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Alimentazione
Elena Dogliotti
pubblicato il 03-10-2022

La dieta sana: su misura o buona per tutti?



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A che punto siamo con la dieta personalizzata? I nuovi orizzonti della ricerca e le nuove discipline, dalla microbiomica alla nutrigenomica

La dieta sana: su misura o buona per tutti?

Come in altri ambiti delle scienze biomediche, anche la scienza della nutrizione si interroga sui vantaggi della personalizzazione. Sappiamo ad esempio che la dieta mediterranea è stata identificata come uno dei regimi alimentari più sani. Ma ovviamente non è l’unica che fa bene, nel mondo ve ne sono altre con le stesse caratteristiche di base e che possono soddisfare le esigenze di persone diverse in contesti differenti. La grande sfida è riuscire a scoprire che cosa dovremmo mangiare in base alle nostre caratteristiche individuali. Dunque, non più “siamo ciò che mangiamo” ma “mangiamo per come siamo”.

PICCOLE E GRANDI DIFFERENZE

Facciamo parte di una stessa specie, ma abbiamo caratteristiche individuali, legate a piccole ma fondamentali differenze nel DNA, corrispondenti a non più dello 0,1% di tutto il genoma. Inoltre, siamo abitati da popolazioni di batteri, a loro volta diversi per tipologia e per funzione.

LE NUOVE DISCIPLINE

Dalla necessità di studiare queste differenze sono nati nuovi filoni di ricerca:

  • la nutrigenetica: studia le risposte dell’organismo alla dieta (ad esempio la tendenza a ingrassare, ad avere colesterolo in eccesso, glicemia o pressione alta, l’intolleranza al lattosio o la celiachia)
  • la nutrigenomica: si occupa di capire in che modo alcune molecole contenute nel cibo possono interagire con i nostri geni
  • l’epigenetica studia i fattori che possono modificare il modo in cui il nostro DNA viene letto: ambiente, stress, attività fisica e anche il cibo (ad esempio la carenza di acido folico, coinvolto anche nella sintesi di DNA all’inizio della gravidanza
  • la metabolomica studia i metaboliti, le piccole molecole prodotte durante il metabolismo dalle cellule e dai tessuti, ma anche dai batteri che ospitiamo
  • la microbiomica si occupa del nostro microbiota intestinale, l’insieme dei microrganismi (circa mille miliardi di batteri, ma anche virus e funghi) che colonizzano il nostro intestino, senza danneggiarlo ma anzi svolgendo funzioni fondamentali. È un filone di ricerca che sta entusiasmando gli scienziati di tutto il mondo. Lo studio delle nostre piccole diversità genetiche e della varietà delle nostre popolazioni intestinali potrebbe essere la chiave per trovare la migliore dieta preventiva per ognuno di noi, ma purtroppo siamo ancora lontani da risultati soddisfacenti.

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A CHE PUNTO SIAMO

L’applicazione pratica della genomica nutrizionale alle malattie croniche complesse è una scienza emergente, e i test nutrigenetici per fornire consigli alimentari non sono pronti per la dietetica di routine. Serviranno ancora molte ricerche prima che un’alimentazione personalizzata possa offrire reali benefici. Fino ad allora la dieta mediterranea, o se preferite il «piatto sano», è la migliore scelta preventiva per tutti, magari con l’aiuto di esperti della nutrizione che sappiano consigliare in base alle caratteristiche di ciascuno: stato di salute, stile di vita e gusti personali.

IL «PIATTO SANO»

La Harvard School of Public Health ha elaborato un modello di «piatto sano»: 1/2 verdura e frutta (in rapporto 2 a 1), 1/4 cereali integrali, 1/4 proteine «sane» (quindi più frequentemente legumi e pesce), olio extravergine (o altri oli vegetali in Paesi non mediterranei) come condimento, acqua come bevanda. Secondo il World Cancer Research Fund (WCFR) se ci atteniamo quotidianamente al «piatto sano» – o alla dieta mediterranea o ad altre con gli stessi principi – possiamo prevenire almeno il 30% dei tumori e una quota importante dei casi di diabete, ipertensione e problemi cardiovascolari, ma anche osteoporosi e patologie neurodegenerative come alcune demenze.

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