Due italiani su tre cercano o ricevono abitualmente informazioni sulla salute. Ma quello che cercano non è solo una risposta veloce su Google: vogliono chiarezza, consigli pratici e soprattutto fonti indipendenti e affidabili. È questo uno dei principali risultati dell’indagine realizzata da AstraRicerche per conto di Fondazione Veronesi, che conferma un bisogno crescente di informazione seria e scientificamente fondata.
E andando incontro a questa esigenza, Fondazione Umberto Veronesi ETS rinnova e rilancia il suo sito (leggi qui la news) con l’obiettivo di fornire un servizio di riferimento nella giungla informativa, tra fake news, interessi commerciali e soluzioni “miracolose”.
Una popolazione informata (ma non sempre bene)
Secondo i dati dell'indagine, condotta a fine maggio 2025 su un campione di 1.020 persone fra i 15 e i 65 anni, quasi due terzi della popolazione (61,6%) è regolarmente esposta a contenuti su salute e benessere, attraverso canali di comunicazione estremamente eterogenei. Più esposti risultano i giovani adulti (25-34 anni) e chi vive con minori.
Le informazioni sulla salute raggiungono un'ampia fetta della popolazione anche senza uno sforzo attivo di ricerca: se il 26,8% le ricerca volontariamente, ben il 42,2% le trova senza cercarle (in particolare i 25-34enni).
La prevenzione in testa
A guidare la ricerca non è solo la curiosità, ma la necessità di orientarsi nella vita quotidiana: dai disturbi alimentari all’influenza, dalle problematiche psicologiche alla prevenzione. Oltre il 64% degli italiani cerca consigli per restare in salute (in particolare donne 35-44enni e uomini 25-34enni), rispetto al 52,2% che cerca notizie su terapie e trattamenti e il 48,2% su diete e problemi alimentari. Questo dato conferma ciò che per il professor Umberto Veronesi è stato un pensiero ispiratore: l’informazione (corretta) è la prima forma di prevenzione.
Una richiesta chiara: contenuti semplici, autorevoli e senza conflitti di interesse
Uno degli aspetti più significativi emersi dall’indagine è la richiesta trasversale di informazione chiara, utile, trasparente e libera da interessi commerciali: il 79,7% degli intervistati ritiene molto/abbastanza importante che la fonte non sia legata ad aziende o brand (le donne più degli uomini).
In un panorama informativo spesso percepito come frammentato o condizionato, Fondazione Veronesi, che da sempre ha scelto di non ospitare inserzioni pubblicitarie o sponsorizzazioni sul Magazine di informazione, rappresenta una voce indipendente che si impegna per coniugare rigore scientifico, chiarezza divulgativa e attenzione ai bisogni delle persone.
Fiducia nei professionisti, dubbi sul web
Il web è lo strumento più utilizzato per cercare informazioni (dal motore di ricerca all’intelligenza artificiale), ma la fiducia resta ancorata alle figure professionali: medici di base e specialisti sono considerati le fonti più affidabili (oltre il 68% complessivo).
In questo scenario, il sito di Fondazione Veronesi si propone come un ponte tra la cittadinanza e la comunità medico-scientifica: un luogo in cui informarsi in modo corretto, ma anche comprendere meglio la salute, la prevenzione, i progressi della ricerca, le storie di chi affronta la malattia.
“La nostra missione è sostenere la ricerca scientifica e tradurla in strumenti concreti di prevenzione e consapevolezza. Il nuovo sito è un tassello fondamentale di questo impegno: un luogo affidabile, indipendente e inclusivo, pensato per avvicinare il mondo della ricerca ai cittadini e per accompagnare ogni persona nel suo percorso di salute, qualunque sia la sua età, il suo livello di conoscenza o il suo canale di accesso. Senza mai sostituirsi al medico, ma anzi promuovendo il rapporto con il curante” - dichiara Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS, Direttore del Programma di Senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Professore di Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano.
Il medico e i centri medici rimangono il punto di riferimento nella ricerca di informazioni relative a malattie, trattamenti, terapie (54,0%: dato che cresce al crescere dell’età)
- Medico di base 33,7%
- Medici specialisti 24,4%
- Siti di medici o di centri medici on line 22,9%
Meno rilevanti il farmacista (17,7%), le organizzazioni che si occupano di informare sulla salute e divulgazione scientifica (15,3%), le associazioni pazienti che si occupano di una specifica patologia o forum di pazienti o caregivers (8,1%) e i media tradizionali (TV 10,7%, Giornali, riviste 7,8% e radio 2,3%).
I canali e gli strumenti
Sempre più importante il mondo digitale, con i suoi strumenti tradizionali e quelli più innovativi, come l’intelligenza artificiale (IA). Il 48,9% dichiara di interpellare anche web e IA per saperne di più su malattie e trattamenti (soprattutto le donne), scegliendo fra le seguenti fonti:
- Ricerca con Google o altri motori di ricerca per trovare informazioni sul tema di interesse 41,8%
- Online su siti web specializzati in salute/medicina 29,4%
- Siti istituzionali (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Regioni, ASL/USL, …) dedicati alla salute 26,7%
- Online su social network (Facebook, Instagram, X/Twitter, YouTube…) tramite canali o post di nutrizionisti/personal trainers 17%
- Sistemi di Intelligenza Artificiale (come ChatGPT, Gemini, Claude, …) per porre domande e avere risposte, eventualmente dialogando con l’AI 16,9%
- Online su siti web generalisti, con tanti argomenti 14,8%
- Online su social network (Facebook, Instagram, X/Twitter, YouTube, …) tramite canali o post di comuni cittadini 11,5%
- Siti di case farmaceutiche 9,0%
Lo stesso vale per la ricerca di informazioni relative a prevenzione, stili di vita sani: medici o centri medici (46,6%) e ricerca Web/AI (42,6%).
Fiducia e credibilità
La fiducia è riposta prevalentemente sui professionisti e sulle fonti ufficiali/specializzate mentre la ricerca web "generica" e l'AI, nonostante siano molto usate, sono ancora in una fase di consolidamento della credibilità.
Il podio della credibilità è occupato dal medico di base, indicato dal 35,2% della popolazione generale, ma poco considerato dai giovani, che lo posizionano dopo siti istituzionali, medici specialisti, organizzazioni che si occupano di divulgazione scientifica. Poi vengono medici specialisti (34,4%) e siti istituzionali (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Regioni, ASL/USL, …) dedicati alla salute (28,4%).
I professionisti sanitari rimangono la fonte più credibile, oltre ai medici si trovano anche i siti di medici o di centri medici on line (22,0%) e il farmacista (18,7%).
Su tumori e dieta più timore delle "bufale"
Su alcuni argomenti, come i tumori, c’è però una percezione diffusa di disinformazione che può minare la fiducia nelle fonti, talvolta anche quelle ufficiali. Alla domanda “È vero che sono spesso diffuse notizie false sui tumori?” l’11,2% pensa che sia molto vero e il 44,1% abbastanza vero (percezione diffusa maggiormente tra i 25-34enni).
La maggior parte degli intervistati ritiene che notizie false siano spesso diffuse in particolare su:
- "cure miracolose" non validate (rimedi “naturali”, senza chirurgia/chemioterapia/radioterapia per i tumori 45,3%)
- teorie del complotto legate all'industria farmaceutica (esistenza di una cura per il tumore tenuta segreta dalle case farmaceutiche perché vogliono fare business sulle cure attualmente disponibili 41,1%)
- connessioni non scientifiche (legame tra vaccini e tumori 33,4%; legame tra onde elettromagnetiche - forno microonde, reti di telecomunicazione, …- e tumori 19,9% e legame tra negatività personali - emozioni negative, pensieri ‘cattivi’ - e tumori 22,1%)
- ruolo del cibo nel prevenire o favorire l’insorgenza di tumori rientra tra le fake news temute: cibi che prevengono l’insorgenza di tumori 31,2% e cibi che favoriscono l’insorgenza di tumori 31,1%
- effetti collaterali delle cure (18,2%)
- strumenti di screening (18,2%)
- comportamenti utili per prevenire i tumori (diversi dall’alimentazione) 13,7%.