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La riabilitazione dell’aspartame

Dalla sua commercializzazione l'aspartame non ha fatto che sollevare sospetti. Saranno tutti fondati?

La riabilitazione dell’aspartame

Cara Agnese,

Ho quasi cinquant’anni, e da quando sono nato ho sempre pensato che lo scopo della mia vita fosse quello di addolcire le giornate al prossimo. Credevo fosse un intento lodevole, eppure fin dall’inizio sono stato accusato e calunniato. Mi è stato rinfacciato che facessi più male che bene, e addirittura che il mio impiego avesse secondi fini. Sono stato messo continuamente in discussione, e anche se ogni volta le accuse contro di me si sono dimostrate infondate, la mia cattiva reputazione è rimasta. Perché proprio a me, che sono un tale zuccherino?

Un dolce abbraccio,

L’aspartame

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Caro buon aspartame,

in effetti da quando l’FDA, l’ente americano che controlla la sicurezza di farmaci e alimenti, ha approvato la tua commercializzazione nel 1981 non hai avuto che grane. Almeno sei diventato uno dei dolcificanti artificiali più conosciuti al mondo, e sicuramente uno dei più testati!

Certo, magari non ti aspettavi una guerra così aspra nei tuoi confronti. Non è colpa tua, ma di com’è stata gestita la tua pratica, che all’inizio ha provocato più di qualche sospetto. Infatti, i primi studi sui quali l’FDA si è basata per metterti in commercio erano abbastanza imprecisi. Inoltre, due dipendenti dell’FDA che hanno lavorato sul tuo caso sono poi stati assunti in attività collegate a G.D. Searle, uno dei tuoi maggiori produttori all’epoca, il che originò accuse di conflitto di interessi e le solite ipotesi di complotto. Insomma, un gran brutto pasticcio.  Come se non bastasse, nel 1998 è comparsa una catena di Sant’Antonio a firma di una misteriosa Nancy Markle, nella quale ti accusavano di causare la sclerosi multipla, il lupus, tossicità da metanolo, tumori, attacchi epilettici e problemi in gravidanza. Nientemeno.

Proprio per tutti questi sospetti ti hanno testato più e più volte, sia in America che in Europa. La sola Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) si è espressa su di te nel 2002, 2006, 2009, 2010, 2011. L’ultimo, definitivo, parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) è uscito l’anno scorso, e conferma tutte le valutazioni precedenti: non hai effetti dannosi sulla salute, il che smentisce le fantasiose accuse che hai ricevuto. Un anno fa è stata anche pubblicata una metanalisi sulla rivista Food and Chemical Toxicology: in altre parole sono andati a rivedersi tutti gli articoli scientifici su di te degli ultimi 22 anni, li hanno integrati e sono giunti alle stesse conclusioni. Le uniche persone che dovrebbero evitarti sono i rari pazienti affetti da fenilchetonuria, che non riescono ad elaborare l’amminoacido fenilalanina (uno dei tuoi componenti). Per il resto, se assunto nelle dosi consigliate (40mg/kg al giorno, che per una persona di 70 kg vuol dire fino a 140 compresse!), sei sicuro.

AGGIORNAMENTO AL 06.11.17

Caro aspartame, qualche altro guaio in vista.
Ma stavolta ci sono lavori scientifici accurati dietro le accuse che ti vengono rivolte. Diversi studi (ad esempio questo, questo e questo) suggeriscono che il tuo consumo possa nel tempo alterare il nostro microbioma: in parole povere, la nostra flora intestinale. Questa non è affatto un’informazione secondaria: i batteri che popolano il nostro intestino hanno una grande influenza sul nostro metabolismo e, in maniera più o meno diretta, sul corretto svolgimento di diverse funzioni del nostro corpo. In particolare in questi studi emerge che le variazioni che induci sul microbioma predispongono chi ti consuma all’intolleranza al glucosio e alla resistenza all’insulina, condizioni che a loro volta favoriscono diabete, obesità e problemi cardiaci. Non c’è da scherzare, dato che spesso sei un ingrediente di prodotti dietetici o a basso contenuto calorico, consumati soprattutto da chi ha già problemi di peso.

Certo però è ancora presto per demonizzarti un’altra volta: tutti i cibi che assumiamo regolarmente tendono ad avere un effetto sul nostro microbioma, e come dicono i ricercatori e la stessa EFSA ci vogliono studi più approfonditi per capire se davvero c’è da preoccuparsi. Nel frattempo, la regola è sempre la stessa: non abusare di te, aspartame, come di nessun altro alimento (incluso il comune zucchero da tavola).

Agnese 
@AgneseCollino 

 



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