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Alimentazione
Caterina Fazion
pubblicato il 14-07-2023

Aspartame tra i possibili cancerogeni: cosa cambia?



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IARC ha inserito l’aspartame tra i possibili cancerogeni. Quanto possiamo consumarne per stare tranquilli?

Aspartame tra i possibili cancerogeni: cosa cambia?

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), ente dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha deciso di classificare il dolcificante artificiale aspartame, comunemente usato nelle bevande analcoliche o nelle gomme da masticare, come “possibilmente cancerogeno per gli esseri umani”.

Un livello di assunzione giornaliera accettabile fino a 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo è stata però confermata da un comitato di esperti, il Joint Fao/Who Expert Committee on Food Additives (JECFA). Cosa accade ora? Come regolarci con il consumo di bevande dolcificate con aspartame?

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PERCHÈ "POSSIBILE CANCEROGENO"?

Secondo la IARC, gli Agenti vengono classificati in gruppi differenti:

  • Gruppo 1: Cancerogeno per l'uomo
  • Gruppo 2A: Probabilmente cancerogeno per l'uomo
  • Gruppo 2B: Possibilmente cancerogeno per l'uomo, in cui ora rientra l’aspartame
  • Gruppo 3 Non classificabile come cancerogeno per l'uomo

Dopo aver esaminato la letteratura scientifica disponibile, le valutazioni di IARC e JECFA hanno rilevato limitazioni nelle prove disponibili per il cancro e altri effetti sulla salute. Pertanto, la IARC ha classificato l'aspartame come possibilmente cancerogeno per l'uomo (Gruppo 2B) sulla base di prove limitate per il cancro nell'uomo, in particolare per il carcinoma epatocellulare che colpisce il fegato. Sono state inoltre riscontrate prove limitate di cancro negli animali da sperimentazione e prove limitate relative ai possibili meccanismi che causano il cancro.

 

POSSIAMO CONSUMARLO?

L'aspartame è un dolcificante artificiale (chimico) ampiamente utilizzato in vari prodotti alimentari e bevande a partire dagli anni '80, tra cui bevande dietetiche, gomme da masticare, gelatina, gelati, prodotti lattiero-caseari come lo yogurt, cereali per la colazione, dentifricio e farmaci come gocce per la tosse e vitamine masticabili. Dopo la classificazione dell’aspartame come possibile cancerogeno, come dobbiamo regolarci con il suo consumo?

Come ha affermato Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell'OMS: «non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli, ma di limitarne il consumo». Tra l’altro, non dimentichiamo che alla categoria degli agenti possibilmente cancerogeni per l'uomo rientrano anche l'estratto di aloe vera e l'acido caffeico presenti nel tè e nel caffè.

 

LA DOSE DA NON SUPERARE

Il comitato di esperti JECFA ha concluso che i dati valutati non indicano ragioni sufficienti per modificare la dose giornaliera accettabile (DGA) per l’aspartame precedentemente stabilita di 0-40 mg/kg di peso corporeo. «Gli studi di genotossicità in vitro e in vivo – ricorda Branca – hanno dato risultati contrastanti e non si possono escludere fattori confondenti».

In sostanza, però, quanto aspartame possiamo assumere senza avere effetti misurabili sulla salute? Se una lattina di bibita dietetica contiene generalmente 200 o 300 mg di aspartame, un adulto di 70 kg dovrebbe consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare la dose giornaliera accettabile, supponendo che non vi siano altre assunzioni da altre fonti alimentari. Trattandosi di dosi difficilmente raggiungibili, l’Oms non sta certo raccomandando ai produttori o alle autorità di ritirare prodotti dal mercato, ma, considerando alcune preoccupazioni identificate da alcuni studi, ne consiglia un consumo moderato.

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ZUCCHERO O DOLCIFICANTE?

Il consumo di prodotti contenenti dolcificanti, aspartame compreso, è aumentato. Molte persone, infatti, per evitare l’eccessiva ingestione di zuccheri, decidono di affidarsi ai dolcificanti, naturali o artificiali. È una scelta sensata?

«Se si consuma l'aspartame per evitare un elevato consumo di zucchero e i suoi effetti, ad esempio sul peso corporeo – spiega Francesco Branca – , non dimentichiamo che l’OMS ha già raccomandato di moderare sia il consumo di zuccheri liberi sia il consumo di dolcificanti. Quindi, se i consumatori si trovano a scegliere se prendere una bevanda con dolcificanti o una con zucchero, penso che dovrebbe essere presa in considerazione una terza opzione, ovvero bere acqua, e in generale limitare il consumo dei prodotti dolcificati, soprattutto per i bambini. Se esposti abbastanza presto a un aggiustamento del gusto, infatti, saranno sostanzialmente instradati a continuare a consumare prodotti zuccherati. Ci sono prodotti alternativi che non contengono né zuccheri liberi né dolcificanti, e proprio questi andrebbero preferiti».

 

LA RICERCA CONTINUA

I risultati di una limitata evidenza di cancerogenicità nell'uomo e negli animali, e di come questa possa verificarsi, sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per affinare la nostra comprensione sul rischio cancerogeno legato al consumo di aspartame. La IARC e l'OMS continueranno a monitorare le nuove evidenze e a incoraggiare gruppi di ricerca indipendenti a sviluppare ulteriori studi sulla potenziale associazione tra l'esposizione all'aspartame e gli effetti sulla salute dei consumatori.

Come ricorda Francesco Branca, «il cancro è una delle principali cause di morte a livello globale. Ogni anno, 1 decesso su 6 nel mondo è dovuto al cancro. La scienza è in continua espansione per valutare i possibili fattori iniziali o facilitanti del cancro, nella speranza di ridurre questi numeri e il tributo umano. Le valutazioni sull'aspartame hanno indicato che, sebbene la sicurezza non sia una preoccupazione importante alle dosi comunemente utilizzate, sono stati descritti effetti potenziali che devono essere indagati con studi più approfonditi e di migliore qualità».

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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