGHI DOVE SI REGISTRANO PIU' DECESSI

Lo studio -oltre a tracciare un quadro assai preoccupante- fornisce interessanti indicazioni circa la distribuzione di questi decessi. I dati infatti dicono che mentre laddove l'esposizione media alle polveri è di 8 μg (microgrammi) per metro cubo (Stati Uniti, Canada e Oceania) i decessi attribuibili sono circa 230.000, l'esposizione da 60 a 85 μg per metro cubo tipica di Paesi quali Cina e India è causa di 5 milioni di morti. L'Europa si piazza ad un livello intermedio con 440.000 decessi (media di 13 μg per metro cubo). 

Il fumo di sigaretta è più dannoso dell'inquinamento?

Il fumo di sigaretta è più dannoso dell'inquinamento?

19-05-2016
NO AL FUMO E RIDURRE L'ESPOSIZIONE MEDIA DEL 20%

Come invertire questa tendenza? Gli autori hanno le idee ben chiare: riducendo del 20% l'esposizione media globale alle polveri sottili si potrebbe passare dai quasi 9 milioni di decessi a solo 1 milione. Attenzione però a pensare che l'inquinamento atmosferico sia più dannoso delle sigarette. A tal proposito i firmatari dello studio sono categorici: il fumo rimane il nemico numero uno. Per rendere un'idea una sola sigaretta equivale a restare esposti ad una concentrazione di 667 μg per metro cubo per un'intera giornata. 

 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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