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Pediatria
Serena Zoli
pubblicato il 30-05-2023

Cordone ombelicale: ecco perché serve donarlo



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Le donazioni sono state 7 mila ma ne occorrono di più. Le banche per conservarle sono 18. Una raccolta per chiunque ne abbia bisogno contro malattie come leucemie e linfomi

Cordone ombelicale: ecco perché serve donarlo

Si dice “donare il cordone ombelicale”, in realtà si dona il sangue del cordone ombelicale. Il Centro nazionale sangue ha pubblicato il resoconto delle donazioni nel 2022, risultate un po’ meno di settemila, equivalenti al 2,8 per cento dei parti avvenuti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta. In questa cifra perdura l’influsso negativo del Covid-19. Prima della pandemia, nel 2019, il livello si attestava al 3,8 per cento. A far declinare le donazioni influiscono anche le minori nascite, per il secondo anno consecutivo sotto il numero di 400mila.

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SALVA DA LEUCEMIA E LINFOMI

Informa il Centro del sangue che attualmente sono 47mila le unità di sangue cordonale raccolte nelle banche specifiche, di cui il 90 per cento (42.336) è conservato in vista di un utilizzo “allogenico”, vale a dire non per la famiglia della coppia donatrice. È donato, dunque, per fini solidaristici a chiunque dovesse averne bisogno.

«Purtroppo sono ancora pochi i neo-genitori in Italia che affidano il cordone ombelicale alle banche preposte – commenta la dottoressa Ursula La Rocca, ematologa e primo ricercatore dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) – occorre che aumenti questa sensibilità perché il loro gesto può davvero salvare molte vite. Il sangue cordonale serve per il trapianto contro problemi molto gravi come leucemia e linfomi o in caso di immunodeficienze e malattie metaboliche».

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CELLULE STAMINALI CREATRICI DEL SANGUE

Quello che viene realmente trapiantato sono le cellule staminali emopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale (e pure nel midollo osseo e nel sangue periferico, ovvero quello circolante nel corpo). Si tratta di cellule “immature” che possono trasformarsi in globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, i componenti del sangue. È più difficile il rigetto in quanto appunto queste cellule sono ancora “indeterminate”.

«Un altro metodo sta nel prelevare midollo in sala operatoria dalle creste iliache di un donatore compatibile», spiega La Rocca. Un mezzo ben più complicato che l’impiego di sangue cordonale. «Le possibilità di cura per chi ha bisogno del trapianto sono queste: nel 25 per cento di casi trova un donatore compatibile in famiglia, o un donatore aploidentico, che significa identico per metà, tipo un fratello, o un donatore adulto estraneo oppure cercando la compatibilità nel sangue cordonale».

 

18 BANCHE PER IL SANGUE CORDONALE

L’impiego del cordone può essere riservato al neonato se presenta certe patologie oppure a un componente della famiglia malato. Le banche del sangue cordonale sono 18 in Italia, ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il Sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni. Ad essa fanno riferimento 270 punti nascita attrezzati per la raccolta solidaristica, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale. È vietata l’istituzione di banche private, ma si può esportare il proprio cordone ombelicale in strutture private straniere.

«La rete di banche è mondiale, quindi la ricerca di unità compatibili molto vasta», conclude la dottoressa Ursula La Rocca.

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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