Chiudi
Pediatria
Paola Scaccabarozzi
pubblicato il 28-09-2022

Obesità infantile: ecco le cause dell'effetto yo-yo dopo la dieta



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Anche molti bambini con obesità faticano a mantenere il peso dopo una dieta. Perché? Colpa del cervello, ci dice una nuova ricerca

Obesità infantile: ecco le cause dell'effetto yo-yo dopo la dieta

Perché dopo avere perso peso spesso i chili ritornano? Un recente studio del Seattle Children's Hospital ha messo in risalto un importante meccanismo alla base del cosiddetto “effetto yo-yonei bambini con obesità, ossia la difficoltà a mantenere costante il peso dopo la dieta. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism e presentata in questi giorni al meeting della Società Europea di Endocrinologia Pediatrica (ESPE).

 

LO STUDIO

I ricercatori hanno preso in esame un gruppo di 28 bambini obesi, dai 9 agli 11 anni, dopo un programma dimagrante di 24 settimane, mettendolo a confronto con un altro gruppo di 17 bambini normopeso, a cui non era stata fatta seguire alcuna dieta specifica. Sottoposti a una risonanza magnetica funzionale (cioè una tecnica dinamica che analizza i mutamenti delle aree cerebrali e non una fotografia statica, ndr) mentre guardavano immagini di alimenti ipercalorici, gli studiosi hanno osservato che i bimbi obesi che avevano ripreso peso, dopo essere riusciti a dimagrire rapidamente, mostravano alti livelli di attivazione delle aree cerebrali legati all’appetito, anche dopo i pasti.

Anche l'ambiente aiuta a prevenire l'obesità infantile

Anche l'ambiente aiuta a prevenire l'obesità infantile

04-11-2020

 

IL RUOLO DEL CERVELLO

«Questo studio, seppur eseguito su un numero esiguo di bambini, è estremamente significativo e innovativo» spiega Mariacarolina Salerno, vicepresidente del congresso europeo e presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP). «Da una parte è importante perché riguarda l’area pediatrica, mentre esistono già studi analoghi per gli adulti. Dall’altra perché chiarisce la difficoltà del cervello ad adattarsi in maniera repentina al nuovo peso. Il cervello dei bambini resta, infatti, in modalità "affamato" anche quando l'intestino rilascia ormoni che dovrebbero indurre la sensazione di sazietà. In sostanza, l'intestino si adatta subito al nuovo peso e segnala correttamente che l'organismo non ha bisogno di mangiare. Al contrario, il cervello non riesce a stare al passo e continua a lasciare accesa la “spia” della fame, spingendo il bambino a mangiare anche se non ne ha bisogno. L’effetto ovvio: quello di riprendere i chili persi in precedenza con la dieta».

Download

REGISTRATI

per scaricare o sfogliare il materiale

Alimentazione e salute. Le risposte scientifiche a domande frequenti

CONTENUTO PLUS

Contenuto
Plus

Sei già registrato? ACCEDI

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

PAROLA D'ORDINE: GRADUALITÀ

«Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche, più ampie e dettagliate, per studiare in maniera più accurata questo fenomeno», prosegue Salerno, «Sarebbe infatti utile indagare quanto tempo ci vuole affinché il cervello inizi ad adattarsi al nuovo peso, regolando in maniera corretta la sensazione di fame e sazietà. Ma in generale sappiamo - e questi dati lo suggeriscono ulteriormente - che per trattare in maniera efficace l'obesità nei bambini dovremmo evitare interventi drastici. Bisogna quindi scongiurare l’abuso di diete che portano a veloci riduzioni del peso corporeo e puntare invece su graduali e coerenti cambiamenti nello stile di vita (alimentazione equilibrata e attività fisica) per raggiungere un peso stabile e migliorare lo stato di salute generale».

 

OBESITÀ INFANTILE: UN’EPIDEMIA GLOBALE CHE CI TOCCA DA VICINO

«Il presupposto da cui partire e non dimenticare mai - conclude Salerno – è che l'obesità infantile è un problema di dimensioni globali, una vera e propria epidemia che riguarda 124 milioni di bambini e adolescenti nel mondo. Un problema particolarmente rilevante per la salute futura se si considera che il 40% dei bambini obesi diventeranno adolescenti obesi, e che l’80% degli adolescenti obesi saranno poi adulti obesi. In Italia, uno dei paesi europei con il più alto tasso di prevalenza dell’obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia, i bimbi con obesità sono il 9,4% del totale e quelli in sovrappeso circa il 20%. Le conseguenze per la salute possono essere devastanti. L'obesità infatti aumenta, tra gli altri, il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, malattie cardiache e cancro».

Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Paola Scaccabarozzi
Paola Scaccabarozzi

Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.   


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina