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Pediatria
Angelica Giambelluca
pubblicato il 05-05-2022

Asma: una malattia che non fa notizia


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asma

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L'asma, spesso sottostimata e non trattata adeguatamente, può essere curata efficacemente. Il punto in occasione della giornata mondiale

Asma: una malattia che non fa notizia

L’asma è una delle più comuni condizioni croniche non trasmissibili che colpisce più di 300 milioni persone in tutto il mondo. È causata da un’iperattività dei bronchi che reagiscono in maniera abnorme a diversi stimoli, allergici, immunologici o chimico-fisici, chiudendosi e impedendo all’aria di entrare e uscire e, dunque, bloccando la respirazione. Si manifesta con sintomi come dispnea, respiro sibilante, difficoltà a respirare, senso di costrizione al torace, tosse cronica anche secca. Ci sono persone che per paura degli attacchi non escono di casa e limitano la propria vita. Molti pazienti si medicano da soli, con il cortisone in pastiglia o per via iniettiva, senza sapere dei danni che possono causare all’organismo sul lungo periodo. Chi usa il farmaco al bisogno (corticosteroidi e broncodilatatori per via inalatoria) più volte alla settimana ha probabilmente una forma grave di asma, ma usando solo questi farmaci placa solo momentaneamente l’infiammazione, causando però al contempo un ispessimento del muscolo bronchiale che sul lungo periodo può causare un rimodellamento delle vie aeree e un’insufficienza respiratoria cronica. I farmaci biologici per gestire l’asma grave esistono. Così come esistono i centri specializzati per curare questa patologia. Tutto coperto dal SSN. Eppure, molti pazienti non lo sanno. Nella Giornata Mondiale dell’Asma, abbiamo fatto il punto con Francesca Puggioni, pneumologa e CapoSezione Referente Clinico Organizzativo dell'ImmunoCenter dell’Ospedale Humanitas.

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QUANTE FORME DI ASMA ESISTONO?

Nel nostro Paese a soffrire di asma sono quattro milioni e mezzo di persone. L’attuale prevalenza media stimata in Italia è del 6.6%. I pazienti con asma grave rappresentano una piccola quota degli asmatici, circa il 10%, ma costituiscono un sottoinsieme particolarmente importante perché sono quelli che hanno una peggiore qualità della vita e, da soli, sono responsabili di più del 30-40% dei costi dell’intera patologia. Ma queste sono tutte cifre conservative, che andrebbero viste al rialzo. «Il problema dell'asma – spiega la dottoressa Puggioni - è che non si riesce a quantificare, non riusciamo ad avere il numero preciso di pazienti perché nel nostro SSN, asma lieve, moderata e grave hanno tutte lo stesso codice esenzione, lo 007. E non tutti quelli che soffrono di asma hanno ricevuto una diagnosi ufficiale».

 

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A QUALE PROFESSIONISTA RIVOLGERSI?

Il punto infatti è che molti pazienti spesso sono in cura dal medico di famiglia, il quale non può rilasciare l'esenzione, che spetta solo allo specialista. Si tratta di soggetti che usano solo il farmaco al bisogno e non seguono nessuna terapia specifica. Non hanno una diagnosi formale di asma perché per averla occorre fare esami specifici del respiro che attestino un’iperattività a livello bronchiale. L’asma grave differisce da quella lieve o moderata perché non risponde alle terapie tradizionali (corticosteroidi e broncodilatatori) e si manifesta in modo cronico e continuativo, può causare frequenti accessi al pronto soccorso o ricoveri in ospedale. Anche i pazienti con asma grave spesso si curano in autonomia, assumendo farmaci al bisogno più volte alla settimana oppure chiedendo al medico di famiglia di farsi prescrivere cortisone orale da usare in via preventiva. Questi pazienti dovrebbero essere seguiti dai centri specializzati per l’asma grave, ricevere una corretta diagnosi e i farmaci adatti per gestire l’asma. In Italia è attivo il progetto SANI, Severe Asthma Network Italy che raccoglie i Centri di eccellenza nella cura dell’asma grave diffusi su tutto il territorio nazionale, a cui aderiscono le principali società scientifiche italiane nell’ambito dell’allergologia e della pneumologia, come SIP-IRS e SIAAIC. Eppure, si fa fatica a far conoscere ai pazienti gravi questi centri.

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QUANDO ASSUMERE IL CORTISONE?

Assumere cortisone per via orale è una pratica che andrebbe fatta solo in casi di emergenza e sotto controllo medico, perché innanzitutto non è la terapia d’elezione per l’asma e, in secondo luogo, un suo abuso causa effetti collaterali molto gravi: quadruplica il rischio di osteoporosi, in particolare nella donna, raddoppia il rischio di diabete mellito, aumenta lo sviluppo delle patologie cardiovascolari, ipertensione, problemi di circolazione. Va usato in caso di crisi o al pronto soccorso, non come trattamento preventivo, come invece, purtroppo, si continua a fare. «Il cortisone in via preventiva non si deve assumere –rimarca Puggioni- parliamo non solo di quello somministrato per via orale, ma anche le iniezioni che si fanno per diversi mesi e che possono creare danni gravissimi all’asse surrenalico». Senza contare gli effetti sulla psiche: assumendo il cortisone, si blocca la produzione del cortisolo (l’ormone prodotto dall’organismo per far fronte allo stress) e in questo caso si avrà una specie di “paziente dopato”, con rischi anche di psicosi da cortisone, che possono dar luogo a fasi maniacali o depressive.

 

COME SI DIAGNOSTICA L'ASMA?

Per sapere se si è asmatici occorre fare esami specifici, che possono essere svolti a qualunque età, di solito dall’anno di vita in poi. Si possono fare prove per verificare l’asma da sforzo (con esercizi su tapis roulant o cyclette) oppure test che simulano una bronco dilatazione o broncocostrizione, per vedere come reagisce il polmone. «Ci sono inoltre sintomi che possono far sospettare la presenza di asma – sottolinea Puggioni - e che possono presentarsi a qualsiasi età: l’oculo-rinite allergica, quindi gli occhi che lacrimano, accompagnata dalla rinite classica stagionale, oppure mancanza di respiro persistente e da non confondere con il naso chiuso dovuto a un semplice raffreddore. Le persone allergiche potrebbero non avere mai avuto una crisi respiratoria, ma nonostante questo vanno comunque monitorate: in alcuni casi questi soggetti sono risultati positivi alle prove bronco-dinamiche, ciò significa che sono predisposti a sviluppare asma. La tosse è un altro sintomo da non sottovalutare: quella secca e stizzosa, se persistente, va indagata perché potrebbe essere causata da broncostenosi».

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QUALI SONO LE NUOVE CURE?

I farmaci biologici sono disponibili da pochi anni ma non tutti i pazienti, purtroppo, sanno della loro esistenza. Si tratta di terapie a base di anticorpi monoclonali che, invece di interessare tutto il sistema immunitario, vanno a colpire solo le cellule o i mediatori dell’infiammazione responsabili dell’asma. Grazie a questi farmaci, infatti, non solo è possibile vivere liberi da crisi e senza dover assumere corticosteroidi sistemici, ma si possono anche trattare patologie concomitanti come la dermatite atopica, la rinosinusite cronica con poliposi nasale e l’esofagite eosinofila: tutti sintomi causati dallo stesso tipo di infiammazione che colpisce più organi. Il cortisone spegne l’infiammazione, senza curarla. In questo modo, blocca anche il sistema immunitario “buono”, utile per difendere l’organismo dai patogeni. I farmaci biologici invece colpiscono solo quella piccola parte del sistema immunitario che è responsabile dell'infiammazione di tipo due (quella di tipo uno è quella dei virus e batteri). Per poter assumere questi farmaci bisogna innanzitutto ottenere una diagnosi di asma grave e lo si può fare recandosi in uno dei centri specializzati. In seguito, lo specialista redige un piano terapeutico, all’interno del quale prevede la prescrizione di questo farmaco. «Le prime somministrazioni sono fatte in via sottocutanea - ricorda l’esperta di Humanitas- in ospedale. In seguito, il paziente può decidere di continuare la terapia a casa. Questi farmaci eliminano le esacerbazioni, le crisi e permettono di vivere una vita liberi dall’asma. Non agiscono solo sui sintomi e sul controllo delle crisi, ma anche sul rimodellamento delle vie aeree e quindi sulla storia naturale della malattia».

 

FARMACI, CENTRI, VISITE. CHE COSA DEVE SAPERE UN ASMATICO?

I farmaci biologici esistono. I centri specializzati per l’asma grave sono presenti in modo capillare sul territorio nazionale. Eppure, ancora oggi questa malattia è sottotrattata. La visita per l’asma grave è completamente coperta dall’esenzione 007 prevista dal SSN, così come i farmaci biologici, il cittadino non deve pagare nulla. Ma spesso non lo sa e si reca in farmacia pagando, di tasca propria, i cortisonici per bocca. Questa mancanza di comunicazione e di informazione alimenta il sottotrattamento: chi è abituato a convivere con l’asma continua a gestirla in automedicazione. «Queste persone sono talmente abituate a limitare la propria vita – spiega la pneumologa - senza fare sport, andare a ballare, evitando certe attività, che anche quando, durante la visita, il medico nota fischi e sibili e chiede al paziente asmatico come si sente, questi gli risponde “Bene” perché ormai si è abituato a questa “non esistenza”, a privarsi di molto per non scatenare crisi asmatiche». Si chiama sindrome da decondizionamento: se una persona è abituata a stare male e sa che al minimo sforzo starà male ( fare le scale, correre, portare dei pesi) si metterà nelle condizioni di non svolgere quelle attività.

 

MAI SOTTOVALUTARE L'ASMA

Al contrario, vi sono invece persone che ignorano la pericolosità dell’asma e benché siano asmatiche non prendono le giuste precazioni, come portarsi appresso i farmaci “al bisogno”. Per questo motivo, ogni anno in Italia si stima che tra le 200 e le 300 persone muoiano per asma anche non grave, soprattutto giovani sotto i 35 anni. Questo accade perché le crisi asmatiche che causano i decessi sono di solito quelle allergiche, quelle sporadiche, quelle che si sottovalutano. E che quando arrivano, non si trattano in modo adeguato perché non si hanno i farmaci al bisogno per calmare l’infiammazione e aprire i bronchi. «Molti ragazzini sono morti dopo aver compiuto uno sforzo fisico, durante un’attività sportiva, o dopo una gita in campagna che ha causato una grave crisi allergica, proprio perché non avevano con sé i farmaci. Sono morti per una malattia totalmente curabile» ricorda con rammarico la dottoressa Puggioni. Chi sa di essere predisposto a crisi asmatiche, anche se sporadiche o legate ad allergie, deve avere con sé sempre i farmaci per gestire le crisi.

 

SEGUIRE COSTANTEMENTE LA TERAPIA

Un’altra insidia nella gestione di questa patologia è che chi assume una terapia (per asma lieve, moderata o grave) appena sta bene, smette di seguirla. E questo è il primo errore: la terapia non va mai smessa, solo così si possono evitare le crisi. La terapia dell'asma (lieve e moderata) è a base di corticosteroidi inalatori o broncodilatatori-inalatori, molto semplici da gestire. Permette di mantenere la malattia sotto controllo, di non avere crisi, o mancanza di respiro. Se si tratta di asma cronica, la terapia è da assumere costantemente. In casi di asma stagionale o allergica che insorge, ad esempio, solo in determinati momenti dell’anno, in quel caso la terapia sarà seguita solo in quel periodo. Tenere sotto controllo le crisi è importante non solo per poter respirare bene, ma anche per evitare un rimodellamento dei bronchi che, nel lungo periodo, può causare insufficienza respiratoria. Quando arrivano le crisi, infatti, il muscolo del bronco si irrita e inizia a contrarsi, schiacciando il bronco (che è una specie di tubo): è in quel momento che si avverte la mancanza di respiro. Essendo un muscolo, ogni volta che si contrae a causa della crisi, diventa più grosso. Questo rimodellamento è irreversibile, si crea un’ipertrofia all’interno della cassa toracica, rubando spazio al calibro del bronco e quindi, crisi dopo crisi, dopo venti o trent’anni, si può avere un’insufficienza respiratoria cronica. Ecco perché le crisi vanno evitate. Il farmaco al bisogno non deve mai mancare in tasca ai pazienti asmatici, ma non deve essere la terapia: se si assume più volte alla settimana, significa che l’asma è fuori controllo e occorre attivarsi per trovare il giusto trattamento.

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Angelica Giambelluca
Angelica Giambelluca

Giornalista professionista dal 2009, scrive di medicina e sanità per diverse testate nazionali. Si occupa anche di comunicazione in ambito medico e sanitario. Dirige un portale dedicato al mondo dei pazienti, www.medoramagazine.it.


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