Quali sono le indicazioni, i benefici e i limiti dell’immunoterapia nel trattamento del tumore gastrico?
R. (domanda pervenuta tramite il Form L’esperto risponde.
Risponde il dottor Filippo Pietrantonio, responsabile della S.S. Oncologia Medica Gastroenterologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Negli ultimi anni, l’immunoterapia ha profondamente modificato le prospettive di trattamento per alcune forme di tumore gastrico, migliorando la sopravvivenza in stadi avanzati e aprendo nuove possibilità anche per la malattia iniziale. Tuttavia, non è una strategia valida per tutti i pazienti e la sua efficacia dipende dalla presenza di specifici biomarcatori.
Quando è indicata l’immunoterapia nel tumore gastrico?
Attualmente, l’immunoterapia è indicata nei pazienti con tumore gastrico in stadio avanzato, non operabile, in particolare in combinazione con la chemioterapia. Il trattamento è raccomandato in prima linea, cioè per pazienti che non hanno ricevuto precedenti terapie.
Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo: la decisione di somministrare immunoterapia si basa sulla presenza di un biomarcatore chiamato PD-L1, che si valuta con un test immunoistochimico sul tessuto tumorale. Più alta è l’espressione di PD-L1, quindi maggiore è la sua intensità, maggiori sono le probabilità di beneficio clinico.
Quali benefici può offrire?
L’immunoterapia ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza nei pazienti che presentano elevata espressione di PD-L1. In particolare:
- In associazione alla chemioterapia, aumenta la probabilità di controllo della malattia.
- Circa 1 paziente su 5 con malattia avanzata trattata con immunoterapia è vivo a tre-cinque anni dalla diagnosi, un dato impensabile fino a pochi anni fa.
E nei pazienti con malattia operabile?
Una delle novità più importanti riguarda l’estensione dell’immunoterapia anche ai pazienti con tumore gastrico non metastatico, ma operabile, confinato alla sede di partenza.
Fino ad ora l’unica arma di trattamento era la chemioterapia data prima e dopo l’intervento chirurgico. Studi recenti hanno dimostrato che l’utilizzo dell’immunoterapia, in associazione allo schema in uso, aumenta le possibilità di guarigione completa e riduce il rischio di recidiva.
Questa opzione ha mostrato risultati promettenti nei trial clinici, sebbene sia ancora in fase di valutazione per l’uso clinico standard.
Altri biomarcatori da valutare
Un altro biomarcatore importante è l’instabilità dei microsatelliti (MSI-H), presente in circa l’8-9% dei tumori gastrici operabili.
- In questi casi, la risposta all’immunoterapia è particolarmente elevata, anche senza ricorrere alla chemioterapia.
- Alcuni pazienti, trattati con sola immunoterapia, hanno ottenuto una completa scomparsa del tumore, tanto da poter evitare l’intervento chirurgico in oltre la metà dei casi. È importante, dunque, che questo biomarcatore sia testato prima che venga impostato il trattamento di chemioterapia perioperatoria
- Questo approccio apre scenari innovativi come la conservazione dell’organo, evitando la gastrectomia e preservando la qualità di vita.
Anche se non ancora approvati in modo definitivo, questi schemi terapeutici sembrano essere molto promettenti.
Ci sono rischi o controindicazioni?
L’immunoterapia ha un profilo di tollerabilità generalmente buono, soprattutto se confrontata con la chemioterapia. Gli effetti collaterali più frequenti sono di tipo autoimmune, come:
- Tiroiditi
- Coliti
- Reazioni cutanee
- Raramente, complicanze più gravi come miocarditi o effetti neurologici
Questi eventi sono per lo più reversibili con un trattamento a base di cortisone o altri immunosoppressori e raramente compromettono l’efficacia del trattamento. Le controindicazioni assolute sono rare, ma includono alcune malattie autoimmuni preesistenti.